When you lie

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Dopo la festa e tutto ciò che era successo, Derek non aveva più avuto tempo di rivedere Stiles, e il ragazzo non l'aveva più chiamato. Sospettava che si stesse ancora riprendendo dall'accaduto, e lo avrebbe capito se magari lo evitava. Sperava solamente che non sarebbe durato a lungo, perchè i secondi senza di lui si trasformavano in minuti, i minuti in ore e le ore in giorni, il tempo scorreva più lento, quando non era con lui.
Aveva tentato di darsi da fare per non pensarci, chiamato vecchi amici e si era preso un po' di tempo per pensare a sè. O meglio, per pensare a Stiles.
In realtà, non aveva fatto altro che pensare a quel piccolo ragazzino logorroico che gli aveva cambiato la vita.
Aveva sentito che un treno aveva sbandato dai binari, 21 morti e 48 feriti, sicuramente all'ospedale aveva avuto da fare, magari aveva avuto doppi turni e fatto gli straordinari.
Magari non aveva avuto il tempo per chiamarlo. Era questo che si raccontava, giustificando l'altro e anche sè stesso, per ciò che aveva fatto.
Gli aveva mentito.
Sentiva l'impellente bisogno di dirgli la verità, come se il loro rapporto non sarebbe stato più lo stesso con quel muro di menzogne a separarli.
Vibrò il telefono, Derek lo aveva tenuto vicino tutto il giorno sperando che Stiles lo chiamasse o gli mandasse un messaggio, ma aveva perso la speranza, e non guardava più lo schermo quando esso si accendeva.
Immaginò un messaggio di Stiles.

So che mi hai mentito.

Probabilmente era vero, forse lo aveva capito, lui non era mai stato bravo a mentire.
La verità era che lui gli mancava, e non poteva farci nulla, niente di niente, perchè se lo avesse chiamato, o gli avesse scritto, probabilmente gli avrebbe dato fastidio.
In quello stesso istante, il telefono vibrò ancora, un messaggio.
Le sue dita si muovevano frenetiche, ma il cervello gli impediva di controllare il telefono, come una sorta di punzione autoinflitta. La sua resistenza però non durò a lungo, e alla fine illuminò lo schermo del telefono che annunciava un nuovo messaggio.

Stiles: ho bisogno di vederti, incontriamoci all'angolo di casa tua alle tre.

Il cuore del ragazzo iniziò a battere velocemente, il respiro accelerò. Battè più volte le palpebre per assicurarsi di non stare sognando, ma quella scritta non accennava a scomparire dallo schermo dell'aggeggio elettronico che teneva fra le mani. Guardò l'ora: le due e quarantacinque. Il ragazzo diceva che aveva bisogno di vederlo, così non tardò molto ad alzarsi dal divano e prepararsi fulmineamente per incontrare Stiles. Il fatto che avesse voluto vederlo poteva essere sia positivo che negativo, e anche se sperava nella prima ipotesi, immaginava che fosse la seconda.
Quando raggiunse il luogo indicato da Stiles, il ragazzo era già lì, a pochi centimetri di distanza da lui. Vederlo, il suo viso così pallido e candido, costellato di nei, i suoi capelli marrone chiaro, i suoi occhi nocciola, gli provocò una fitta al cuore. Ricordò improvvisamente i tempi in cui lui era all'ospedale, mentre Stiles era l'infermiere. Gli era mancato tremendamente non vederlo per tutti quei giorni, e anche se non l'avrebbe mai ammesso aveva bisogno di lui.
《E-Ehi》balbettò Derek, e l'altro non gli diede nemmeno il tempo di parlare che si gettò fra le sue braccia seppellendo il viso nell'incavo del suo collo. Tutte le parole che il maggiore aveva pensato per scusarsi svanirono dalla sua mente, e si ritrovò subito con le braccia attorno all'esilw corpicino del più piccolo.
《Derek》lo chiamó allontanandosi da lui per guardarlo megli negli occhi, e al più grande parve di sentire una vena di disperazione nella sua voce, e di scorgerla nel suo sguardo.
《Dimmi la verità su quella sera, ti prego》bisbigliò appena, puntando lo sguardo in basso. Sembrava davvero turbato, come si aspettasse di sentirsi dire che sua madre era morta o gravemente malata, ma del resto Derek non sapeva affatto come avrebbe preso ciò che aveva da dirgli. Probabilmente ne sarebbe stato schifato, non poteva dirglielo. La loro amicizia sarebbe stata rovinata per sempre, probabilmente avrebbe passago giorni interi a rimpiangere di averlo fatto. Non doveva assolutamente, così pensò di insistere con le menzogne, sperando che il ragazzo ci sarebbe ancora una volta caduto.
《Ti ho detto ciò che considero la verità》si sforzò di apparire neutro mentre lo diceva, qualcosa si spezzava in lui. Quella parte che gli diceva di dirgli tutta la verità, era mista a quella che voleva baciarlo, e stava ingaggiando una dura lotta contro la parte responsabile che invece ci teneva a quell'amicizia e non voleva affatto che qualcosa potesse rovinarla.
《Quando menti i tuoi occhi diventano grigi, e adesso lo sono Derek, sembra che stia per piovere》disse l'altro quasi con rassegnazione, scuotendo la testa, come faceva sua madre quando disapprovava qualcosa che lui stava facendo. Era raro che accadesse, ma qualche volta l'aveva vista scuotere la testa a quel modo. L'espressione del ragazzo, piena di delusione come quella di sua madre, fu la goccia che fece trabboccare il vaso.
《E va bene》sbottò tentando di assumere un tono contrariato, sperava ancora che il ragazzo lo avrebbe risparmiato dal raccontare la verità, ma non appena disse quelle parole il viso dell'altro ebbe la reazione opposta e si illuminò. 《Vuoi sapere perchè ho baciato quel ragazzo al locale?》domandò incerto, seppur mostrando e ostentando una certa arroganza.
L'altro annuì mestamente, erano ancora vicini nonostante dopo l'abbraccio lui si fosse allontanato.
《Perchè pensavo fossi tu》

okay okay
non uccidetemi
so che sono in ritardo
ma ultimamente scrivo
i capitoli solo la notte
perchè ho poco tempo
di giorno
comuuuunque
spero che vi piacciah
ditemi che ne pensate
nei commenti
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10 voti e 4 commenti
Baci, Gin.
p.s. non smettete di seguire la storia mi raccomando!

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