Ultimo capitolo - La fine è solo un nuovo inizio

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Ultimo capitolo - La fine è solo un nuovo inizio

Quando apro gli occhi, la prima cosa che noto è che non mi ritrovo piú nella foresta ma in una stanza completamente bianca.

Accanto al mio letto i miei genitori siedono abbracciati con i volti corrosi dal dolore. Sembrano addirittura piú vecchi di quel che realmente sono e tengono gli occhi bassi e le mani intrecciate come se fossero in attesa.

Sarah giace addormentata in una poltrona dall'altra parte, coperta solamente da una leggera coperta marrone. Respira lentamente, come se stesse facendo dei bei sogni.

«Oddio, si è svegliata!» mormora incredula mia mamma con una mano a coprirle la bocca non appena nota che ho aperto gli occhi. Delle lacrime iniziano rigarle le guance mentre ripete la stessa frase ancora e ancora come se stesse cercando di capacitarsi dell'avvenuto.

Rimango spaesata a quella reazione un po' esagerata.

Anche mio padre è emozionato. Si nota dal modo in cui mi afferra la mano e la stringe forte nella sua. I suoi occhi brillano di gioia e anche di qualcos'altro che non riesco a decifrare.

Sarah si avvicina a me con cautela e mi rivolge un sorriso timido, baciandomi delicatamente la nuca.
Tento di alzarmi ma mi immbolizzo sul posto per il dolore. Mi sento come se fossi stata investita da un treno e ciò è abbastanza strano visto che non ricordo molto della sera precedente se non di essere stata accoltellata.

«Cos'è successo?» chiedo con voce gracchiante, mentre cerco di ricordare qualcosa dalla notte precendente. Ma a parte il fatto di aver cercato di fermare America non riesco a ricordare nient'altro.

I volti dei miei diventano subito seri e mi osservano rigidi, come se fossero indecisi se rispondermi o meno.
«Cos'è successo l'altra sera?» insisto guardandoli dritti negli occhi in attesa. Il mio è un bisogno, devo sapere a qualcunque costo cos'è avvenuto e ció si sente dal tono della mia voce.

I due si scambiano un'occhiata strana tra loro, come se si stessero consulatndo su qualcosa, dopodichè si girano nuovamente verso di me. Questo gioco di sguardi mi sta stancando, così alzo un sopracciglio in attesa.

«Sei stata ferita, Kylie. America ti ha ferita molto gravemente. La polizia è riuscita a catturarla e adesso è in prigione da una settimana.» decide finalmente di rispondere mio padre.

Aggrotto le sopracciglia non capendo.
«Una settimana?» chiedo spaesata, passando lo sguardo da mio padre a mia madre. «Che vuol dire una settimana? Da quanto sono qui?»

I conti non quadrano.

Mio padre afferra la mia mano, iniziando ad accarezzarla con dolcezza.

«Ti prego sta' traquilla, tesoro. Non puoi permetterti di agitarti in questo momento.»

Gli rivolgo un'occhiata interrogativa alla quale in risposta si limita a sospirare.

«Sei qui da una settimana esatta. Hai perso la cognizione del tempo, è normale che ti sembri che tutto sia accaduto ieri.» spiega tranquillo. Fin troppo tranquillo. La sua pacatezza sembra nascondere qualcosa.
Tutto dei loro gesti sembra nascondere qualcosa.

E ció mi irrita.
Sto per perdere la pazienza ma decido di continuare a rimanere calma.

«Dov'è Cam? Sta bene?» chiedo invece continuando a guardarli.
Ma a questa domanda anche loro rimangono a guardarmi.

Sembrano rimasti senza parole, come se fossero stati colti in fallo e io non riesco a spiegarmi il perchè.

Mia madre non resiste molto e distoglie lo sguardo iniziando a piangere, prima sommessamente e poi sempre più intensamente.

Arrivare a te [#Wattys2016]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora