Capitolo 27

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CAPITOLO 27-QUELLO CHE VERRA'

La sveglia di Sam suonò di buon ora e una bellissima giornata di sole svegliò i quartieri di Pittsburgh con il cinguettio degli uccellini sugli alberi in fiore. Non era più tempo di scuola e finalmente le vacanze erano arrivate. Sam tirò fuori dall'armadio tutti i suoi vesititi, scegliendo accuratamente i capi che avrebbe messo in valigia. Il giorno successivo sarebbe partita per la Florida con i suoi amici per godersi l'estate dopo un intenso anno trascorso sui libri. La festa del diploma si sarebbe tenuta quella sera stessa al Café Plaza, anche se l'assenza di Clarissa avrebbe reso tutti più malinconici, nonostante si respirasse un clima di spensieratezza. All'improvviso il suono del suo cellulare ridestò Sam da quei pensieri. Lo afferrò in fretta dal comodino dove era poggiato e non appena gettò lo sguardo sul display, un'espressione delusa dipinse il suo volto quando si accorse che era Ryan a cercarla. "Sei dei nostri stasera? Non vedo l'ora di passare un di tempo insieme! Sarà una festa fantastica!". Sam lesse il messaggio distrattamente e rispose con uno smile. Ryan era carino e, d'un tratto, le dispiaceva trattarlo con tanta superficialità, ma Stefan invadeva ancora i suoi pensieri e non c'era modo di liberarsene. L'unico tentativo per farlo, forse, era proprio quello di parlare con lui e dirgli ciò che provava una volta per tutte. Chiarire i suoi sentimenti l'avrebbe aiutata a tornare quella di prima, anche se, probabilmente, questo avrebbe significato rassegnarsi all'idea che lei e Stefan viaggiavano su due pianeti totalmente diversi. Non era sicura che chiamarlo al cellulare fosse la scelta migliore, soprattutto perché non sapeva quale scusa inventare per giustificare la sua telefonata. Compose il suo numero più di una volta prima di decidersi a chiamare, ma non dovette sforzarsi troppo per trovare qualcosa da dire perché rispose la segreteria. Decise, allora, di uscire di casa e passare al garage delle prove, sperando di trovarlo lì.

<< Io esco.>> Fece a sua madre, aprendo la porta di casa.

<< Dove vai?>>

Sam balbettò qualcosa che sembrasse abbastanza convincente.

<< Io...Io vado da Frankie. Le ho chiesto in prestito una camicetta per la serata al Café Plaza e così vado a prenderla, sperando che mi stia bene.>> Senza aggiungere altro, uscì e corse dritta al garage, ma quando al suo arrivo lo trovò chiuso, un sospiro di desolazione le fece perdere anche questa speranza. Probabilmente, non era una buona idea incontrare Stefan per parlargli faccia a faccia di ciò che provava per lui, ma sentiva un insopprimibile bisogno di farlo. Decise, allora, di provare al negozio di Jeremy, pensando che fosse lì per dargli una mano. La città era quasi deserta, perché molti cominciavano a partire per le vacanze estive. Il music-store era meno affollato del solito e quando Sam vide Jeremy dietro la cassa, non esitò a farsi vedere, salutandolo con enfasi.

<< Hey, Sam. Che ci fai qui?>> Disse lui, sorpreso di vederla.

<< Passavo di qui.>> Mentì Sam.

<< Allora, come stai?>>

<< Benone! Adesso che la scuola è finita mi sento leggera come una nuvola e, finalmente, stanno per arrivare anche le mie vacanze: domani partirò per la Florida con i miei amici!>>

<< E' fantastico! Accidenti, sarà un'estate da sballo!>>

Sam annuì, cercando di trattenere il nervosismo che si trasmetteva da un nervo all'altro della sua testa, nell'attesa di vedere spuntare Stefan da qualche parte, in un angolo del negozio. Di lui, tuttavia, sembrava non esserci traccia, perciò Sam decise di introdurre l'argomento, sperando che Jeremy sapesse dove si fosse cacciato suo fratello.

<< Ecco..Io ero passata per salutare te e Stefan prima di partire.>>

Jeremy inarcò le sopracciglia, guardandola dubbioso.

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