Le giornate passavano tranquille, Derek aveva ripreso un po' di vigore e il suo organismo cominciava a voler assumere qualche caloria. Respirava meglio e più regolarmente, ma il colorito della sua pelle era sempre pallido, anche se con un po' più di melanina. Si era ormai abituato al continuo andare e venire dei malati da quell'ala, e aveva ricominciato a parlare più spesso e volentieri, soprattutto con il cosiddetto infermiere in questione. Ogni volta che vedeva il ragazzo passare al capezzale dei malati e sorridergli incoraggiante, pensava quanto egli fosse una brava persona che non meritava alcun male, si rendeva conto di quanto stesse salvando tutti da quella brutta situazione. Non c'erano più molte persone, perchè aveva fatto tornare la voglia di vivere a tutte. Era solamente quella la questione, quanta voglia di vivere rimaneva. Se ne avevi tanta, potevi lottare contro tutte le avversità, se invece non l'avevi, come Derek qualche settimana prima, allora il tuo corpo sarebbe stato destinato al deterioramento graduale fino a giungere allo stadio finale: la morte. Pian piano che la stanza riprendeva vita, Derek si accorse di quella specie di incantesimo che Stiles stava facendo su tutti quanti, facendoli tornare vispi e scherzosi come ragazzini, quando in realtà erano per lo più persone anziane.《Buongiorno, Derek》si sentì chiamare da quella voce, e immediatamente il suo corpo rispose voltandosi, non perchè quello fosse il suo nome, ma semplicemente perchè ormai la sua voce era un richiamo per lui.
《Stiles》lo salutò con un ampio sorriso, dopodichè lo guardò negli occhi.
《Come andiamo oggi?》l'infermiere gli fece l'occhiolino, mentre svolgeva le solite funzioni di controllo che faceva ogni mattina presto. Di solito Derek era l'unico sveglio a quell'ora, ma quella mattina il ragazzo era arrivato con qualche ora di ritardo.
Quando ci sei tu, meravigliosamente, avrebbe voluto rispondergli, ma si limitò ad annuire e a sibilare un semplice 《tutto bene, grazie.》
Mentre il ragazzo si allontanava dal suo lettino però, al malato venne in mente una cosa.
《Stiles?》lo chiamò, e il ragazzo si voltò con nonchalance, avvicinandosi nuovamente al letto, un pizzico di divertimento negli occhi.
《Come mai sei arrivato così in ritardo?》non che fossero affari suoi, ma a Derek mancava il ragazzo, quando non c'era.
《Oh, andiamo, mi sembri proprio George!》constatò con quello che sembrava un pizzico di disappunto. George era il suo datore di lavoro, nonchè proprietario del Saint Helens, ovvero l'ospedale in cui si trovavano entrambi. 《Non fa altro che ripetermi che in questi giorni sono troppo con la testa fra le nuvole, arrivo spesso in ritardo...》divagò, per distogliere l'attenzione del malato da quell'argomento, ma lui non si lasciò distrarre.
《È successo qualcosa?》voleva essere un confidente per il ragazzo, perchè in qualche modo doveva ricambiare l'enorme favore che gli aveva fatto riportandolo in vita. Il ragazzo si accovacciò accanto al suo letto, il sorriso era svanito, e così pure gli occhi erano diventati tristi, come non li aveva mai visti.
《Mia zia è ricoverata all'ospedale perchè ha problemi con una malattia》a quella notizia, Derek comprese tutto ciò che era accaduto in quelle settimane, i suoi ritardi, la sua disperazione nel salvarlo e nell'essere gentile con tutti, forse non voleva solamente perdere un'altra persona. Il suo tono era piatto e la sua espressione neutra, ma sotto quegli occhi, il malato poteva scorgere la tremenda sofferenza che la sua anima provava. Non poteva capire cosa significasse perdere un genitore, ma una persona cara sì. Così si tirò sù, e di conseguenza anche il ragazzo lo fece. Ma quello che accadde dopo fu la cosa più straordinaria. Il malato si alzò dal letto, senza dire una parola. Non si era mai alzato, nè tantomento aveva mai pensato di farlo, ma quella non fu una cosa a cui ebbe bisogno di pensare, lo fece impulsivamente.
