Capitolo 1

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Capitolo1-BUONGIORNO PITTSBURGH

Alle prime luci del mattino la città di Pittsburgh sembrava già sveglia da un pezzo, con le strade che brulicavano di gente, mentre code di automobili si estendevano in ogni direzione. Quel trambusto mattutino segnava la fine delle vacanze estive che costringeva tutti a tornare al proprio lavoro.

Sam non aveva affatto voglia di alzarsi, ma la sveglia non le diede tregua. L'inizio di un nuovo anno scolastico era alle porte e la scelta del college si faceva sempre più vicina, anche se i dubbi e le perplessità non la rendevano così semplice.

Sam aveva trascorso due settimane fantastiche a Yale durante il suo soggiorno al campus. L' atmosfera tra gli studenti era armoniosa e la struttura in stile gotico rendeva suggestivo l'ambiente che la circondava.

Il college offriva ottimi corsi di medicina e numerose attività che si adattavano  ad ogni tipologia di allievo. Studiare a Yale sarebbe stata un'esperienza entusiasmante e lei avrebbe dovuto impegnarsi duramente per ottenere una borsa di studio.

Madison, invece, aveva deciso di restare a Pittsburgh e frequentare l'Università pubblica. L'ambiente non era prestigioso come quello di Yale, ma il dormitorio dove presto avrebbe alloggiato non era così male.

Avrebbe seguito il corso di letteratura inglese e l'inizio della sua nuova esperienza al college la rendeva nervosa ed eccitata allo stesso tempo. Se Eric le fosse stato vicino, avrebbe sicuramente trovato il modo per frenare la sua agitazione e darle un po' di coraggio, ma da quando se ne era andato, Madison doveva affrontare la sua nuova vita da sola.

Intanto, la sveglia continuava a suonare e Sam avrebbe continuato ad ignorarla se sua sorella non le avesse lanciato addosso un cuscino per esortarla ad alzarsi. Fare tardi il primo giorno di scuola non era la migliore prospettiva per iniziare l'anno e se non si fosse sbrigata avrebbe rischiato di saltare la prima ora.

<<Sam, stai dimenticando la colazione!>>

Sua madre non fece in tempo ad avvertirla perché, come un razzo, lei si era già precipitata ad uscire per raggiungere la fermata dell'autobus.

Quando arrivò a scuola mancava ancora qualche minuto prima che la campanella suonasse. Solo allora Sam rovistò nella borsa con la sensazione di aver dimenticato qualcosa e si accorse di non aver preso la sua merenda. Lo stomaco cominciava a brontolare, quasi come per protesta.

Clarissa e le altre non si vedevano ancora arrivare, così decise di fermarsi a prendere una brioche per tenere a bada i capricci della fame. Raggiunse un negozio nei pressi della scuola e una moltitudine di ragazzi si affollava al banco dei muffin e dei cappuccini per un'abbondante colazione.

Era quasi arrivato il suo turno di ordinazione, quando un ragazzo fece irruzione davanti alla cassa. Era un tipo alto, dalle spalle larghe e i capelli di un castano chiaro, pettinati con una cresta che lasciava scoperta la sua fronte alta.

Sam non sapeva esattamente da dove fosse sbucato, ma quella corporatura imponente coprì interamente la sua esile figura, costringendola a tornare di qualche passo più indietro.

<<Scusami tanto, ma stai saltando la fila>> , sbottò, bussando con un dito alle sue spalle. Non aveva intenzione di far tardi a causa di un perfetto maleducato.

Il ragazzo si voltò di scatto. Indossava un giubbino nero di pelle e la sua espressione accigliata la diceva lunga sul fatto che non volesse sentire ragioni.

<<Come dici? Non vedi che sei completamente fuori dalla coda? Torna indietro e aspetta il tuo turno.>>

<<Sei tu che mi hai buttato fuori! Credi di fare il furbo, vero? Beh, mi dispiace ma non ho tempo da perdere!>>

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