08 || Ho paura

10.9K 571 39
                                    

C A P I T O L O  08
H O   P A U R A

Non riuscii a muovermi. Ero allo stesso tempo cosciente e incosciente, come quando sei troppo stanca per restare sveglia e quando non hai abbastanza sonno per andare a dormire. Non avevo la forza per muovermi, neanche per aprire gli occhi, ma sentivo alcuni battiti cardiaci intorno a me ed uno batteva più velocemente degli altri.

<<Papà, lei non è una minaccia!>> Riconobbi quella voce: Gabriele. Era chiaramente incazzato e irritato, dal volume della voce sembrava che fosse in un'altra stanza.

<<La sua esistenza è una minaccia! Figliolo, tu sai come sono i vampiri.>> Riconobbi la voce del padre. Se avessi potuto ringhiare come un licantropo, l'avrei fatto. La mia esistenza una minaccia? Una minaccia per cosa?!

<<Lei è la mia compagna di vita.>> Gridò lui <<Il fatto che sia una vampira non cambia il fatto che siamo destinati a stare insieme. E non permetterò a nessuno, neanche a te padre, di mettersi in mezzo.>> Per la prima volta sentii un calore nel petto; le sue parole mi fecero provare un sentimento sconosciuto. Il rumore di una porta che sbatteva mi fece sussultare; il mio udito era al massimo dato che non potevo né vedere né percepire qualcosa con il tatto.

<<Quando si sveglierà, dottoressa?>> Chiese Gabriele mentre sentivo qualcuno avvicinarsi.

<<Non ne ho idea, forse un'ora o di più. Tu sai che non ho mai curato vampiri in tutta la mia vita>> Rispose una voce femminile.

<<Ah. Quando si sveglierà chiamami con il collegamento mentale, ora devo scambiare qualche parole con Jacopo.>> Jacopo. Farà meglio a stare in guardia.

•—•—•—•—•—•

Quando riuscii finalmente ad aprire gli occhi, i raggi del sole mi accecarono. Grugnii.

<<Ah! Finalmente ti sei svegliata!>> Disse la stessa voce femminile di prima. Una donna bionda con gli occhi grigi si alzò dalla sedia vicino al letto; avrà auto più o meno quarant'anni ed aveva un sorriso gentile. <<Come ti senti?>> Chiese, stavo per dirle che stavo bene quando sentii un dolore alla schiena mentre cercavo di alzarmi. <<Stai attenta. Non sei ancora guarita, ma ora che ti sei svegliata ti rimetterai più in fretta.>> Mi disse. Mi guardai in torno. La stanza era grande e probabilmente era la stanza degli ospiti dato che ero sdraiata su un letto matrimoniale e davanti a me c'era un armadio.

Guardai la donna e notai che si era spostata nel lato opposto della stanza; roteai gli occhi, avrà pensato che le avrei fatto del male. Perché i licantropi presumono sempre la cosa peggiore? <<Non ti farò del male, se è questo che stai pensando.>> Le dissi mentre provavo a rimettermi seduta.

Aggrottò la fronte mentre avanzava verso di me, <<Ehm. Scusa, mi chiamo Franca e sono la dottoressa del branco>>. La dottoressa del branco? Questo significa che sono nel loro territorio? <<Gabriele è nel suo ufficio. Vuoi che lo chiami?>> Chiese lei. Scossi la testa. Meglio evitare, se fosse occupato lo disturberei soltanto.

<<Posso farti una domanda?>> Le domandai mentre lei si sedette dal lato opposto del letto.

<<Certo che puoi.>> Mi rispose.

<<È possibile avere un vampiro come compagno?>> Solo guardandola potei capire che sapeva che il soggetto della domanda fossi io.

<<Beh, non è impossibile, questo è sicuro. È solamente raro; in realtà, non puoi sapere chi sarà il tuo compagno>>.

<<Ma cos'è un compagno? In passato ho incontrato dei licantropi e so le informazioni base, credo. Potresti spiegarmelo meglio?>> Lei sorrise.
<<Un compagno è la fonte della felicità di un licantropo. Un compagno fa diventare la vita meravigliosa.>> Sorrisi mentre vedevo l'amore nei suoi occhi, aveva di sicuro un compagno. <<È come se fosse un pezzo di paradiso in terra. Non tutti hanno un compagno e non è un fattore essenziale per la sopravvivenza. È un dono. Il rapporto di ogni compagno è diverso, quindi non posso dirti cosa proverai, ma quando sono con il mio compagno non voglio essere da nessun'altra parte. Lui mi completa. La sensazione di completezza e unione è molto comune per i compagni e a volte diventa un'ossessione. Quando sono lontana da lui, desidero il momento in cui lo rivedrò o ci parlerò>> Mentre continuava a parlarmi dei compagni, sentii la paura invadermi il corpo.

Avevo paura nel fidarmi di una singola persona, ero spaventata nel provare sentimenti che non avevo mai provato. Questo per me era un nuovo territorio, un territorio nemico. Avevo paura dell'amore e di tutto ciò che implicava: dolore e piacere.

•—•—•—•—•—•

V O T A
C O M M E N T A

•—•—•—•—•—•

Vampire Mate ( IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora