La condanna di Scorpius Malfoy

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L'ultimo mese fu decisamente impegnativo per noi. Con lo studio intensivo e il fatto che i dormitori erano alle estremità opposte del castello, io e Rose ci vedevamo solo a lezione o durante i pasti. Anche lo studio era separato, visto che avevamo solo tre materie in comune.

Mi mancava. Ero talmente assuefatto alla sua presenza, anche solo nella stanza, che averla così lontana era una agonia. Il mio umore perennemente nero si riversava anche sui miei compagni di stanza che lamentavano e rimpiangevano il vecchio Scorpius, più sociale e meno nostalgico e innamorato. Blaike rideva nel vedermi sospiroso e si vendicava di tutte quelle volte che l'avevo preso in giro io per i suoi rantolii dietro Lucinda. Eravamo proprio persi.

«Non so se sia un bene oppure no, ma sono felice che domani inizino questi benedetti esami. Almeno basta! O dentro o fuori ma almeno la finiamo con questo terrorismo psicologico che hanno attivato i professori. E scommetto che anche tu diverrai più sopportabile» sbottò Blaike gettando sulla scrivania il testo di legismagia.

Con tutti gli articoli che avevamo imparato a memoria e le pozioni e gli incantesimi e i diritti dei babbani, avrei potuto anche dire che una torta cucinata con asfodelo, sarebbe fluttuata grazie al forno belle pietanze dovuto all'articolo 8 della legge n° 330 a protezione dei folletti. La notte sognavo grossi libri che mi volevano mangiare!

«Non vedo l'ora» sospirai.

«Se non la smetti di soffiare aria, dovrò mettermi una sciarpa per il torcicollo» borbottò Theo, facendomi pensare dove diavolo fosse il suo collo. Bah, da qualche parte la testa era pur attaccata al resto del corpo.

«Okay, la smetto. Andiamo a fare un giro fino al lago? Ho voglia di respirare aria pulita» proposi.

«Tu e la tua aria pulita! Meglio che usciamo, altrimenti penserà di nuovo di aprire una finestra e ci allagherà al sala comune come l'altro ieri».

«Scusami se per mesi sono stato in stanze con delle finestre normali che si aprivano all'aria normale e non sotto la superficie limacciosa di un lago putrido e fetido» risposi piccato.

«Certo che il signorino sta cominciando a essere pretenzioso!» replicò Blaike.

«Non so se l'hai insultato, ma sono d'accordo nel dire che è una piaga» caricò Goyle.

«Concordo e sottoscrivo. È incontentabile. Forza usciamo prima che dia di matto e inizi ad avere le allucinazioni e a chiamarmi Rose come questa notte» terminò Tyson.

«Avevo paura che mi saltasse addosso» si lamentò Theo. Se solo avesse saputo quanto lui mi era saltato addosso, si sarebbe seppellito vivo dalla vergogna.

Tyson, che aveva capito tutto in quanto un po' più sveglio del nostro compagno, e Blaike, che sapeva tutto, si guardarono e ghignarono complici, mentre io celiavo.

«Tranquillo, scimmietta, sono fedelissimo alla mia rossa».

Il sole era caldo e il prato brillava del suo verde. Sul lago placido delle anatre sguazzavano alla ricerca di pesciolini. Era in tutto e per tutto una giornata estiva, quasi un preludio di quanto ci sarebbe stato nei mesi successivi.

Anche i ragazzi di Grifondoro erano all'aria aperta a godersi la bella giornata. Spesso dimenticavo che non mi conoscevano e li salutavo con la stessa familiarità che avevo tenuto nei mesi precedenti, quando ero Shaula la reietta.

Se come Scorpius potevo contare sugli amici di Serpeverde e Blaike lo aveva dimostrato per tutto il periodo in cui mi aveva aiutato nonostante la mia trasformazione, in Grifondoro avevo trovato lo spirito affine della casa, dove ero stato accettato indipendentemente dall'aspetto o dal passato.

La punizione di Scorpius MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora