I'm the daughter of Justin Bieber.
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'
12/01/2014
Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito,
è il momento in cui tutto ha inizio.
Jim MorrisonJustin sospirò, intrufolandosi sotto le coperte della figlia.
-Tesoro, non riesco a dormire sapendo che sei arrabbiata con me.- Ammise cercando di attirare la sua attenzione.
-Non ignorarmi.- Brontolò attirandola a lui, fino a stringerla in un abbraccio non ricambiato.-Ti ho portato un regalo.-
Immediatamente Alesha portò l'attenzione su di lui, curiosa.-Se avessi saputo prima che avrebbe funzionato te lo avrei portato per davvero.- Sorrise, mordendole il naso.
Lei spalancò la bocca, sorpresa.-Sei cattivo..- Piagnucolò provando a voltarsi di nuovo.
-No, dai, ormai ti ho in pugno, non posso lasciarti andare adesso.-
-L'hai sempre fatto..- Sussurrò lei chiudendo gli occhi. Suo padre rimase zitto, confuso.-cosa intendi...?- Abbassò lo sguardo su di lei, ormai addormentata.
....................*
-Alesha, alzati, oggi è domenica, dobbiamo andare in chiesa.-
-No.-
-Alesha.-
-No, io non ci credo a dio, vacci tu.-
-Come non credi a dio?- Stupito, la tirò fuori dalle lenzuola, portandola a sedersi sulle sue ginocchia.
Lei sbuffò, strofinandosi gli occhi, per quanto quella scena poteva essere tenera, Justin non accettava il fatto.
-Voglio dormire.- Si lamentò appoggiandosi al petto del padre, era ancora troppo assonnata per ricordarsi la sua arrabbiatura verso Justin.
-Da quando non credi a dio?-
-Finché non vedo, non credo.- Rispose in uno sbadiglio.
Lui aggrottò la fronte, provando a sistemarle i capelli arruffati.-Non è giusto quel che dici.-
-Sì, invece, ora vai e lasciami in pace.- Fece per tornare a dormire, ma lui la fermò di nuovo.-Verrai con me, non mi interessa qual'è il tuo pensiero.-
-Uhg, ma noi siamo persone famose, da quando le star vanno nelle chiese pubbliche?-
Provò a trovare un compromesso, ma Justin aveva già la risposta pronta.-Mia madre in casa ha uno spazio piccolo solo per le preghiere, non preoccuparti dei fans.-
-Non è una chiesa!-
-Non fa niente, faremo le stesse cose che si fanno in una chiesa.-
-Perché devo venire se non ci credo?- Disperata si lanciò indietro, atterrando sui morbidi cuscini.-Lasciami in pace, sono ancora arrabbiata con te.-
-Ora non usare questa scusa per non venire, quando sei arrabbiata con me, ma dobbiamo andare al ristorante ci vieni comunque.-
-Non è vero!- Strillò tirandogli il cuscino in faccia.-Se non te ne vai ti picchio.-
-Dio santissimo, poi dici di non aver bisogno della psicologa.- La prese da sotto le ascelle, tirandola su di forza, fino a portarla in bagno.-Non è possibile, ogni volta che dobbiamo uscire la mattina mi fai arrivare in ritardo.- Justin digitò un messaggio veloce alla madre, scusandosi per il ritardo.
-Mi svegli sempre troppo tardi.- Rispose lei con la bocca piena.-e non mi lasci fare colazione tranquilla. Oggi è domenica, potevo dormire fino a tardi..-
-Fa silenzio e mangia.- In modo brusco indossò la giacca.-Hai finito!?-
-No.- Trattenne un sorriso, bevendo con estrema calma il succo d'arancia.
-Alesha io non ci trovo nulla di divertente.- Si inginocchiò davanti a lei, poggiando i gomiti sulle sue ginocchia.
-Vedi di fare la brava oggi, okay?- La guardò dritto negli occhi, tentando di avere una sincera approvazione da parte sua.-Io sono brava..-
-Sul serio, si capisce che ti danno fastidio, ma almeno fa finta di niente. Rimarremo lì tutto il giorno.- Portò le mani sul suo viso, accarezzandola dolcemente.-come hai perdonato me, perdona loro-
-ma tu sei il mio papà- mormorò in risposta.
Lui sorrise, sporgendosi per darle un piccolo bacio a stampo.-Ti voglio bene e mi dispiace molto per la storia della psicologa, non avrei dovuto farlo-
-Già-
-Mi perdoni?- poggiò la fronte sulla sua, sorridendo.-ti ho portato un regalo-
-davvero!?- sorrise contentissima, pronta a riceverlo.
-sì, vedrai che ti piacerà- le mise le scarpette col tacco basso, squadrando il modo elegante in cui era vestita.
-perché non me lo dai adesso!?- giocherellò con l'orlo del vestito azzurro cielo, elettrizzata.
-perché siamo in ritardo piccolina. Andiamo.- diede un aggiustata ai vari gioielli che portava, prendendole poi, la mano destra.
-ma io lo voglio adesso- mise il broncio, Tentando di fargli pena.-se oggi fai la brava te lo dò a fine giornata, altrimenti te lo puoi scordare.-
-la brava?-
-si amore mio, la brava.- le baciò la guancia, per poi aprirle la portiera dell'auto.
-oh.. Ci sarà anche Jaxon, nessun fastidio vero?-
-no.. Perché dovrebbe?- osservò con attenzione l'auto, non ci era mai salita.
-che macchina è?-
-un'audi, perché ? Non ti piace?-
-è bellissima-
-un giorno avrai una auto simile o magari ancora più bella-
-sul serio?-
-sì- rispose continuando a guidare.
-oh..-
-cosa ti aspetti di mangiare oggi?- si morse il labbro, trattenendo il divertimento.
-mega prosciutto al forno,delle backed potatoes quelle da condire con la sour cream e le inmancabili patate dolci.
Poi un'insalata mista ed una salsa di tonno con brioche salate.
Infine una fetta di torta al cioccolato e del gelato alla vaniglia.-
Dopo quel fantasioso menù, il divertimento di Justin crebbe, non vedeva l'ora di arrivare e godersi la scena.
Alesha non sapeva che la nonna era vegana.
-siamo arrivati- l'avvisò spegnendo l'auto.-Mi raccomando piccolina-
-Fidati di me!- rise, alzando la mano per battergli il cinque.
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I'm the daughter of Justin Bieber.
FanfictionAlesha, una ragazza di 17 anni, piomberà nella vita del famoso cantante Justin Bieber, suo padre. Non è la solita storia, provate e passate a leggera... Tratto dal primo capitolo: -Wilson dove mi manderà?- Chiese col tono di voce più preoccupato che...