11 || Narrazione

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C A P I T O L O 11
N A R R A Z I O N E

<<Hai delle gambe da far invidia>> esclamò Tamara mentre mi dava un paio di stivali. Sorrisi, borbottando un "grazie". Le mie gambe probabilmente erano la mia parte migliore. Essere alta 1,67m. ha i suoi benefici. Il mio abbigliamento era casual e comodo. Stavo indossando un paio di pantaloni a tubo a motivi floreali e una t-shirt bianca con sopra una giacca in pelle bianca. Lasciai fare a Tamara il trucco.

<<Non ti dà fastidio che io esca con tuo fratello?>> le chiesi. Lei rimase a bocca aperta.

<<Certo che no! Sono contenta che sia tu la sua compagna e non qualche puttana del branco!>> esclamò. Si sedette nel mio letto, i suoi occhi erano su di me. <<Sono contenta, ma sappi che se questo ti desse fastidio non riuscirei a sopportarlo.>> entrambe ridemmo.

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Risi mentre saltai sulla schiena di Gabriele. <<Mi sento immatura>> gli dissi, avvolgendo le braccia intorno al suo collo. Lui rise e mi disse che voleva camminare nel bosco. Ero felice che non saremmo andati in un ristorante costoso e appariscente.

<<Se sentirò la tua risata, ti vorrò sempre immatura>> risi alla sua frase, notando anche che era arrossito

<<Sei adorabile>> gli dissi, baciandogli la guancia. Questo momento era perfetto, per una volta nella mia estremamente lunga vita, tutto era perfetto. Mentre camminava con me sulla sua schiena, parlammo. Imparai delle cose partendo dal suo colore preferito ai suoi ricordi più memorabili.

Scesi dalla sua schiena e mi risistemai i vestiti; quando sentii un rumore di passi mi girai e non trovai Gabriele.

<<Gabriele! Non scherzare! Non conosco questo bosco!>> gridai. Mi guardai intorno e poi mi sedetti, aspettando che lui si facesse vedere. Lui non mi avrebbe mai lasciata da sola nel bosco. Il vento soffiò forte e mi scompigliò i capelli, facendoli volare. Erano le sei di pomeriggio e il tramonto era bellissimo attraverso gli alberi.

Il mondo una volta era un posto magnifico, nella mia immaginazione. Come una bambina sognavo come sarebbe stato crescere, essere indipendenti, trasferendomi in un'isola di puro paradiso, dove il sole baciava l'orizzonte e dove il sole calava, lasciando la luna splendere nel cielo. Ma quello era solo un sogno, una fantasia.

Un lupo con la pelliccia rossa, come i miei capelli, apparve dietro gli alberi, interrompendo i miei pensieri. Era bellissimo: Gabriele.

<<Sei perfetto.>> gli dissi, accarezzandogli la pelliccia. Lui mi leccò la faccia, facendomi ridere. <<Vuoi andare a cacciare?>> gli chiesi, anche perché non bevevo da ieri. Lui annuì, così mi alzai e mi pulii i vestiti dal terriccio.

Sorprendendolo, gli feci un sorriso malizioso prima di correre, lo sentii ringhiare scherzosamente mentre cercava di raggiungermi. La mia risata si propagò attraverso il vento mentre usavo la mia velocità da vampiro. Rallentai quando udii un rumore famigliare; vidi da lontano un branco di cervi, i miei canini uscirono automaticamente e Gabriele si mise in posizione di attacco.

Lentamente avanzai verso il branco, cercando di non fare nessun rumore. Mi voltai verso Gabriele che già mi guardava. Contai alla rovescia da fino zero e in meno di due secondi, uccisi due cervi e fece lo stesso anche Gabriele. Il resto del branco scappò via.

Io e Gabriele divorammo le nostre prede silenziosamente, ma silenzio non era scomodo anzi era il contrario. Quando finimmo mi sedetti di fronte a lui, la mia schiena appoggiato al suo stomaco.

<<Gabriele, possiamo parlare adesso?>> gli domandai. Sentii un suo lamento. <<Per favore?>> gli chiesi, annuì segnalandomi di proseguire. Da dove comincio? Volevo dirgli tutto così potrà capire, perciò iniziai dall'inizio.

