why don't you smile?

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Leggete il coso autrice è importante!!

Derek si era ormai abituato alla presenza del piccolo infermiere impertinente, non era più un colpo di scena. Le novità non erano ben accolte, di solito, ma i pazienti sembravano avere tutti una certa sintonia con il ragazzo. Avevano ricominciato a mangiare, dormivano più sereni ma, cosa più importante, avevano cominciato a sorridere. Derek, che ormai non era più abituato a nessun movimento del volto, o di qualsiasi parte del corpo, non ci aveva nemmeno voluto provare, mentre quando Stiles sorrideva agli altri, quelli subito ricambiavano e ridacchiavano. Tutto scorreva tranquillo e il sorriso era tornato ad aleggiare sul volto di tutti quanti, tranne che sul suo. Lui era l'unico paziente al quale non veniva portato più cibo, era l'unico a fare sogni mostruosi la notte, a rivivere sempre la stessa identica giornata, ancora e ancora, all'infinito. Era l'unico che non ricambiava il sorriso. Veniva guardato male da tutti, con sguardo di disprezzo, per lui era una cosa nuova, e molto fastidiosa. Era sempre stata una persona sorridente, solare e allegra, gentile con tutti, ma soprattutto amata per il suo carisma e ammirata per la sua forza d'animo. Era per quel motivo, che lei lo aveva scelto, tra tanti, ma i fatti lo avevano ormai reso diverso, e infondo sapeva che non sarebbe più riuscito a tornare come prima, com'era quando era davvero felice. Spesso in risposta alle occhiatacce degli altri borbottava cose che suonavano come "lasciatemi in pace", ma nessuno gli prestava ascolto, la sua voce troppo roca e bassa, sembrava che avesse disimparato ad usare le corde vocali. Ed era allora che in sua difesa interveniva il piccolo, dicendo di lasciarlo stare e di occuparsi dei fatti propri, che se non voleva sorridere non era un problema, il che spingeva il grande a chiedersi perchè lo facesse. Ormai nessuno si avvicinava più a lui, tutti dicevano che era meglio stargli alla larga, perchè rischiavano di essere intossicati dalla sua puzza di morte.
Quella mattina Derek si era svegliato presto, come sempre, a causa di uno dei suoi incubi. Si stava beando nel silenzio, facendo finta di dormire, quando vide un'ombra davanti a sè.
"Apri gli occhi".
La voce gli era familiare, così fece come gli era stato ordinato, e vide Stiles in piedi, alla fine del letto, poggiato contro la spalliera. L'espressione che aveva in viso non era la solita, suggeriva severità e rabbia, non come il suo solito viso sereno e spensierato.
"Guardami".
Qualcosa nel suo tono, lo spinse a ubbidire. Non lo aveva mai guardato negli occhi e proprio in quell'istante Derek, lo stesso ragazzo che non era mai stato intimorito da niente e nessuno, lo stesso ragazzo che non aveva paura di affrontare la morte, ebbe un fremito. La sua espressione era indecifrabile, ma un guizzo di bontà negli occhi del più piccolo rimaneva sempre.
"C-come lo sapevi?" Chiese il più grande, con quella voce roca con cui riusciva a malapena a parlare, il suono usciva profondo e duro, non come era sempre stato abituato a sentire la sua voce. Il malato capì che il ragazzo aveva perfettamente capito che si riferisse al modo in cui sapesse che non stava dormendo. L'infermiere, che di solito straparlava, esitò un attimo prima di rispondere.
"Ho osservato".
Disse in un bisbiglio. Derek non sapeva se sarebbe stato capace di bisbigliare, ma provò lo stesso a imitarlo.
"Cosa vuoi?"
Il suo tono non era ostile, solo pura e semplice curiosità. Non era uscito esattamente in un sussurro, anzi, sembrava quasi un sibilo, constatò il moro, e successivamente si guardò intorno per vedere se aveva svegliato qualcuno. Non era un dialogo privato, ma non voleva che qualcuno li sentisse, nemmeno l'infermiera era presente.
Il ragazzo gli fece una semplice domanda, così facile che mandò l'altro in tilt in meno di qualche secondo.
"Perchè non sorridi?"
Derek aprì la bocca per tentare di parlare, ma la richiuse qualche istante dopo. Esitando, la riaprì di nuovo, sperando di far uscire qualche parola con un significato.
"I-io... non ho niente p-per cui s-sorridere".
Dopo quella risposta, l'infermiere lo guardò negli occhi per un paio di minuti senza dire niente, dopodichè girò sui tacchi e sparì, e il malato capì che aveva concluso il suo discorso e che da allora non sarebbe cambiato più nulla.
Molti pazienti furono spostati da quell'ala, perché in condizioni migliori grazie all' 'infermiere miracoloso' come veniva chiamato Stiles. Non aveva più provato a parlare con lui, e le giornate trascorrevano senza che Derek dovesse faticare per andare verso la morte.
Finchè un giorno, qualcosa cambiò.
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Non ammazzatemi!!
Spero che questo capitolo vi piaccia, e scusate se non aggiorno spesso, ma sono umana e vado in vacanza anche io a Natale.
Continuo SOLO se il capitolo ha almeno QUATTRO VOTI e DUE COMMENTI. Quindi VOTATE e COMMENTATE, grazie tesorii.
Grazie per l'attenzione.
Al prossimo capitolo :*
Gin <3

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