Clerodendro purpurea rea

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Le giornate alla tana passarono veloci.

I ragazzi più grandi erano rimasti a casa. Anche le specializzazioni avevano chiuso per le feste. I genitori, invece, andavano al lavoro e a casa rimanevamo solo noi e i nonni. Una autentica pacchia.

Nonostante la severità di nonna Molly, non riusciva a stare dietro a dodici scalmanati e ci guardava dalle finestre di casa con sospiri rassegnati.

Non che facessimo troppi danni. Provare l'auto incantata del nonno o giocare a birilli con gli gnomi, scavare buche per vermicoli nell'orto e veder sparire le piantine, o rompere il vetro di una finestra per colpa di un bolide impazzito erano all'ordine del giorno. E tutte le volte ci toccava rimediare, visto che metà di noi potevano fare magie senza incorrere nelle punizioni del Ministero.

Erano i più piccoli ad approfittarsene, capitanati da uno scatenatissimo Louis.

«Lily, Roxy! Smettetela!» urlò Dominique dopo aver riparato l'ennesima finestra. In quel momento si sentì un altro tonfo. «Ops» fece Hugo prima di correre via. Questa volta toccava a me, prima che nonno Arthur se ne accorgesse.

«Non vedo l'ora che arrivino mamma e papà, così si arrangeranno loro e noi potremo riposare» si lamentò Rose, accanto a me.

«Andiamo» suggerii, poi le presi la mano e scappai dentro la tenda, diretto nella nostra camera dove mi lanciai sul letto.

«Perché siamo qui?» chiese Rose sedendosi accanto a me.

«Non abbiamo ancora parlato del fatto che io sia Scorpius. Cosa ne pensi, come ti senti... cioè, so che sei in imbarazzo e non vorrei peggiorare la situazione. Se vuoi mi faccio assegnare una stanza da solo quando torniamo a Hogwarts. La McGranitt me l'aveva promessa...» dissi sedendomi accanto a lei.

«E' stata colpa mia se non ti sei trasferito. Non volevo che ti sentissi sola e mi sembrava che dormire nella stessa camerata fosse il modo migliore per integrarsi» spiegò la rossa.

«Grazie, ma adesso? Non sarà troppo strano?».

«Nah. Mi ci sono abituata. Ti cambi sempre in bagno, ripulisci tutto ogni volta che lo usi, ultimamente ci stai anche dei tempi ragionevoli...» elencò sorridendo. Se avesse saputo la ragione per la quale ripulivo tutto, non sarebbe stata così condiscendente.

«Sono diventato bravo con il trucco, se vuoi posso farlo anche con te» proposi.

«Credi ne abbia bisogno?» chiese lei mettendosi le mani sulle guance.

«No» sorrisi. «Sei bella al naturale» ed ebbi il piacere di vederla arrossire molto più intensamente di altre volte. I complimenti le piacevano evidentemente. Buono a sapersi.

Ad un tratto Rose sospirò. «Non stiamo facendo progressi nelle ricerche» constatò sconsolata.

«Non direi. Abbiamo l'aiuto di tutti, non credo che nessuno possa sfuggire a tua cugina. Hai visto quanti metri di pergamena? Ma avranno anche controllato quante volte andavano al bagno?».

«Anche quante volte hanno respirato! Non sono tante le ragazze del quinto e del settimo!» disse Rose.

«Per la biblioteca? Continuiamo così?».

«Dobbiamo finire tutti i libri. È un lavoraccio ma ci conviene controllare anche quello».

«Poi, potrei sempre affascinare una fanciulla e trovare la mia anima gemella» replicai e Rose rimase di sale per alcuni istanti, prima di iniziare a ridere.

«Hai già qualcuna in mente? Magari Meredith o Anne? Ti vogliono talmente bene!» propose.

«Veramente pensavo a Honey Abbott. È una ragazza stupenda» risposi. La piccola smorfia che passò veloce sulla sua faccia fu quasi impagabile, ma, così come era arrivata, fu svelta a mascherarla. «Però credo di aver più possibilità con Daisy».

La punizione di Scorpius MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora