Is Der fine?

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Chiacchierarono amabilmente per più di mezz'ora, gustando le loro ottime colazioni, ridendo e scherzando, come amici di vecchia data, finchè non venne il momento di pagare il conto.
"Pago io" proclamò Derek, risolutamente, poggiando i soldi sul tavolo.
"Non provarci Hale, ti avverto, offro io" replicò l'altro, prendendo i soldi del moro e mettendoli nella tasca della giacca che portava.
"Stilinski, la prossima volta ti faccio andare all'ospedale io, se non mi lasci pagare il conto" dichiarò il più grande con aria di sfida. Non avrebbe mai osato fare male al più piccolo nè sfiorarlo con un dito, stava bluffando, ma sperava che il ragazzo non se ne accorgesse, sapeva essere piuttosto bravo a mentire.
"Ah ah, divertente. Pago io, oppure ci vediamo un'altra volta e paghi tu" propose il più piccolo, e all'altro piacque immediatamente la supposizione che ci sarebbe stata una prossima volta.
"Accetto, piccolo Stilinski" acconsentì Derek, facendogli l'occhiolino e rimettendo i soldi sul tavolo.
"Affare fatto, Der" replicò il castano, e subito si pentì di ciò che aveva detto. Subito divenne del colore della marmellata di fragole che l'altro aveva appena finito di mangiare.
"N-non t-ti da f-fastidio s-se ti c-chiamo Der, v-vero?" balbettò quasi sussurrando, a voce molto più bassa, che il grande dovette inclinarsi verso di lui sopra la tavola per sentire.
"No Stiles, va bene, tranquillo" sorrise imbarazzato il più grande, grattandosi la nuca con la mano, coperta dei capelli ormai lunghi che avrebbe dovuto tagliare a breve, erano diventati fin troppo ribelli.
"Uhm, okay, Der, allora ci vediamo?" l'affermazione di Stiles suonò più come una domanda, anche se il ragazzo non voleva farla sembrare tale. Si alzò, facendo rumore, perchè si era dimenticato di alzare la sedia. Alcune persone si girarono, ma le altre non fecero caso a loro e continuarono ad ignorarli. Il più grande si battè una mano in fronte e si alzò anche lui, facendo bene attenzione ad alzare la sedia da terra, prima di rimetterla a posto. Si diressero entrambi fuori dal tendone, uno accanto all'altro in un silenzio imbarazzante, nonostante la sala fosse gremita di persone.
Quando furono all'aperto, il più piccolo abbracciò di slancio Derek che, interdetto, strinse le braccia possenti sui fianchi di lui, tirandolo più a sè. Il ragazzo aveva i capelli ispidi che sfioracano la mascella dell'altro, perchè il moro era più alto di qualche centimetro, le braccia allacciate intorno al suo collo e la testa nell'incavo.
"Ciao, Der" sussurrò il piccolo Stilinski al suo orecchio, con le labbra così vicine ad esso da sfiorarlo. Lo strinse forte un'ultima volta e poi scappò via, senza nemmeno dare il tempo al più grande di replicare il saluto. Il suo profumo aleggiava ancora nell'aria. Correva veloce senza voltarsi, lasciandosi dietro un Derek interdetto e confuso in piedi in mezzo alla strada.
Il ragazzo ci mise un po' a riprendersi, iniziò a realizzare la realtà intorno a lui solamente quando smise di sentire il corpo caldo del ragazzo ancora a contatto con lui, le sue labbra fini ancora attaccate al suo orecchio, la sua voce vellutata dentro di esso.
Mentre tornava a casa sbagliò strada un paio di volte, dando la colpa al fatto che era mancanto per tanto tempo, e non si ricordava per bene il suo quartiere, il posto dove era nato e cresciuto. Ma sia lui che il suo cuore sapevano che non era colpa della memoria, ma di una persona, se aveva smarrito la via di casa.
Una volta arrivato, si gettò sul divano, accendendo la tv.
La televisione era un mezzo piuttosto inutile per sviare i pensieri di Derek. Anche a tutto volume nella stanza, essa non superava comunque i pensieri del ragazzo. Si tormentava le mani, poggiate in grembo, comodamente sdraiato sul divano. La sua posa suggeriva che era rilassato, mentre invece l'ansia si era impossessata di lui come un veleno.
Non sapeva se davvero il ragazzo avrebbe voluto rivederlo, o se era stato solamente uno stratagemma per farlo pagare, ma Stiles non gli sembrava il tipo.
Lui era buono, gentile, e soprattutto generoso, non gli avrebbe mai fatto questo.
Il telefono vibrò, e Derek sperò con tutto il cuore che fosse una chiamata di Stiles. Aveva aspettato tutto il giorno anche solo un suo squillo, o qualsiasi cosa che gli dicesse che era vivo e che voleva ancora uscire con lui. Ma niente, c'era stato silenzio radio per tutto il giorno. Ancora una volta il ragazzo fu deluso nel constatare che era solamente un messaggio, ma lo aprì lo stesso, perchè era sempre buona educazione rispondere. Magari era un suo amico che voleva vederlo, non aveva ancora organizzato nulla da quando era tornato. O forse era la palestra, che voleva sapere quando avrebbe ricominciato a prendersi cura del suo corpo.
È stato bello oggi, Der. Rifacciamolo più spesso.
Otto parole.
Trentotto lettere.
Una virgola, due punti.
La felicità per Derek.
Il segnale che tanto stava aspettando era arrivato, e con esso anche la gioia di vivere del moro.
Oh, l'avrebbero rifatto più spesso eccoome. Sarebbero usciti insieme quante volte il piccolo Stilinski avrebbe voluto, anche tutti i giorni se a lui andava bene.
Sorrise come un bambino davanti a quello schermo per più di cinque minuti, prima di rendersi conto che avrebbe dovuto rispondere. Purtroppo, lui era un disastro con i messaggi. Non era capace di riassumere tutto ciò che provava in poche righe, e questo spesso giocava a suo sfavore. Provò diverse volte a scrivere e riscrivere il messaggio, finchè non ne digitò uno abbastanza comprensibile e poco noioso, e lo inviò, con le dita che tremavano.
Ogni volta che vorrai, piccolo Stilinski.

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Non sono morta!
Mi dispiace
Per la mia assenza
Ma sono stata impegnatissima
I'm sorry
Comunque, spero che il capitolo
Sia di vostro gradimento.
Ho dovuto fare i salti mortali
Per pubblicarlo
(Wattpad me l'ha cancellato)
10 voti e 5 commenti?
Baci, Gin.

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