Capitolo 31 - Insane

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Capitolo 31 - Insane

Un urlo straziante sfugge pure dalle mie labbra, mentre Cam cerca di coprirmi gli occhi e di allontanarmi dalla scena. Ma è inutile. Inizio a scalciare con una forza sovrumana che neanche credevo di avere, fino a liberarmi del tutto dalla sua morsa. Con le lacrime che mi offuscano la vista e le mani tremanti, mi chino sul suo corpo straziato toccandogli il viso.

«Svegliati.» mormoro con voce spezzata.
«Dylan, svegliati.» dico con piú forza, iniziando a tirar su col naso.
«Ti prego alzati, Dylan!» urlo infine scuotendolo. Ma Dylan non si sveglia. Ha gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, dalla quale continua a sgorgare una linea di sangue di color rosso acceso.

«È morto. È morto, Cristo!» grida Marcy accanto a me, rannichiandosi su se stessa.

Cerco di metterla a fuoco, rendendomi conto di quanto siamo simili in questo momento. Di quanta umanitá si celi dietro la sua facciata da stronza.

«Dobbiamo chiamare la polizia.» dice Cam all'improvviso accovacciandosi accanto a noi. Punta lo sguardo sulla macchia rossa che si sta sempe piú espandendo sul petto di Dylan, dopodichè si gira verso di me. Non so proprio come faccia ad essere cosí calmo in un momento del genere.

Mi prende il volto tra le mani per tranquillizzarmi, e me lo posiziona in modo tale da avere gli occhi fissi nei suoi.

«Kylie, piccola, calmati.» scandisce lentamente le parole, in modo tale da trasmettermi, forse, un po' della sua quiete.

Scuoto la testa furibonda, con il corpo scosso dai singhiozzi e l'anima squartata dal dolore.
Non puó chiedermi una cosa del genere. Io non ci riesco ad essere calma. Semplicemente non ci riesco. Non in un momento del genere.

«Kylie, devi calmarti.» impone con tono piú autorevole dopo avermi scossa qualche volta.

Distolgo lo sguardo dal suo, trattendendo a stento le lacrime e cercando di ignorare le sue parole. Sono fuori controllo e lo so che la cosa che dovrei fare adesso è come dice lui tranquillizzarmi, ma non ci riesco. Adesso, come mai prima d'ora comprendo il dolore che gli attori cercano di rappresentare nei film. E ammetto che non avrei mai voluto sperimentarlo.

Prima che altri pensieri ancora mi invadano la testa, uno schiaffo li mette a tacere. Rimango sbigottita con una mano nel punto in cui sono stata colpita. Dovrebbe farmi male e invece non sento nulla, sono solo piú lucida. Perchè niente potrá mai superare il dolore che già provo per la perdita di Dylan.

«Adesso ascoltami» tuona Cam, facendomi finalmente rinsavire.

«La macchia,come vedi, è ancora rossa, e ció vuol dire che è morto da poco e che molto probabilmente l'assasino è ancora in giro. Adesso, dobbiamo cercare di mantenere il sangue freddo e di chiamare la polizia. Ok?»

Prendo dei profondi respiri prima di riuscire a parlare. Sono ancora scossa ma ho capito che ha ragione. È inutile piangere sul lato versato adesso. Dobbiamo agire. Anche Dylan l'avrebbe detto, ne sono sicura. La sua morte non rimarrà impunita.

Ricambio lo sguardo di Cam e ció che vien fuori dalla mia gola, nonostante sia detto con una voce roca e tremante, sorprende entrambi.

«V-v-va bene.» riesco a pronunciare infine, rassegnandomi e asciugandomi le lacrime.

Cameron annuisce e dopo avermi accarezzato un'ultima volta la guancia, cerca di tranquillizzare anche Marcy, la quale peró sembra non essersi ripresa per niente. Continua a dire parole sconnesse e a piangere con trasporto, mentre le unghie si infilano sempre piú sulla carne delle gambe.

Sto per dirle qualcosa, ma all'improvviso un oggetto cattura la mia attenzione. Sul colletto della camicia di Dylan sembra esserci qualcosa. Con il cuore che inizia a palpitare sempre piú frenetico sposto un pochino la stoffa. Come pensavo al suo interno c'é un foglietto. Aggrotto le sopracciglia non capendo cosa ci faccia un biglietto in un posto del genere.

Arrivare a te [#Wattys2016]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora