"Vorrei un muffin al cioccolato e un cappuccino, per favore" disse Stiles dopo aver esaminato con sguardo inquisitorio il menù, e successivamente i suoi occhi passarono dalla cameriera a Derek, che si stavano fissando intensamente. Lui stava guardando lei, lei stava letteralmente mangiando con gli occhi lui.
"Derek?" lo chiamò il ragazzo dall'altro capo del tavolo, di fronte a lui. Derek si riscosse dallo scambio di sguardi con la ragazza e si grattò la testa, con confusione negli occhi. Scelse la prima cosa che gli capitò di vedere. "Per me dei pancake con marmellata di fragole" disse con un tono insicuro, tentando di non guardare la cameriera dallo sguardo di fuoco, dopo mesi di cibo dell'ospedale, qualsiasi cosa gustosa e sfiziosa gli sarebbe andata a genio. Il più piccolo passò lo sguardo dal ragazzo alla cameriera, aspettando che ella se ne andasse, e Derek cominciava a sentirsi molto a disagio in quella situazione. Quando ella finalmente girò i tacchi e si voltò, entrambi tirarono un sospiro di sollievo, ma il più piccolo aveva uno sguardo cupo. Dapprima il ragazzo non capì perchè, e continuò a comportarsi come se nulla fosse accaduto.
"Come va, in ospedale?" domandò, per annullare quel silenzio imbarazzante che si era creato fra loro. Poggiò una mano sul tavolino di legno, accanto a quella di Stiles, ma non osò prendere la sua, così piccola e delicata, sembrava che si potesse sgretolare al solo tocco, come cristallo nelle mani sbagliate.
"Mi hanno trasferito, non sono più nella sezione dei malati terminali, e mi hanno anche promosso infermiere capo, con un aumento notevole di stipendio, che servirà a mantenerci" il ragazzo cominciò a straparlare come era suo solito, e Derek perse la concentrazione, finchè non pronunciò l'ultima parola. Mantenere lui e chi? Magari aveva un animale domestico, come ad esempio un cane e un gatto, magari anche un coniglio o un canarino. Ma non poteva trattenersi dal fare quella domanda.
"Mantenerci? Tu e chi?" chiese, cercando di non far trapelare quel pizzico di fastidio che si celava nella sua voce.
Il ragazzo lo guardò negli occhi, abbozzando un piccolo sorrisetto.
"Io e..." cominciò lui, ma fu interrotto dalla cameriera che aveva portato le ordinazioni. Derek la osservò poggiarle sul tavolo, fargli l'occhiolino e andare via sculettando. Spostò lo sguardo sul suo piatto fumante, due pancakes dall'aria invitante erano stesi su di esso, arrotolati su loro stessi, ripieni sicuramente di quella marmellata di fragole che aveva ordinato. Si passò la lingua sul labbro inferiore, aveva l'acquolina in bocca. Poi si incuriosì del piatto dell'altro, un misero muffin al cioccolato con scaglie di cioccolato bianco e accanto una tazza fumante di cappuccino. Si battè una mano in fronte quando si ricordò di essersi scordato di ordinare il caffè, ma non avrebbe nuovamente messo a disagio Stiles chiamando la cameriera.
Nel frattempo lo stava divorando la curiosità di sapere chi vivesse nell'appartamento con il ragazzo più piccolo, e il suo sguardo insistente nei confronti dell'altro faceva capire molte cose.
"Tu e...?" lo incalzò il più grande. Non voleva sembrare geloso o altro, perchè non lo era assolutamente, aveva solo molta curiosità di conoscere chiunque fosse vicino a Stiles affettivamente.
"...Scott" concluse infine il più piccolo, con un mezzo sorriso sulle labbra. Derek si rilassò, quello sembrava un tipico nome da cucciolo di pastore tedesco. Lui amava gli animali e non vedeva l'ora di conoscere un cucciolo tanto carino quanto il padrone.
