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I'm the daughter of Justin Bieber.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'
16/01/2014
Se siete tanto fortunati da trovare il tipo di vita che vi piace, dovreste anche trovare il coraggio di viverla.
(John Irving)

-Smettila Jaxon.- Alesha si spostò sul divano, allontanando come più poteva i loro corpi, divisi soltanto da alcuni quaderni.
-Uff, perché?- Si sporse di nuovo, in cerca delle attenzioni che non gli venivano date.
-Perché non voglio fare nulla con te oltre che la ricerca.-
Inarcò le sopracciglia.-Sei stata tu a saltarmi addosso per prima.-
-E tu mi ha detto che sarebbe stata solamente una sveltina, botta e via, nulla ne di serio ne di continuativo, quindi smettila di fare così e finiamo questa stupida ricerca sui presidenti d'America.- Si alzò, arrabbiata.
Dopo un paio di minuti silenziosi, lui riprese parola, alzandosi di sua volta.-Perché con Blaze ci stai e con me no? Cos'ha che io non ho!? Io ho delle gambe funzionanti, posso darti tutto quello che vuoi, lui no.- Ora si stavano fronteggiando, entrambi fuori di sé.
-Non parlare così di Blaze, tengo a lui. Il suo problema alle gambe non mi sfiora minimamente!-
-Oh santo cielo, ma cosa ti sta succedendo Alesha!? Sei così diversa, non ti sopporto quando fai così, io sono meglio di Blaze!-
-Blaze è meglio di te!- Strillò portando la mano sana sul suo petto e spingendolo come più riusciva.
-Lui non è meglio di me.- Nulla poteva essere più offensivo di quello che gli stava dicendo Alesha in quel momento, lui la amava, ma lei era presa per un altro, faceva molto male.
-Non starò mai con te! Fattene una ragione, diamine.- Come risposta ricevette una sberla, in quel periodo sembravano tutti in vena di picchiarla, ci mancava solamente suo padre.
Presa da uno scatto d'ira gli tirò un calcio dritto sulle palle, ne aveva abbastanza di prenderle.-Sei una stronza!- Gemette, cadendo a terra dal forte dolore.
-Vattene Jaxon, non ti voglio più vedere!- Corse nella sua stanza, chiudendosi dentro a chiave. Fu in quel momento che il suo telefono squillò e quando lo tirò fuori sospirò, nel leggere il nome del padre.-Pronto?- Mormorò mangiucchiando l'unghia.
-Alesha, piccolina, mi manchi tanto, com'è andata a pranzo con Blaze? Jaxon è lì? State finendo la ricerca?-
-Il pranzo è andato bene, Blaze mi piace tanto. Ho litigato con Jaxon, mi ha tirato una sberla ed io un calcio sulle palle, gli ho detto di andarsene, ma non so se lo ha fatto, sono in camera mia...-
-Perché avete litigato amore? Mi dispiace tanto che abbia alzato le mani su di te, gli parlerò di questo...-
-Ha insultato Blaze..mi ha chiesto cos'ha lui che non ha, ha detto tante cose e...e..- non finì di parlare e iniziò a singhiozzare.
-No..no, Alesha non fare così, per favore, va tutto bene.-
-Non va tutto bene...loro dicono che non va tutto bene.-
-Loro chi?-
-Le voci.-
-Quali voci? Senti, non fare nulla, torno a casa ora.-
-No, non ti voglio a casa, lasciami stare, voglio andare alla festa e non pensarci più.-
-Non penso ti faccia bene andare alla festa, rimani a casa, ora vengo e ti porto della pizza e del gelato..-
-No, ho bisogno di staccare da tutto, ci vediamo appena torno, ti voglio bene.- Riagganciò, senza attendere risposta e si lanciò verso l'armadio, per vedere cos'avrebbe potuto indossare, fermandosi quando ricevette un'altra chiamata, stavolta da parte di Harriet.-Sì?- Aggrottò la fronte, non era solita ricevere chiamate da Harriet.
-Alesha? Uhm...ho sentito della festa e...-
-Vuoi venire pure tu?-
-Sì, se per te non è un problema, sai oggi Harry ha una di quelle stupide feste ed io non ci voglio andare.-
-Puoi venire qui anche adesso, sono da sola in casa-
-Con il regalo? Che faccio?-
-Diremo che lo abbiamo comprato assieme, sono solo alcuni vestiti e una trousse completa di tutto.-
-Va bene, mi faccio portare da Harry.-
Si sentì più sollevata nel sapere che ci sarebbe stata pure lei, le piaceva, la trovava simpatica.

-Non è una questione di fiducia, solo...Harriet è piccolina e...- Harry si portò una mano tra i capelli, disperato.
-Non sono piccolina! Smettila e torna a casa.- Provò a spingerlo fuori casa, ma lui si trattenne, ignorandola e posando lo sguardo su Alesha, rimasta in silenzio con lo sguardo su di lui.
-Alesha, non voglio che andiate a quella festa, perché non state a casa oppure uscite con noi? Sarà meglio, vi prego.-
-Io voglio andare alla festa...non so che dirti Harry.- Fece spallucce, stringendosi nelle spalle.
-Potrei venire con voi...-
-Harry non ti voglio con me, sono grande abbastanza, ora va via, starò con Alesha, lei mi terrà d'occhio, vero Alesha?-
-Sì-
-Va bene, però fammi parlare con Alesha, in privato.-
-No, mi fai fare brutte figure, torna a casa.- Harry le prese i gomiti, portandola a sedersi sul divano.
-Lasciami parlare con Alesha, poi vi ci accompagno io a questa festa, voglio vedere e sapere dov'è.-
-Ma..-
-Niente ma, zitta.- Le chiuse la bocca con una mano, guardandola dritto negli occhi.
-Altrimenti non ti lascio andare.- Aggiunse a bassa voce, regalandole un occhiolino.
-Non è giusto, sei così antipatico.- Mise il broncio, spostando lo sguardo.
-Non sono antipatico, sono solo protettivo e ti voglio bene.- Concluse stampandogli un bacio sul naso.
Dopodiché andò in cucina per parlare con Alesha.-Alesha..ti prego non farla bere, non voglio che nessun ragazzo si avvicini a lei, niente di eccessivo, per favore.-
-Va bene Harry, la terrò d'occhio, però non credi che possa bere qualcosina...?-
-Mi basta che non si ubriachi, nessuno deve approfittare di lei.-
-Okay, a che ora deve essere a casa? Justin mi verrà a prendere a mezzanotte-
-Alle undici, massimo undici e mezza, vengo a prenderla io. Alesha, stai bene?- Chiese notando la sua espressione, forse era per il polso rotto?
-Sì..sto bene, tranquillo.-
Le si avvicinò, abbracciandola forte.-Se hai bisogno io ci sono, dai, ora andate a vestirvi e vi avviso che se esagerate tornate subito di sopra a cambiarvi.-
Rise, annuendo e staccandosi dall'abbraccio.

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