Metto in bocca un'altra forchettata dei waffle di mia madre, cercando di non fare smorfie. Cavoli, sono proprio schifosi! Sophie mi guarda e scribacchia qualcosa sul suo quadernino. Alzo gli occhi al cielo, non ha ancora voglia di dimenticare il casino che ho combinato, e non ha soprattutto voglia di perdonarmi. Mi alzo e lascio cadere la scodella di plastica nel lavello. Prendo il parka e lo zaino ed esco. Il tragitto per arrivare a scuola non è molto lungo e mentre tutti i ragazzi e le ragazze sono in coppia o in gruppo, io cammino felicemente da sola, scalciando qualche sassolino con le Converse nere. Da qua la vedo già. La mia nuova scuola è ancora più brutta di quanto la immaginassi. Sospiro rumorosamente e guardo l'edificio davanti a me. Giallognolo e alto. A mò di prigione per noi studenti. Metto una ciocca grigia dietro l'orecchio e mi faccio coraggio. Il colore della tinta dei capelli è l'unica cosa che mi ricollega al passato, il resto l'ho cambiato: i vestiti, il carattere, lo stile di vita... Volevo cancellare anche il grigio ma, guardandomi allo specchio, volevo tenere qualcosa che mi ricordasse cosa avevo fatto e che ne fossi consapevole, e che potevo rimediare a tutto, creandomi una nuova vita. Cammino timidamente verso l'entrata e non guardo negli occhi nessuno. Vado in segreteria e compilo il modulo per le classi. Entro in aula e prendo un banco isolato da tutto e tutti, accavallo le gambe e poggio il mento sui dorsi delle mani.
-Ah... tu sei la nuova?-
Mi mordo il labbro e alzo gli occhi sulla persona che mi ha appena parlato. È un ragazzo, ha gli occhi azzurrissimi e i capelli biondi. È il tipico figo di ogni scuola.
-Senti ma sei sicura o se mi avvicino mi infili un'ago nel braccio?-
La classe attorno a lui esplode in una risata, io invece sbianco. Come fanno a saperlo? La clinica non rilascia dati dei pazienti ed è circa a 100 km da New York. Abbasso lo sguardo e comincio a torturarmi una ciocca di capelli, aspettando che quel tipo vada via. Le lezioni cominciano e io mi guardo attorno: queste persone si conoscono già da un paio di anni, si schiarerebbero ovviamente tutti contro di me.****
A pranzo non so dove sedermi, prendo un vassoio e ci metto su una macedonia e una bottiglietta d'acqua. I miei pasti erano decisi dal salutista e dovevo appuntarmi sempre cosa mangiavo e che porzioni. Per me era la normalità e ancora adesso, fuori dalla clinica da poco, a volte lo faccio. Vedo una ragazza tutta sola e mi avvicino: ovvio, non vado mica dai fighi, preferisco una persona normale che possa farmi pesare un po' meno la permanenza al college.
-Posso?- chiedo speranzosa.
Lei alza il capo come sbigottita, cosa ho fatto?
-Oh si certo!- sembra rinata dall'allegra con cui lo dice, poi sposta i libri sparsi sul tavolino e mi fa cenno di sedermi.
La ringrazio e tiro fuori l'agenda. Appunto l'ora e il cibo. Quando rimetto il quadernino nello zaino, lei mi guarda stranita poi abbassa lo sguardo sul cibo.
-Sono Holland-
-Lo so- mi guarda e sorride: -Sei quella drogata di cui parlano tutti vero?-
Vede che mi sento a disagio e aggiunge: -Non preoccuparti, non mi interessa se lo sei, comunque io sono Delilah-
Mi porge la mano e io la stringo, poi la guardo attentamente: ha i capelli lisci come spaghetti di un colore rossiccio e un paio di occhioni verdi. È davvero una bellissima ragazza.
-In che classe sei?-
-3C e te?-
-3B...-
Ride leggermente tirandosi una ciocca di capelli e io mi chiedo cosa abbia detto di così esilarante.
-Sei in classe con Brad Stan, il ragazzo più figo della scuola. Sai quel ragazzo biondo con gli occhi azzurri? Lui!-
Capisco subito a chi si riferisce.