《Derek sei ancora troppo debole per...》sapeva che le sue gambe avrebbero presto ceduto, se non avesse raggiunto qualcosa di solido a cui aggrapparsi, così si avvinghiò al più piccolo, che ricambiò l'abbraccio stringendo forte il ragazzo a sè. Tremavano entrambi, uno per l'emozione, mentre l'altro per la debolezza e la stanchezza. Le sue ossa erano divenute fragili, una volta uscito da lì avrebbe avuto sicuramente bisogno di un allenamento in palestra. Stiles lo fece sedere, senza smettere di tenere le mani sui suoi fianchi, per appoggiarlo al letto. Poi lo fece sdraiare e lo pose nuovamente sotto le coperte.
《Grazie, Derek》sorrise e si voltò dall'altra parte, nascondendo le lacrime alla vista del malato, che però le percepiva.La mattina dopo, quando Derek si svegliò, Stiles non era ancora arrivato. Solitamente era già in ospedale verso le sei e mezza, ma l'orologio sulla parete segnava già le otto, e dell'infermiere neanche l'ombra. Il malato lo aspettò per tutto il giorno, e anche quello dopo e quello dopo ancora. Quando non lo vide, pensò subito al peggio, ma si disse che sarebbe tornato. Non poteva aver lasciato quel lavoro, a cui sembrava essere tanto appassionato. Quando passò un'infermiera accanto al suo letto, le fece segno di avvicinarsi.
《Mi scusi, ehm, sa dov'è l'infermiere Stiles Stilinski?》cercò di chiedere con nonchalance, ma suonò come una domanda ambigua. L'infermiera scosse la testa.
《Non ne ho proprio idea, tesoro》anche se quel nomignolo sembrava affettuoso, a Derek non piacque. Non gli piaceva quasi niente in quel luogo, se non ciò che riguardava un'infermiere in particolare. Dopo una settimana, quando Derek ormai aveva perso la speranza di rivedere Stiles un'ultima volta, venne svegliato da una voce. Quella voce.
《Derek? Derek!》l'infermiere lo stava scuotendo leggermente, per fare in modo che si svegliasse. Ci mise un po' per mettere a fuoco il viso del ragazzo, bello come sempre. Gli era mancato.
《Stiles... sto forse sognando? Sei tornato veramente?》sorrise, stropicciandosi gli occhi, ma la visione del ragazzo non scomparve come aveva immaginato. Il ragazzo ridacchiò e gli mollò un pugno delicato sulla spalla sinistra.
《Scemo, sì, sono davvero io》gli fece l'occhiolino, sorridendo. C'era qualcosa però, dietro il suo sorriso, che non convinceva Derek, che si tirò su a sedere per guardarlo meglio negli occhi.
《Dove sei stato?》una parte di quella domanda era retorica, come per chiedergli perchè non lo avesse incontrato prima. L'altra parte però, si riferiva al motivo per cui era mancato tutti quei giorni.
《Sono... ehm, stato impegnato con questioni di famiglia》doveva essere ciò che ormai si era abituato a dire. Vide il suo sorriso scomparire e le dita serrarsi intorno ad un lembo della maglietta, stringendola forte.
《Tua zia come sta?》in fondo, il ragazzo sapeva già la risposta, ma sperava che l'altro dicesse qualcosa di diverso da ciò che era ovvio, voleva che dissipasse la sensazione che stava attanagliando lo stomaco del malato; ma non lo fece.
《È morta》
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Questo capitolo
È un po' triste
Beh spero che
Vi piaccia lo stesso
Continuerò appena
Posso, non vi do
Un numero di commenti,
Ma vi prego
Fatemi sapere cosa
ne pensate,
quindi commentate
Seguitemi
E votate.
Grazie, Gin.♡
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Hospital || Sterek
FanficUn incidente toglierà la vita a una persona, ma cambierà quella di altre due. #50 in teen fiction 26/5/16