Capitolo 8 - L'amore, la peggiore delle malattie

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Capitolo 8 - L'amore, la peggiore delle malattie

«C-che cosa?»

«Senti Kylie, io ti posso spiegare tutto» cerca di giustificarsi quel disgraziato.

«Come hai potuto?!» gli urlo contro.

«Per tutti questi anni, tu hai osato mentirci cosí spudoratamente?»

«Lo so che non mi perdonerai mai per questo ,ma-»

«Sta zitto!» lo ammonisco. «Non ti azzardare a dire altre cazzate! Ti ho sempre creduto. Anche quando i dubbi mi assalivano e diventavano opprimenti, io ti ho creduto...»

Ora sto piangendo.

« Ma non pensavo che nascondessi una cosa del genere. Avrei preferito che tu avessi un amante.»

«Mi dispiace piccola mia, io-»

«Non chiamarmi piú cosí! Non ti azzardare!» urlo.

Dopodiché, lanciando un'ultima occhiata disgustata sia a mio padre che alla sua cara figiola, esco dalla stanza correndo, dirigendomi verso le scale. Le salgo velocemente, senza riuscire neanche a vederle bene, visto che ho la vista annebbiata dalle lacrime. Sará la volta buona che cado e metto fine a tutto.

Sento dei passi seguirmi. Pensando che sia mio padre, non mi volto. Arrivo alla mia stanza e cerco di chiudermi dentro, ma una mano blocca la porta dalla parte opposta. Mi volto e vedo mia madre.

Non riuscendo piú a controllarmi, le allaccio le braccia al collo. Assaporo questo piccolo istante: il suo dolce profumo, il suo caloroso abbraccio. Mi é mancata. Oh se mi é mancata. E mi rendo conto solo ora, di tutto il dolore che lei aveva provato.

«Posso entrare ?» mi chiede esitante.

Annuisco e mi sposto dalla porta per lasciarla passare. La chiudo e mi giro verso di lei. La osservo attentamente mentre si siede sul letto coperto da un lenzuolo azzuro. I capelli corvini le ricadono in morbide onde sulle spalle.

Il viso é leggermente dimagrito e anche il corpo. Il maglioncino color menta che porta, lo dimostra. Ora le sta largo.

Punta lo sguardo sulla mia figura esitante, rimasta ancora vicino alla porta e mi fa cenno di avvicinarmi.

Mi siedo accanto a lei, seguendo con gli occhi i movimenti delicati che le sue mani eseguono sul lenzuolo.

Improvvisamente, inizia a parlare.

«Ha detto che vuole stare quí. La ragazza non ha nessuno oltre a lui ed é per questo che l'ha portata con sé.» La sua voce é piatta e calma. Rimango a bocca aperta. Ma...

«Mamma, ma come fai a ad accettare cosí quel che ti ha fatto? Ti ha tradita. Ci ha tradite. E poi lei non ha sua madre? » le chiedo singhiozzando.

«Non ci ha tradite.E nonostante io lo sappia benissimo, non riesco ancora ad accettarlo. Continuo a soffrire anchio, sai? Ma dopo penso al fatto che quella ragazza é sola e avendo una figlia della sua stessa etá non posso far finta di nulla.»

«Non riesco a capirti mamma» dico ormai stremata.

«Tuo padre stava con Deborah, la madre di Sarah, prima che ci conoscessimo. In seguito a molte incomprensioni si sono lasciati e lui ha conosciuto me. Ma a quanto pare Deborah non gli ha detto di aspettare una bambina da lui. Glie l'ha riferito solo un anno fa', prima che morisse di cancro e...»

«...ed é per questo che papá ultimamente sembrava cosí indaffarato. Perché badava anche a lei.» concludo la frase da lei iniziata.

«Peró resta il fatto che c'e l'ha tenuto nascosto per un anno, mamma! Un intero anno di bugie! Non é cosa da poco! Vuol dire che non si fidava di noi abbastanza...»

«Aveva solo paura di perderci. Dopo tutto questo tempo passato a rifletterci, l' ho capito.» mi confida con un volto privo di ogni singola emozione.

Sembra una di quelle statue greche. Imperturbabili.

«Non credo che riusciró a perdonarlo cosí velocemente come te» affermo infine, dopo aver elaborato bene tutto ció che mi ha riferito.

«Io lo amo, bambina mia. Ed é per questo motivo che lo accetto nonostante tutto. E dovresti farlo anche tu. Dopotutto anche tu gli vuoi bene »

Alzo lo sguardo che inconsciamente avevo abassato e incontro i zaffiri blu di mia madre. Le sue labbra si incurvano in un sorriso triste, malinconico.

«Io non riuscirei mai a fare una cosa del genere»

«Credimi, quando troverai anche tu l'amore, farai di tutto per conservarlo. Amerai senza misura, senza rendertene conto e lo farai ancora anche quando la persona che ami ti ferirá. Perché l'amore é come una malattia. É difficile da guarire, ma é la piú bella malattia di cui ci possa mai ammalare.»

«Allora non voglio innamorarmi, mamma.»

Dopo le mie parole, non parlammo piú. Il tempo sembrava essersi fermato ed il silenzio ci avvolse nelle sue grandi braccia.

******

Sono passati 5 giorni da quando papá si é trasferito quí con sua "figlia". Ed é da altrettanto tempo che io non esco dalla mia camera. Mio padre viene sempre a bussare per cercare di parlarmi, ma non gli ho mai aperto. Faccio entrare solo mia mamma. Quanto riguarda la mia "cara" sorellina, non l'ho piú vista. Sta nella stanza di fianco alla mia.

America e Cam mi chiamano da giorni. Non ho voglia di rispondere. Non sono pronta a dirgli ció che mi sta succedendo.

Ma perché devo stare cosí di merda?! Perché non posso prenderla anchio come mia madre? Mi alzo di scatto dal letto disfatto e inizio a far su e giú per la stanza. Che faccio ora? Non posso evitare tutti per sempre. Oh, basta, mi sono rotta. Affronteró la cosa come una persona adulta, non prima peró di andare a chiarirmi le idee. Voglio affrontare finalmente la mia vita. La voglio prendere per il colletto e farle vedere che anchio sono forte. E perció devo cambiare e devo essere piú sicura di me stessa.

Arrivare a te [#Wattys2016]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora