Capitolo 23 - Perché non hai scelto me?

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Capitolo 23 - Perché non hai scelto me?

«Mi vuoi dire dove stiamo andando? Questo posto fa un po' paura...»
Siamo in una strada deserta dove le luci dei lampioni a malapena illuminano il sentiero.
«In un vicolo buio dove ti uccideró, ti taglieró e ti daró in pasto ad un gruppo di miei cari amici barboni.» risponde, voltandosi verso di me e guardandomi negli occhi con espressione seria. Non riesce a tenerla per molto peró, perché scoppia subito in una risata sicuramente causata dalla faccia buffa che avró fatto alle sue parole. Scuote la testa guardandomi teneramente.
«Lo scoprirai piú tardi. Su, muoviti se no non riusciamo ad arrivare in tempo.» mi esorta prendendomi a braccetto e accelerando il passo. L'aria invernale mi colpisce violentemente il viso. Fa cosí tanto freddo che sicuramente il mio naso sará rosso come un peperone in questo momento. Dalla fretta non sono neanche riuscita a vestirmi pesantemente. E ho sopra solo un cappotto rosso sangue che non tiene granché caldo. Mi maledico mentalmente per aver accettato questo appuntamento improvviso e prendo nota di non ripetere mai piú l'errore. Anche se so giá che continueró a farlo. Non é la prima volta che esco cosí.
Do uno sguardo a Cam accanto a me e sento un brivido di freddo trapassarmi la carne e le ossa. Come fa a stare con quella giacca ora?
«Non hai freddo vestito cosí?»
Punta anche lui lo sguardo sui suoi vestiti. Incurante scrolla le spalle. «No, il mio corpo é sempre caldo.»
Lo fisso allibita.
«Se é cosí ti invidio. Io ho freddo solo a guardarti.» confesso, avvolgendomi sempre piú nel mio cappotto.
«Vuoi che ti riscaldi?» propone fermandosi e avvicinando il suo viso al mio. «Nel posto in cui stiamo andando non credo ne avrai piú l'opportunitá.»
Mi fermo anch'io e gli schiocco un'occhiataccia. «Cosa?»
Aggrotta le sopracciglia, dopodiché scoppia ancora a ridere. Si, é molto divertente la situazione a quanto pare.
«Ma cosa hai capito?» mi da una leggera spintarella su un braccio.
«Nulla.» mormoro in fretta e guardando altrove per nascondere l'imbarazzo.
«Dai, andiamo.» lo incito mentre mi incammino per prima.
«Manca ancora poco. Se corriamo, riusciamo ad arrivare in fretta e a riscaldarci al contempo. Voglio dire, tu puoi riscaldarti.» propone seguendomi fino ad arrivare nuovamente accanto a me.
Gli rifilo un'altra occhiata fulminante. «Non mi metterei a correre con questo freddo neanche se mi stesse seguendo un branco di cani randagi.»

E come se le mie parole lo avessero chiamato, un cane appare a lato della strada. É ricoperto da una peluria marrone che a tratti si dirada, formando delle grandi chiazze piú chiare che gli ricoprono soprattutto la schiena. Dalla magrezza che lo caratterizza e che gli fa vedere le costole, intuisco che é da tanto che non mangia. Poverino, é sicuramente da molto che vive per strada.
Ci fermiamo entrambi ad osservarlo assorti, mentre il cane rimane immobile al suo posto come se fosse imbalsamato. Avanzo un passo per avicinarmi con cautela. Forse dentro la borsa ho qualche biscotto da potergli dare. Chissá, forse gli piacciono. Non ho mai avuto un cane e a parte quelle poche volte in cui ho giocato con quello della signora Smith, non ho molta esperienza in campo.
Cosí, con lentezza calcolata mi avvicino sempre di piú. Ci separano ora solo una quindicina di passi e riesco a vederlo un po' piú chiaramente grazie a quel poco di luce che i lampioni emettono. Ma appena gli sono abbastanza vicino noto un scintilillio sinistro illuminare gli occhi della creatura che mi fa indietreggiare.
«Kylie... non mi sembra una buona idea avvicirarglisi molto...» mormora Cam dietro di me dando voce ai miei pensieri.
Mi allontano di qualche passo ma all'improvviso il cane si mette a ringhiare facendo intravedere dei canini spaventosi.
Faccio un ultimo passo indietro afferando forte la mano di Cam.
Prendo un profondo respiro e con tutta la calma che riesco a racimolare sussurro «Al mio tre iniziamo a correre. Uno... Tre!»
Iniziamo a correre come due disperati fino a che i miei polmoni non ce la fanno piú e mi costringono a fermarmi.
Non sentendo alcun rumore, mi volto per vedere dov'é il cane e rimango un po' confusa quando lo vedo in lontananza ancora nello stesso posto. Non si é mosso di un millimetro. E io ho corso così anto per niente...
Vedo Cam ridere sotto i baffi. Sta per dire qualcosa ma lo zittisco subito. «Non dire nulla.»
«Non avevi detto fino a tre? Dov'era il due?» chiede mordendosi le labbra per trattenere le risate. Gli rivolgo un'occhiata velenosa per farlo zittire.
Alla fine si limita a scrollare le spalle e a prendermi per mano, esortandomi a camminare piú veloce.
Dopo alcuni minuti finalmente mi sento piú al sicuro vedendo una forte luce provenire davanti a noi. Quando siamo piú vicino riesco ad identificare il luogo dove siamo. Il ghiaccio é liscio e bianchissimo e un sacco di gente danza leggiadra sopra di esso, destreggiandosi in varie acrobazie. Anche i bambini si rincorrono gioiosi seguendo le note della musica che aleggia nell'aria. Devo dire che é una gran bella pista da pattinaggio.
«Allora... pattiniamo?» proprone Cam rivolgendomi un sorriso.
Ricambio e gli do una spintarella «Se no perché saremmo qui?»
Andiamo a prendere i pattini e dopo esserceli infilati, entriamo in pista. É da tanto che non pattino più ma nonostante tutto riesco ancora a stare in equilibrio e a muovermi senza problemi. Inizio a scivolare sul ghiaccio a ritmo di musica, cercando anche di non investire qualcuno. Sto per aumentare la velocitá ma due braccia mi avvolgono la vita facendomi rallentare.
«Se non sbaglio questo dovrebbe essere un appuntamento. E negli appuntamenti si sta insieme di solito.» Le braccia di Cam si stringono ancor di piú attorno alla mia vita.
Mi fermo e mi giro verso di lui in modo da poterlo guardare negli occhi.

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