-Ah... si, il più sbruffone vorrai dire!-
Ridiamo insieme stavolta.
Vedo un'altra ragazza sedersi al tavolo e Delilah mi presenta: -Holland, lei è Mel, Mel, lei è Holland. Non preoccuparti, non è come dicono, al contrario è molto simpatica-
Porgo la mano a Mel e lei la stringe poco convinta. Comincio a mangiare la frutta e mi guardo intorno, i colori della scuola sono il bianco e il blu, mi piace. Intravedo subito il tavolo dei VIP, i tavoli delle cheerleader e dei giocatori di non so cosa, meno famosi rispetto ai VIP, quello dei cervelloni e il resto è di gente normale, come me. O forse no...
-Holland?-
Mi volto verso Delilah e le chiedo di ripetere cosa stava dicendo.
-Ho chiesto se ti iscrivi a qualche squadra sportiva o club.-
-Ahm... non lo so, sai... gli anni scorsi non mi sono concentrata molto su queste cose- dico imbarazzata.
Mel mi sorride comprensiva e mi consiglia l'atletica: -Sei alta 1 e 60? Dicono che quelle basse non sono molto brave, invece non è affatto vrro e nella corsa potresti andare bene-
Le rivolgo un sorriso e annuisco. Prima però devo chiedere a mia madre. Dopo la pausa pranzo, entro in classe e mi siedo nel banco in fondo e sbuffo, sia Mel che Delilah sono nella 3C, mentre io, come una sfigata, sono in una classe dove non conosco nessuno di simpatico, nessuno che non mi abbia presa in giro ridendo alla battuta di quel Brad. Okay, è solo il primo giorno Holly, forse conoscendo meglio i compagni ne trovo qualcuno simpatico, no? A fine lezione butto casualmente tutto in cartella e me la metto sulle spalle.
Cammino verso il corridoio quando sento una mano sulla mia spalla. Mi irrigidisco e sento la mano togliersi.
-È tuo?-
Mi volto e vedo un ragazzo con in mano il mio quaderno del cibo. Annuisco nervosa e lo prendo. Ringrazio e me ne vado. Non voglio che si sparga in giro la voce che mi appunto cosa mangio.****
-Holly! Com'è andato il primo giorno?- urla mia madre.
-Bene, ho conosciuto due ragazze abbastanza simpatiche- rispondo per farle piacere e mi siedo sulla poltrona del salotto, difronte al divano dove ci sta la mia sorellina.
-E tu Sophie? Come va a scuola?-
Mi fulmina con gli occhi: -Se non fossi tua sorella, ancora meglio-
Rimango scioccata: non mi aveva mai risposto così. Capivo se mi rispondeva senza alcuna emozione, ma mai mi aveva detto questo. Chiudo immediatamente la bocca e lascio che la mamma le faccia una piccola ramanzina. Salgo in camera e mi sdraio sul letto. Apro il comodino e prendo in mano una foto dell'anno scorso: ci sono io con Baylee, James e Cameron. I miei amici. Quelli con cui ho iniziato a drogarmi. Quella è l'unica foto che ci ritrae noi quattro assieme e abbastanza in salute: era estate ed eravamo tutti in shorts e in canotte. Quel giorno ci siamo fatti per bene con qualche canna ed eravamo felicissimi. Ci fecimo scattare quella foto da uno di quei turisti con la macchina fotografica da cui escono subito le foto. Ognuno di noi ne ha una copia, ma l'originale ce l'ho io. È come avere un pezzo di valore tra le mani. Nonostante abbia fatto un sacco di cazzate, eravamo dei grandi amici e mi mancano. Vivono dall'altra parte degli USA, in California. Io invece sono a New York. Da sola pergiunta.Spazio me
Eccomi con un'altra storia :)
Questa mi ispira un sacco, anche più dell'altra!
Votate/commentate/pubblicizzate la storia se ritenete sia bella :*
Baci lux
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Not Again #Wattys2016
Jugendliteratur[IN REVISIONE] Holland, Holly per i parenti, si lascia alle spalle un passato pericoloso fatto di droga e stress. Ma ricominciare da capo, una nuova vita che ogni ragazza desidererebbe, è più difficile di quanto Holly possa pensare ed ella dovrà lot...