<<Ero una ragazza avventurosa, ma ubbidiente, ascoltavo sempre cosa diceva mio padre. Ero la più piccola della famiglia e mio padre era molto protettivo nei miei confronti dato che ero la sua unica figlia. Mia madre morì quando mi diede alla luce quindi siamo stati solo io e mio padre da quell'evento. Ha avuto alcune amanti, ma non importava.>> dissi, scuotendo la testa.

I miei occhi si spostarono verso gli alberi <<Vedi, mio padre era apprezzato. Aveva quest'enorme fattoria, quindi quando mi chiese di andare ad accompagnarlo a visitare la fattoria di un amico, non fù una sorpresa. Mentre visitavamo la fattoria, incontrai uno strano ragazzo. Non ricordo come si chiamasse ma ai miei occhi, era bellissimo>> sentii il ringhio di Gabriele, che mi fece ridere.

<<Era molto gentile e durante a una riunione, voleva mostrarmi qualcosa in uno dei fienili. Ero ingenua, così innocente. Quando entrai nel fienile, lui mi tirò verso di se>> sentii le lacrime formarsi negli occhi. <<Lui cominciò a svestirmi. Cercai di combattere e combattere, ma lui era troppo forte. Urlai, ma nessuno mi senti e poi tutto diventò nero quando mi colpì in testa. Mi svegliai nell'oscurità, non riuscivo a respirare correttamente e la terra riempii i miei occhi. Ero stata sotterrata, mi doleva la testa, il corpo...il collo. Capii che per uscire avrei dovuto scavare e così feci; dopodiché, trovai un fiume con lo scopo di bere acqua ma quando vidi me stessa...>> le lacrime cominciarono a scendere.

<<I miei occhi erano rossi, ero da sola... Quel giorno scoprii che erano passati cinquant'anni e la mia casa è stata distrutta. Centinai di anni dopo incontrai Dante, il fratello di Maria. Era il mio primo ragazzo.>> Risi quando sentii nuovamente il ringhio di Gabriele.

<<Era uno stregone. Pensavo che fosse una persona gentile e sincero, poi mi mostrò la sua vera natura. Usando la magia, lui mi ferii facendomi provare un dolore che non credevo fosse possibile. Non ho mai saputo il perché mi fece tutto ciò. Durante tutto questo incontrai Maria, aveva tre anni e le piacevano i miei capelli rossi.>> sorrisi; era il mio angelo.

<<In qualche maniera, lei mi diede la forza per affrontare Dante, quindi un giorno, quando era ubriaco, presi Maria e me ne andai. Da quel giorno in poi, siamo stati solo io e Maria>> terminai. Una volta che ebbe finito di parlare, lui si trasformò in un essere umano e si rivestì.

Prese la mia mano e mi fece segno di salire sulla sua schiena. Quando feci quello che mi disse, lui iniziò a correre. Nessuno di noi disse una parola; migliaia di pensieri attraversarono la mia testa, lui era l'unica persona al quale a cui avevo raccontato la mia storia. Quando arrivammo a casa, lui mi mise a terra.

<<Gabriele->> lui mi interruppe posando le sue labbra sopra le mie, il bacio era gentile e tutti i miei pensieri lasciarono la mia testa.

<<Nulla si metterà tra di noi. Lo impedirò. Proteggerò te e quello che abbiamo, anche se dovrò andare contro la mia stessa razza>> mi disse.

<<Che cosa abbiamo Gabriele?>> gli domandai silenziosamente. Cos'eravamo?

Lui sorrise. <<Ci stavo per arrivare. Ascolta, so che è troppo presto ma lo farò nel modo in cui lo fanno gli umani>> lo guardai, confusa. Lui prese un fiore dal mio giardino, di fianco alla porta. Quando si voltò verso di me, vidi l'ansia nei suoi occhi.

Mi offrì il fiore rosa. <<Ti piacerebbe essere mia, ufficialmente?>>

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V O T A
C O M M E N T A

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Vampire Mate ( IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora