10 || Non Mi Definisce

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C A P I T O L O   10
N O N   M I   D E F I N I S C E

Durante la lezione, tutto quello a cui pensavo era Gabriele. Il modo in cui i suoi occhi si illuminarono quando gli dissi di sì per l'appuntamento o a come le sue labbra soffici mi lasciarono un bacio sulla guancia. Ero eccitata, nervosa, insicura e piena di dubbi allo stesso tempo; dovevo solo accettare il fatto di essere la sua compagna. Mi andava bene che era un licantropo, ma la mia natura andava bene a lui? E al suo branco?

<<Valentina!>>. Il sussurro di Tamara mi fece roteare gli occhi. Era dall'inizio della lezione che cercava di attirare la mia attenzione e iniziava a diventare fastidiosa. Sospirai. Era solo il secondo giorno di scuola e già erano successe un sacco di cose: ho incontrato la mia prima amica, ho trovato il mio compagno, il padre del mio compagno mi ha attaccata e il migliore amico del mio compagno mi ha pugnalato alle spalle. Mi sorprendo di essermi svegliata questa mattina.

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Quando la campanella suonò, Tamara fu al mio fianco in un istante. <<Sei una stronza, mi hai ignorato per tutto il tempo.>> Mise anche il broncio ed io risi.

<<Sì, come se tu volessi la mia attenzione per qualcosa di importante>> dissi mentre uscimmo dalla classe per dirigerci verso la caffetteria.

<<Lo era, ma ora non lo saprai mai!>>

Camminare nella caffetteria era troppo fastidioso; troppi odori e battiti differenti mi facevano venire il mal di testa, ma ero stata in posti ben più affollati di questo, quindi perché mi stava facendo questo effetto? L'odore dei licantropi era l'odore più forte, ma sorprendentemente non mi dava alcun fastidio.

<<Avanti! Loro sono da quella parte.>> Disse Tamara mentre mi trascinava verso un tavolo vicino alla finestra; cercai di ignorare gli sguardi curiosi degli umani e gelidi dei licantropi e per dargli fastidio feci loro l'occhiolino. Guardai in giro e aggrottai la fronte notando che Gabriele non c'era; Tamara in tanto iniziò a presentarmi alcuni amici che erano seduti al tavolo. Tutti licantropi, ovviamente. Tanti mi diedero solo uno sguardo minaccioso per poi tornare alle loro conversazioni; mentre gli altri, che erano curiosi, mi fecero delle domande.

<<Come mai non ti bruci sotto la luce del sole?>> chiese Elisa, una ragazza bionda. Risi. <<Quelle sono solo miti e leggende. Posso camminare sotto la luce del sole, solo che la pelle sembra come se avesse delle scottature>> spiegai.

<<Puoi mangiare cibo normale?>> chiese lei. <<Sì>> risposi alzando un sopracciglio. Scelsi di essere diretta e di non andare sui dettagli poiché le sue domande iniziavano ad irritarmi.

<<Tu dormi?>> Sì.

<<Per caso hai una bara?>> No.

<<Riesci a guardarti allo specchio?>> Sì.

La domanda successiva catturò l'attenzione di tutti <<Uccidi le persone?>>. Tutti mi stavano fissando, aspettando la mia risposta mentre Elisa mi mordeva il labbro. <<Ehm, volevo dire, mordi le persone per bere?>>. Il battito del suo cuore accelerò; aveva paura o era solo nervosa per la mia risposta?

Inspirai. Prima che potessi rispondere sentii una mano posarsi sulla mia spalla. Sorrisi quando riconobbi il calore che la mano trasmetteva. Era Gabriele. <<Basta con le domande>> disse lui mentre si sedeva accanto a me con una evidente preoccupazione.

Sorrisi mentre intrecciavo la mia mano con la sua; lui fissò le nostre mani unite con un gran sorriso. Il calore era dappertutto mentre dei brividi percorsero le mie braccia; ero concentrata su di lui. Il suo odore, il suo calore, il suo tocco e il modo in cui mi guardava; era contento e da quell'istante in poi capii di voler vedere sempre quella felicità sul suo volto.

<<No, è tutto apposto. Posso rispondere>> gli dissi. Nei suoi occhi scuri erano ancora pieni di preoccupazione, ma c'era anche curiosità. Misi il gomito sul tavolo, appoggi la testa sul palmo della mia mano e, dopo aver respirato profondamente.

Risposi. <<Sazio la mia sete bevendo sangue animale, soprattutto quello degli orsi e dei cervi, poi una volta al mese bevo del sangue umano.>> I miei occhi non lasciarono mai Gabriele.

<<Deve essere sempre AB, altrimenti non lo bevo.>> I miei occhi si posarono su Elisa che aveva gli occhi spalancati per la sorpresa. <<Ho un ottimo autocontrollo, quindi stare vicino agli umani non mi provoca qualsiasi cosa voi stiate pensando. Non credete ai miti e alle leggende, perché potrebbero essere falsi.>>, Elisa guardò le sue gambe, evitando di incrociare il mio sguardo.

Guardai gli altri e notai che alcuni continuavano a guardarmi minacciosamente. <<Non giudicate qualcuno se non lo conoscete. Io sono io e il mio essere un vampiro non mi definisce.>>

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V O T A
C O M M E N T A

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Vampire Mate ( IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora