02 || Dolce e Piccante

16.1K 750 40
                                    

C A P I T O L O 02
D O L C E E P I C C A N T E

<<Basta! Smettila, brutto bastar->> Qualcuno mi interruppe con un colpo di righello sul mio banco. Questa donna mi sta proprio facendo esaurire la mia pazienza. Mi stavo comportando benissimo in classe finché quell'idiota dietro a me cominciò a soffiarmi verso il collo. Lui cominciò a sussurrare nelle mie orecchie, cercando di impressionare i suoi amici, che erano seduti all'ultima fila della classe ridacchiando. Frasi senza senso e complimenti su se stesso uscirono dalla sua bocca. Guardai la mia professoressa di matematica che mi stava stava osservando con occhi duri.

<<Signorina Zanini, giusto? Beh, non so da che scuola lei venga, ma qui non tolleriamo linguaggi inappropriati. Venga nel mio ufficio dopo scuola.>> Con quello lei ritornò nella cattedra e continuò la sua lezione di trigonometria. Sta insegnando agli studenti come calcolare le misure che caratterizzano gli elementi di un triangolo, partendo da altre misure già note. Mi stancai subito e sperai che l'idiota non mi desse più alcun fastidio.

Quando suonò la campanella, misi le mie cose nel mio zaino e mi diressi verso la cattedra. <<Ehm...Professoressa->> Guardai la targhetta del professoressa, non sapendo il suo nome. Ero troppo occupata a controllare l'impulso di girarmi e affondare le zanne sul collo di quell'idiota, che imparare il nome della professoressa. <<Cristaldi. Non posso rimanere a scuola perché devo andare a prendere la mia sorellina, Maria, dopo scuola.>> Lei sorrise, ma non era di felicità o altro.

<<Perché non possono farlo i tuoi genitori o un'altra persona?>> Non volevo dirle niente. La gente non doveva sapere che avevo adottato Maria, la mia bambina. Quella era la prima nostra regola. Non potevamo rischiare che Dante scoprisse dove ci stavamo nascondendo. Quel bastardo sta respirando ancora in questo mondo. E sono sicura che si vuole vendicare.

<<Vede, i nostri genitori sono morti qualche anno fa e da lì siamo stati solo io e lei.>> Mentii. Dalla sua espressione, credette alle mie parole.

<<Capisco. Facciamo che lei si prenda uno di quei libri lì,>> la prof.essa Cristaldi indicò verso il masso di libri appoggiati sopra a uno scaffale vicino alla porta <<e si legga sette-otto capitoli. Voglio tre pagine di riassunto e che risponda alle domande dietro al libro entro la fine della settimana.>> Mi disse. Mi morsi il labbro. Era giusto. Li finirò questa sera.

<<Okay. Grazie, prof.essa Cristaldi.>> Dissi e cominciai a camminare verso la porta con la borsa in mano.

<<Oh! E basta con le parole volgari!>> Gridò lei mentre uscii dall'aula con il libro in mano. Il corridoio era affollato, le persone cominciarono a dirigersi verso la caffetteria. Vidi Tamara appoggiarsi sul suo armadietto, aspettandomi.

<<Com'era Matematica con la prof.essa Cristaldi?>> Chiese lei mentre cominciò ad aprire il mio armadietto e prese le mie cose fra le mani. Lei sapeva la combinazione del mio armadietto, questa piccola peste.

<<Dannatamente a meraviglia.>> Risposi sarcastica mentre mi guardavo attorno. Il battito dei cuori riempiva le mie orecchie. Dopo tutti questi anni, avevo imparato a come controllare i miei istinti.

<<Lei mi ama. Faccio tantissime cose durante le sue lezioni senza che mi rimproveri.>> Mi fece un sorrisetto mentre chiudeva l'armadietto.

<<Per esempio cosa?>> Ridacchiò quando intrecciò le sue braccia con le mie. Quasi tutta la folla si disperse per la caffetteria. Tamara e io stavamo andando in biblioteca. Lei odia il cibo della scuola e io preferisco stare in una stanza piena di libri piuttosto che in una piena di odore di licantropi e sangue umano. Non che gli salterò addosso. Il mio autocontrollo è impressionante.

<<Ho usato il telefono un paio di volte durante le sue lezioni...>> Aveva un espressione pensierosa stampata in faccia. <<Oh! E una volta mi aveva portato dei biscotti. A me! Un pacchetto pieno di biscotti. Erano così buoni.>> Io risi quando cominciò a sparlare.

•—•—•—•—•—•

<<Beh, mandami un messaggio dopo scuola, Valentina. Ciao!>> Disse Tamara con un sorriso prima di camminare via, beh più che rimbalzare via felicemente. Entrai nella classe di storia di buon umore, sperando che niente lo rovinasse.

<<Ciao, bellezza.>>

Brontolai. Ho parlato troppo presto. Mi girai per vedere un ragazzo biondo con gli occhi marroni che probabilmente avrebbe fatto sciogliere il cuore delle altre ragazze, ma a me, fece venire voglia di lacerargli la gola. Dal sorrisetto che aveva stampato in faccia, posso già prevedere cosa starà per dire.

<<Ti darò un'opportunità di lasciarmi in pace prima che ti spezzi il collo.>> Dissi con un tono minaccioso mentre gli lanciavo un occhiataccia. Lui è un licantropo e sono più che sicura che sapeva che sono una vampira. Questo ragazzo per caso voleva morire?

Quando non rispose, mi girai e prima che potessi sedermi, sentii la porta aprirsi. Un delizioso profumo invase le mie narici. Mi attraeva molto che ispirai ancora di più di quella irresistibile fragranza. Era la combinazione fra dolce e piccante. Avevo bisogno di sapere da dove provenisse l'odore. Quando mi voltai per guardare la porta, si aprì ed entrarono due uomini scolpiti. Uno era un uomo vecchio e l'altro era una versione più giovane di quello vecchio. Ma prima che io potessi vedere il suo aspetto, mi ritrovai il ragazzo davanti a me.

Il mio respiro si fece più pesante quando i miei occhi incontrarono i suoi, causando un forte battito nel mio cuore per la prima volta dopo quasi quattrocento anni. I suoi bellissimi occhi marroni si scurirono in un delizioso color nero e per un qualche motivo, sentii un leggero cambiamento nella mia visione. Qualcosa mi consumò. Non ero la stessa persona in quel momento. Tutte e due dicemmo la stessa parola, con lo stesso tono pieno di desiderio ardente.

<<Compagno/a.>>

•—•—•—•—•—•

V O T A
C O M M E N T A

•—•—•—•—•—•

Vampire Mate ( IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora