Anche i muri hanno le orecchie

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Anche i muri hanno le orecchie...
Poteva essere un caso ma sembrava strano che ci fossero tanti casi. Se anche nel loro dormitorio i muri avessero avuto orecchie? Una volta avevo visto un film babbano dove c'erano degli agenti segreti, tipo gli indicibili del ministero, che piazzavano delle... come si chiamavano? Ah, sì, 'cimici' attaccato ai paralumi e sentivano tutto quello che succedeva nella stanza, anche a distanza.
Se la spia della strega assassina avesse fatto la stessa cosa? Magari anche il muffliato non sarebbe servito. O sì?
«Torniamo nel dormitorio. Devo controllare una cosa» dissi sganciandomi dalle braccia di Rose e prendendola per mano per trascinarla con me lungo i corridoi del castello. Non ci fermammo e non ascoltammo le risatine degli altri studenti, passammo di corsa e in pochi minuti arrivammo a destinazione. Mormorai la parola d'ordine 'alishemmings' e appena aperto ci infilammo nel buco per passare nella torre.
Entrai nella stanza come un tornado, chiudendo la porta dietro di me. Pensai di sigillarla ma forse era meglio lasciare libera entrata alle altre, prima che pensassero chissà cosa.
La rossa strattonò il braccio per liberarsi la mano. «Vuoi spiegarmi che succede? Se volevi stare da solo con me potevi semplicemente dirmelo, non mi piace essere trascinata. Sembri un cavernicolo!».
«La clava l'ho lasciata a Malfoy Manor» risposi facendola ridere.
«Cosa succede, Scorpius?».
«Anche i muri hanno orecchie» risposi.
«Eh?». Era perplessa. Forse era meglio spiegarmi.
«Siete tutti d'accordo. L'avete ripetuto tutto il giorno. Tu. Blaike. I muri hanno le orecchie... pensaci. Ieri sera eravamo soli, poi sono arrivate le nostre compagne che sono uscite questa mattina eppure alle otto eravamo già sulla bocca di tutti, come se la notizia di noi fosse girata già nella notte».
«Ma se non sono state loro, chi può essere?».
«Più che altro mi interessa come abbia fatto a sapere la notizia. Per spiarci deve avere qualche cosa qui dentro che comunica cosa accade all'esterno» spiegai.
«Come cosa?».
«Per essere la figlia di una nata babbana, non hai molta famigliarità con il mondo dei tuoi nonni. Io ho sempre trovato interessante il mondo esterno e mi piacciono i film babbani. Film di spionaggio, dove vengono utilizzati oggetti per spiare».
«Certo! Le cimici!» disse Rose.
Ormai avevamo denunciato il nostro piano ad alta voce. Volevamo trovare questi marchingegni che ci spiavano e quindi avevamo poco tempo per trovare queste cose, prima di rischiare di essere attaccati dalla spia.
«Come facciamo a trovarli?» chiese. A ben pensarci quelli tecnologici del cinema, erano attaccati a paralumi, sotto il bordo dei tavoli, nei vasi di fiori. A volte servivano delle specie di scatolette per rilevarne la posizione. Forse era meglio appellarli. Provai.
«Acciò cimici» dissi a voce alta sfoderando la bacchetta.
Subito iniziarono a volare delle vere cimici verso di me, posandosi sulla mia mano e sui miei vestiti.
«Per Morgana immersa nella melma putrida di una pozzanghera di vermicoli vomitati da uno snaso con la colite acuta e cronica!» borbottai schifato agitando la bacchetta per farli volare via. Più agitata di me era Rose, che continuava a urlare.
«Che schifo! Mandali via! Mandali via! Ah!» stava diventando isterica.
In pochi istanti si spalancò anche la porta e un nugolo di cimici volò all'interno della stanza, appestando l'aria in modo allucinante. Oramai era praticamente irrespirabile.
Prendendo un lenzuolo dal mio letto, ne strappai due strisce e ne lanciai una a Rose, poi me la posai davanti al naso e la bocca e corsi fuori dalla stanza.
A distanza di due piani, quando ormai avevamo lasciato la sala Grifondoro dove i nostri compagni non capivano come mai ci fosse stata una invasione di insetti puzzolenti nella nostra torre, e davano la colpa ai soliti Serpeverdi, ci fermammo a tirare il fiato, respirando a pieni polmoni dell'aria più pulita.
«Ma sei idiota!» urlò Rose, tirandomi uno schiaffo sul braccio.
«Ahio! Violenta!» borbottai.
«E ancora non hai visto niente! Per Dio che schifo!» disse rabbrividendo. Mi avvicinai e le tolsi un animaletto dai capelli.
«Hai ragione. Scusami. Ho sbagliato» ammisi. «Cosa dovevo fare? Non sapevo come cercare e mi è venuta in mente la cosa più stupida».
«Chiamiamo Gazza per far pulire la torre, poi ci proveremo ancora».
Dopo alcuni minuti ci trovammo davanti alla porta dell'ufficio di Gazza.
«Dobbiamo proprio entrare?» chiesi. Non mi andava proprio di sentire i suoi lamenti su quanto fossero indisciplinati gli studenti. Non avevamo fatto niente di male, se non usare una magia poco adatta allo scopo.
«Non c'è niente da preoccuparsi». Ecco la mia Grifondoro preferita. Coraggio allo stato puro.

La punizione di Scorpius MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora