Capitolo 16- DELIRIO
Era una mattina fredda a Pittsburgh. Sam si alzò dal letto tremante e se non avesse avuto scuola, sarebbe tornata volentieri sotto le coperte. Scese di sotto per fare colazione, mentre i suoi dormivano ancora. Con aria leggermente assonnata, guardò fuori dalla finestra, intenzionata a prendere la posta. Era una cosa che di solito non faceva mai, ma adesso si chiedeva se Yale avesse finalmente risposto alla sua domanda di ammissione e sentì l'esigenza di andare a controllare. Uscì fuori, coprendosi per bene e dopo aver afferrato le lettere custodite nella cassetta, tornò dentro alla svelta. Le si gelarono i denti e aveva la pelle d'oca, probabilmente anche a causa dell'agitazione provocata dalla curiosità che adesso le faceva scartare tra le mani ogni singola busta. C'erano due bollette, una cartolina da Brooke e, finalmente, eccola: una lettera da Yale. Sam cominciò a tremare e di certo non era più a causa del freddo, anzi l'agitazione faceva pulsare il sangue nelle sue vene fino a farle sudare le mani. Credette di non avere il coraggio di leggerne il contenuto, ma quando aprì la busta, si fece forza. Chiuse gli occhi per un attimo, poi li riaprì e li posò sul foglio che aveva davanti. Nel momento in cui rialzò lo sguardo, si ritrovò con le lacrime al viso. Yale non l'aveva accettata e una lama le sembrò trafiggerle il cuore. Non aveva voglia di andare a scuola: non sarebbe servito a niente adesso che i suoi sogni si erano infranti. Decise di rimettersi a letto, intenzionata a non voler vedere nessuno. Quando sua madre le chiese cosa avesse, lei finse di sentirsi poco bene, anche se quella era una mezza verità. Non aveva avuto il coraggio di dire ai suoi genitori che non ce l'aveva fatta. Sarebbe stata incapace di sopportare in quel momento i loro volti segnati da un'espressione delusa. La giornata sembrava trascorrere più lentamente del solito e restarsene a letto a rimuginare sul proprio fallimento era una tortura ancora peggiore del fatto di non essere stata ammessa al college dei suoi sogni. Decise di alzarsi e andare al negozio. Lavorare le avrebbe fatto dimenticare di Yale almeno per un po e, soprattutto, le avrebbe permesso di evitare l'interrogatorio dei suoi genitori, non appena si fossero resi conto del suo umore nero. Si preparò in fretta per uscire di casa, dicendo a sua madre di sentirsi meglio, anche se il tono della voce la tradiva. Sperò di averla rassicurata a sufficienza e quando fu pronta, andò a lavoro. Jeremy le incaricò di fare alcune ordinazioni, ma la giornata era abbastanza tranquilla, anche perché non c'era Stefan a renderla turbolenta come al solito.
<< Mio fratello si è beccato una brutta influenza. I miei sono fuori e stasera io e Zoey partiamo per un week-end fuori città. Non oso immaginare come se la caverà da solo.>> Ridacchiò Jeremy, puntualizzando su come Stefan non sopportasse l'influenza. Diceva che era capace di lagnarsi come un bambino per ore e che detestava prendere le medicine. A Sam scappò un sorriso, il primo, o forse l'unico in quella giornata così cupa. Quando fece ritorno a casa, la situazione non era più confortante del previsto. I suoi stavano litigando, inscenando una targica commedia. George Davis puntava il dito contro sua moglie per una questione che tirava in ballo la sorella minore di lei, Mary. In quei giorni aveva chiesto aiuto ad Helen per un prestito: il suo compagno l'aveva mollata, lasciandola con i debiti che aveva accumulato nel tempo.
<< Sarà bene che Mary si trovi un buon lavoro e un compagno onesto, una volta tanto!>> Brontolò George.
Helen sapeva che sua sorella era estremamente maldestra e che, probabilmente, nella sua vita non era mai stata in grado di prendere la scelta giusta, ma faceva pur sempre parte della famiglia e per lei era inevitabile prestarle aiuto.
<< Perché non chiede alla sua banca? Sai bene che non ci restituirà mai quei soldi, Helen e si tratta di una cifra esorbitante!>>
<< Dovrei lasciarla nei guai?>>
<< Certo che no, ma non puoi essere l'unica sorella sulla quale poter fare affidamento e lasciar gravare i problemi degli altri. La tua famiglia è grande, perché sei la sola che può dare una mano quando si tratta di contanti? La verità è che sei l'unica che si lascia raggirare in un secondo!>> Protestò George. Sam non aveva più intenzione di sentirli gridare. Le parve di udire la parola "divorzio" durante quell'esasperante discussione, così le venne voglia di scappare via. Preparò una borsa con tutto il necessario per trascorrere una notte fuori casa, poi andò da sua madre, interrompendo quel quadretto osceno di litigi e sfuriate di rabbia.
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Inside 2
Teen FictionSequel di Inside. Pittsburgh, Pennsylavania. Sam e i suoi amici vivranno l'ultimo anno di scuola al liceo Kennedy, prima di entrare al college. La scelta non sarà affatto semplice e gli ostacoli sul cammino verso il futuro saranno innumerevoli per o...