20 || Ricatto

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C A P I T O L O  20
R I C A T T O

Sorrise gentilmente. <<Ciao! Sono Cassandra>>

La studiai, aggrottando le sopracciglia e stringendo le labbra: che ci fa lei qui?

Guardai dietro di lei e notai che eravamo da sole. <<Che cosa vuoi?>> Le chiesi insospettendomi all'improvviso.

Il suo odore mi colpì le narici mentre si alzava un leggero venticello; Ero abbastanza intelligente per sapere che non era un lupo mannaro qualsiasi: forse era una razza ibrida o chissà cosa. Non sapevo molto dei licantropi per presupporre altro. Non aveva l'odore di un vampiro per certo e quindi sapevo che non era un ibrido. Non mi piaceva quando non so qualcosa.  Avrei potuto avere più di 1000 anni ma non sapevo tutto.

<<Sono venuta per parlare>> si guardò attorno accuratamente per poi guardarmi dritto negli occhi. <<Preferirei farlo dentro. Posso?>>

Invitarlo dentro mi fece provare  di disgusto.
Era venuta per parlare. Parlare e basta.
Ma parlare di cosa? Cosa poteva essere così importante che doveva avere questo impellente bisogno di entrare a casa mia per parlare in privato?

<<D'accordo>> assentii e mi feci da parte
<<Entra>> una ragione doveva averla, dopotutto. Tanto vale ascoltare. Chiusi la porta dietro di noi e poi condussi entrambi nel salotto. Maria stava mettendo il film quando entrammo.

<<Vale, fai presto!>> gridò prima di mettersi comoda sul divano.

Sorrisi. <<Dopo, amore, dopo>> le dissi sorridendole e vedendo Cassandra che la guardava in modo curioso. Non mi sono mai piaciute le persone che venissero a sapere di Maria. Non mi andava a genio quando si coinvolgevano da sole e senza mio permesso nella mia vita personale. Non devono coinvolgersi nei miei affari, tutto qui, molto semplice. Ma soprattutto, non volevo che le persone usassero Maria contro di me. Lei era il mio punto debole e al contempo il mio punto di forza.

Gli occhi di Maria si spalancarono quando vide Cassandra. Sapevo che andava matta per i suoi capelli, sapendo che il suo colore preferito era rosa. Guardò le sue ciocche come se Ariel, la Sirenetta, fosse qui di persona. Alzai gli occhi al cielo

<<Voglio i suoi capelli, Vale!>> borbottai un "sì, sì." , dirigendoci verso la cucina. Feci accomodare il mio ospite indesiderato a sedersi.

<<Caffè? Limonata...?>> chiesi, cercando di rompere il ghiaccio.

<<Caffè, per favore.>> feci un cenno col capo e presi una tazza alla cieca <<Comincia a parlare>>

<<Mi serve il tuo aiuto>> attaccò, inarcai un sopracciglio. Prima che potessi chiedere continuò. <<Ho bisogno di essere accettata dal branco>>

Deglutii mentre continuavo a fare il caffè. <<Eri stata cacciata via?>> sentii il battito del suo cuore accellerare sottoa pressione del sangue che aumentava la sua corsa inarrestabile nelle vene.

<<Ehm...>> disagio. <<Qualcosa del genere>>

Lo prenderò per un sì. <<Se vuoi il mio aiuto, sputa il rospo>> posai la tazza sotto la caffettiera e mi voltai verso di lei.

<<Sono stata cacciata via perché non ero ritenuta affidabile>> disse con un tono freddo, facendo le virgolette con indici e medi. Potevo praticamente sentire la sua rabbia montarle dentro.

<<Allora come mai sei qui? Sei sei una persona di cui non ci si può fidare, come puoi essere in questo territorio?>> chiesi un po', tanto, confusa;

<<Beh, vedi. Mia madre sta morendo>> disse non nascondendo il tono indifferente.

<<Oh. Quindi sei solo qui affinché tua madre non muoia?>>

Annuì. <<Mentre sono qui ho intenzione di riottenere la fiducia dell'Alfa e di essere riaccettata nel branco>> Ho un brutto presentimento...

Mentre stava parlando mi concentravo sul suo battito cardiaco: continuava ad accelerare e accellerare come se potesse schizzarle fuori dal petto <<Ed è qui che ho bisogno del tuo aiuto>>

<<Cosa ti fa pensare che ti aiuterò?>> le chiesi direttamente senza giri di parole

Stentò un sorriso ma i suoi occhi mi fissavano di traverso. Ho visto sorrisi finti per tutta la mia vita che potrei riconoscerne uno anche se fossi cieca e in punto di morte. Non so se pensa che io sia una stupida ma ho scelsi di stare al suo gioco. <<Perché così dimostrerai a Gabriele che un buon cuore. Così saprà che non sei solo una succhiasangue>> il suo stava correndo, manco dovesse correre una maratona. Cosa stava nascondendo questa ragazza? Cosa stava cercando di fare?

Io non ho bisogno di dimostrare nulla a nessuno. Neanche a Gabriele. Non mi vergogno di cosa sono perché io lo so chi sono. Se Gabriele veramente ci tiene a me mi accetta per come sono. So che il mio cuore di pietra non è puro. So che ho delle imperfezioni. Ma cerco di far finta che ho un cuore che batte come tutti gli altri. Questa è la differenza tra me e gli altri vampiri. Loro si sono già arresi mentre io sto ancora sperando. Sperando di vivere una vita come un essere umano.

<<Non dirmi cazzate>> sbottai mentre mi girai a prendere la tazza. <<Zucchero? Latte?>> chiesi cambiando argomento. Quando non rispose, scrollai le spalle e misi la tazza di fronte a lei. Era sovrappensiero.

Riuscii a sentire il suo odore. Perché era nervosa? <<Okay. Che ne dici di un patto?>>

<<Um... che?>>

<<Tu mi aiuti e io ti do le informazioni della Tribù di Ramiro>> merda. Come fa a saperlo? Come può sapere della tribù?

<<Cosa sai di Ramiro?>>

Vidi qualcosa attraversare i suoi occhi, una scintilla. <<Questo... quello...>> Volevo strangolarla per fare uscire a forza tutte le informazioni che sapeva. Volevo versarle il caffè per farle aprire la bocca. Non lascerò che questa cagnami manipoli per aiutarla. Come potrei beneficiarne? Non ho bisogno di informazioni sulla Tribù di Ramiro. Posso farcela da sola. Però la spia della curiosità rimane accesa...

Potrebbe aver saputo che ho incontrato i vampiri oppure era lì a origliare o magari un vampiro sta lavorando con lei. Qualcuno le sta passando informazioni, poco ma sicuro.

Le sorrisi. <<Affare fatto.>>

Giochiamo.

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V O T A
C O M M E N T A

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Vampire Mate ( IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora