Capitolo 23

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CAPITOLO 23-AMORI PERICOLOSI

Al liceo Kennedy si respirava aria di primavera. La mattinata iniziò con un sole raggiante alto nel cielo per dare il buongiorno alla città. Quel giorno, la squadra di football del liceo Kennedy avrebbe giocato l'ultima partita prima della chiusura del campionato e per fortuna la sfida si sarebbe svolta in casa. Logan aveva ancora un' occasione per convincere quelli della Columbia a dargli la borsa di studio e la partita stava andando alla grande. Lui era il quarterback e aveva la situazione sotto controllo. Pochi punti separavano la squadra del liceo Kennedy dalla vittoria, finché il fallo di un avversario mise Logan al tappeto. Nulla di grave all'apparenza: Logan cercò di alzarsi per continuare a giocare e portare la sua squadra al trionfo ma, non appena tentò di mettersi in piedi, un dolore lancinante lo fece restare immobile per terra. Frankie gridava come una matta, agitata al solo pensiero che gli fosse capitato qualcosa di brutto. Cercò di farsi più vicino, sperando di riuscire a soccorrerlo, nonostante nessuno le avrebbe concesso di fare qualcosa di simile. Non poté vedere molto, tuttavia, se non una barrella che sopraggiunse in campo per caricare Logan e portarlo in infermeria. Frankie lo raggiunse poco dopo e quando si avvicinò al suo letto gli prese una mano.

<< Che è successo? Quell'idiota ti è venuto addosso come un pazzo, poi ti ho visto disteso per terra.>>

<< Mi sono slogato un braccio e rotto una gamba. Non poteva andare meglio come ultima partita.>>

<< Accidenti, Logan. Bhé, se ti può consolare, il tuo avversario è stato squalificato.>>

Logan provò a girarsi in una posizione più comoda, camuffando il viso con un ghigno di dolore.

<< Non importa. La Columbia non mi accetterà mai.>>

<< Perchè pensi questo? Ti hanno visto giocare altre volte: meriti quella borsa di studio.>>

<< Questa era la partita decisiva. L' incidente che ho avuto in campo mi terrà fermo per un bel po' e non sarà sufficiente qualche partita giocata in precedenza per convincerli.>> Frankie sospirò, ma continuò a tenergli la mano e restò con lui, aspettando che i tranquillanti facessero effetto. Prima di addormentarsi, Logan farfugliò qualcosa con una voce quasi strozzata dall'affaticamento che gli procurava il dolore delle sue fratture.

<< Grazie per essere qui.>>

Frankie gli accarezzò i capelli con delicatezza, accennando un sorriso.

<< Non devi ringraziarmi. Non potrei essere altrove.>>

<< Mi dispiace averti dato contro per via della tua storia con Den.>>

<< Lo dicevi per proteggermi.>> Disse Frankie, come per dimostrargli che ormai non ci pensava più, ma Logan sentì di confessarle qualcosa che lei non sapeva ancora.

<< Non lo dicevo per questo: tu sai come cavartela anche da sola. Lo dicevo per me, perché ti amo.>> Le labbra di Logan non avevano mai pronunciato quelle parole prima di allora. Lui non aveva mai amato nessuna e nessuna credeva di poter amare prima di innamorarsi di Frankie, che adesso restava di ghiaccio dinanzi al suo letto. Lui, che aveva sempre ignorato l'amore e i suoi sentimenti, adesso le diceva di amarla e questo era così...così dannatamente fuori tempo. Frankie aveva passato un intero anno a lottare contro l'amore che la teneva legata a lui, compromettendo la loro amicizia secolare e aveva tirato pugni al suo cuore affinché la smettesse di amarlo tanto intensamente. Riaccendere l'amicizia con Logan non era stato facile, almeno prima che Den fosse piombato nella sua vita e adesso era a lui che aveva scelto di riservare il suo cuore. Era arrabbiata, fuoriosa con Logan per averle detto quelle parole e, nonostante le sue condizioni, gli avrebbe mollato volentieri uno schiaffo. Non poteva farle questo adesso che stava con un altro, adesso che l'aveva costretta a tirare fuori di nuovo i sentimenti che aveva per lui e che all'improvviso le sembrarono non essere mai spariti. Per tutto quel tempo, Frankie si era solo curata di metterli da parte e si era imposta di salvare a tutti i costi la loro amicizia, graffiando all'amore così a lungo da marcarne i segni che adesso riusciva a scorgere chiaramente dentro di lei.

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