"Ah il tuo cane? Quanti anni ha? Che cibo mangia? Sta bene?" chiese lui, che si interessava molto di animali da quando il pericolo era passato.
Il ragazzo che gli stava di fronte scoppiò in una sonora risata, tale che tutte le perso e presenti nel bar si girarono a guardarlo. Derek impallidì per la vergogna, ma si sciolse al suono della sua bellissima risata.
"Ma no, scemo, Scott non è il mio cane, è il mio migliore amico!" Esclamò il ragazzo, tutto contento. Il più grande, che aveva messo sotto i denti un altro boccone di quella delizia che aveva nel piatto, per poco non si strozzò. Cominciò a tossire sonoramente, mettendosi un tovagliolo davanti alla bocca e non sapendo che fare, ma il più piccolo, esperto in situazioni di emergenza, gli fece bere un po' del suo cappuccino per far in modo che il boccone non lo facesse strozzare.
Quando tutto fu finito, il ragazzo sorrise debolmente mentre Derek era alquanto sconvolto. Viveva con il suo migliore amico? Perchè non glie lo aveva mai detto?
Solo in quel momento realizzò che in realtà sapeva così poco del ragazzo di fronte a lui, che era praticamente uno sconosciuto. Così, più per cercare di non pensare a quello Scott che aveva il privilegio di vivere con Stiles, iniziò a fare domande al più piccolo sulla sua vita e sulle sue attività passate e future. Scoprì che aveva studiato medicina, come era abbastanza ovvio, ma aveva mollato all'ultimo anno per problemi di costo, e si era iscritto al corso per infermieri poichè costava di meno. Il suo sogno era fare il chirurgo, ma era sicuro che non ce l'avrebbe mai fatta. Conosceva Scott dalla prima elementare, era praticamente suo fratello ed erano andati a vivere insieme da quando lui aveva iniziato giornalismo, ovvero quattro anni fa. Il corso non era troppo costoso e con un piccolo aiutino da parte di Stiles, Scott ce la stava facendo. Erano molto legati e niente al mondo sarebbe riuscito a dividerli. All'età di dieci anni sua madre era morta, a causa di una forma di demenza che può colpire anche le persone più giovani: la demenza front-temporale, e non aveva cura. A Stiles non era stata diagnosticata per il momento, ma doveva fare dei controlli ogni quattro anni. Dal giorno in cui la madre era morta, il ragazzino si era ripromesso che sarebbe diventato medico per dare il suo contributo al mondo della medicina e magari trovare una cura per quel particolare tipo di demenza.
"Raccontami di te, ora" disse il più piccolo, quando Derek ebbe finito di bombardarlo di domande.
"Non c'è molto da dire su di me. Avevo una bella vita prima che quell'incidente me la rovinasse, ma non l'ha fatto del tutto. I miei genitori gestiscono un'azienda abbastanza famosa, e per questo non ci sono mai e sono cresciuto quasi completamente da solo, con la mia cagnolina, Malia. Ho fratelli e sorelle sparsi in giro per il mondo, ma essendo il primogenito credo che l'azienda spetti a me quando crescerò.
Stavo per chiedere alla mia ragazza di sposarmi, la stavo portando nella radura dove ci eravamo conosciuti, ma poi è accaduto l'incidente e lei non ce l'ha fatta. Credevo che non sarei mai riuscito a superarla, ma ce l'ho fatta" grazie a te, avrebbe voluto aggiungere, ma non lo disse, i segreti vanno rivelati al momento opportuno.
~~~~~~
Hello,
It's me!
Ce la fate 8 voti e 5
Commenti?
Spero che questo capitolo
Vi piaccia
Waaa
A me sinceramente
È piaciuto scriverlo.
Baci baci e buona pasqua!
Gin💕
STAI LEGGENDO
Hospital || Sterek
FanfictionUn incidente toglierà la vita a una persona, ma cambierà quella di altre due. #50 in teen fiction 26/5/16