Chapter 20. We need each other

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Qualche mese dopo, Giugno
Ore 06.45 Hotel, Madrid
Camera di Gianluca
Mi svegliai presto, avevo come un brutto presentimento, controllai l'ora: mancavano quindici minuti alle sette, mamma forse era già sveglia, la chiamai. "Gianluca, amore, come mai mi hai chiamata a quest'ora?" mi chiese "Ciao mamma, niente ho un brutto presentimento e non riuscivo più a dormire. Ilaria come sta?" risposi "Sta bene, tranquillo. Ma che presentimento hai?" affermò un po' preoccupata "Complicazioni nel bambino" dissi spaventato "È improbabile, in tutte le ecografie non hanno riscontrato problemi di nessun tipo" cercò di tranquillizzarmi "Non vedo l'ora di prendere quell'aereo" sospirai "È anche la distanza che ti fa paura, vero?" centrò perfettamente il punto "Vorrei essere lì quando nascerà, sarei molto più tranquillo" risposi "Mancano solo poche ore, tesoro" mi consolò, poi salutò qualcuno "Aspetta un attimo" disse allegra, mormorai un 'Va bene' e pochi secondi dopo sentì la voce della mia piccolina "Buongiorno papà super ansioso, qui stiamo bene" ridacchiò "Buongiorno mamma super tranquilla, sono felice di sentirti amore mio" le dissi "Cos'è che ti preoccupa, lo sento dalla tua voce" mi sgamò "Vorrei essere lì con te, soprattutto ora che ho un brutto presentimento" era inutile mentirle, l'avrebbe capito comunque "Sono le sette, l'aereo è alle undici, manca poco amore e saremo di nuovo insieme. Comunque anch'io vorrei averti qui" disse "Ti amo piccola" affermai sorridendo "Ti amo anch'io cucciolo" sospirò "Baby, tutto bene?" mi allarmai "Sì, tranquillo amore. Ti conviene iniziare a sistemare la valigia, sbadato come sei scorderai qualcosa" ridacchiò "Grazie eh... Vado, ci vediamo dopo amore, ti amo" scossi la testa ridendo "A dopo, ti amo anch'io papà" disse allegra.
Chiusi la telefonata, ero un po' più tranquillo, ma quel brutto pensiero non mi lasciava per niente; presi la valigia e la poggiai sul letto, presi dei vestiti puliti ed andai a cambarmi. Sistemai tutta la mia roba e controllai più volte la stanza, per una volta non avevo scordato nulla e Piero non avrebbe dovuto aiutarmi a cercare le ultime cose.

Ore 07.00 Hotel, Madrid
Camera di Ignazio e Giulia
"Amore" la chiamai mettendomi seduto sul letto "Sono qui, buongiorno amore" sorrise sedendosi accanto a me, la baciai a stampo "Già pronta?" le chiesi "Sì, qualcuno deve pur sistemare tutto" mi scompigliò i capelli, già arrufati di loro "La mia truccatrice e parrucchiera ti ucciderà" ironizzai "Non sarà una qualunque ad impedirmi di scompigliare i capelli del mio uomo" mi resse il gioco facendomi l'occhiolino "Finalmente si torna a casa" mi buttai di spalle sul letto "Vai a Marsala dai tuoi?" mi chiese timidamente "Per qualche giorno, poi torno da te" risposi accarezzandole la guancia "Stavo pensando... Visto che l'ultima volta sei venuto con me a Verona, questa volta potevo venire io con te a Marsala..." disse prendendo la mia mano dalla sua guancia giocando con le mie dita "Direi che la tua idea mi piace da impazzire" intrecciai le nostre mani facendo sfregare il mio naso con il suo "Ti amo" sussurrò "Ti amo anch'io" la baciai con dolcezza, mentre le sue mani mi accarezzavano la nuca approfondendo il bacio.

Ore 06.30 Hotel, Madrid
Palestra
Stavo facendo un po' di esercizi in palestra; avevo già sistemato la valigia e tutto il resto, restando senza nulla da fare. "Ehi, ehi, ehi, fai le flessioni senza di me?" mi chiese una voce, una voce che avrei riconosciuto fra diecimila "Non credevo ti fossi svegliata. Sono uscito e dormivi... Stavo per farle, ma visto che sei qui... Prego madame" risposi indicandole il tappetino. Le si sdraiò ed io mi misi sopra di lei "Buongiorno piccola" le sussurrai "Buongiorno amore" sussurrò poggiando le sue labbra sulle mie dando vita ad un bacio dolce, mi staccai ed iniziai l'esercizio. Verso le sette e dieci, mi squillò il telefono "Amore vedi chi è" chiesi a Giada, visto che aveva nella tasca dei jeans il mio iPhone "Gianluca" rispose accettando la chiamata "Giangi, buongiorno" lo salutò, io mi avvicinai a lei "Ah, secondo me la tua è paranoia" commentò mentre le baciavo il collo facendole il sollettico con la mia barbetta "No, sono con Piero" ridacchiò guardandomi negli occhi sorridendo "Te lo passo, ma tu stai tranquillo" mi porse il telefono, "Gianluca buongiorno" strinsi Giada tra le mie braccia "Ciao Piè" disse con voce preoccupata "Che è sto tono?" gli chiesi, mentre la mia piccolina giocava con la mia mano "Ho il presentimento che mio figlio avrà delle complicazioni quando nascerà" rispose con lo stesso tono di prima "Ne hai parlato con Ilaria?" affermai poggiando il mento sulla testa di Giada "Sì, dice che sono solo preoccupato perchè sono lontanto e non ho la situazione sotto il mio diretto controllo" sospirò "Tranne all'Eurovision, il tuo sesto senso c'ha sempre azzeccato... Spero che questa volta il tuo sesto senso abbia un granchio" gli dissi "Lo spero anch'io... Va be, ti lascio con la tua Giada. Ci vediamo dopo" rispose un po' giù di morale "Ci vediamo dopo e non deprimerti" affermai, lui ridacchiò e poi concludemmo la telefonata "Gianluca ha veramente un sesto senso che azzecca ogni volta?" mi chiese sconvolta "In quasi sette anni che lavoriamo insieme, ha sbagliato solo all'Eurovision. Per il resto ha sempre e dico sempre azzeccato" confermai prendendole la mano, uscimmo e tornammo in camera.

S'agapo' || Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora