Capitolo 3 - America

691 40 0
                                    

Capitolo 3 - America

Cerco di mangiare la mia insalata, senza guardare il posto accanto a me che in questo momento é vuoto. Vuoto come il mio cuore. Molto tempo fa nemmeno mi sarei immaginata che sarei finita cosí.

Non capisco. No, non ce la faccio. Potreste forse considerarmi ottusa ma che ci posso fare, non ci riesco. É piú forte di me.

Come mai quel ragazzo che fino a tre mesi fa era il mio miglior amico e mio confidente, adesso si trova seduto dall'altra parte della mensa a mangiare amabilmente con la squadra di football?

Mi ha trattata come uno straccio prima. Dovrei odiarlo per questo, ma non ci riesco. Devo per forza chiedergli delle spiegazioni quando saremo da soli. Per sapere cosa mi nasconde. Sono abbastanza certa che non mi abbia detto tutto prima, durante il nostro spettacoletto in classe. Non se ne puó uscire in questo modo.

I miei pensieri contorti vengono interrotti da un movimento improvviso di fianco a me. Mi giro e vedo America, una ragazza della mia stessa classe. É arrivata da poco ma fa giá parte del gruppo dei piú "in" della scuola. La sua fama é dovuta soprattutto al fatto che é subito riuscita ad entrare nella squadra di cheerliding.

Non ci siamo mai parlate prima ed é strano che si sia seduta qui, accanto a me. Una come lei potrebbe stare con chiunque.

Appena vede la mia faccia sorpresa sorride.

«Ciao» saluta.

«Ciao» rispondo. Mi guardo intorno e ripunto di nuovo lo sguardo su di lei. «Ehm, come mai ti sei seduta qui?»
Forse é venuta al mio tavolo solo per restare un po' da sola, visto che sa che io non parlo quasi con nessuno a parte Cam.

Lei fa una faccia sorpresa.
«Mi sembra ovvio, no?»

No, non credo.

Rimango ancora imbambolata a guardarla e mi maledico subito mentalmente quando mi rendo conto che sembro sicuramente un'idiota e devo assolutamente smetterla. Lei scuote la testa come se non ci credesse.

« Quello stronzo di Cam ti ha trattata come un rifiuto. E tu stai soffrendo fin troppo per questo. Continuavo a guardarti da lontano per vedere se ti eri ripresa almeno un po' ma non mi sembrava. Non devi sentirti cosí triste.»
Abbozza un leggero sorriso, poggiandomi una mano sulla spalla e stringendola.
«Dai, fammi un sorriso. Basta lacrime.»

E a quel punto mi sento in imbarazzo. Sembra proprio che le abbia dato l'impressione della solita piagnona depressa che si ucciderebbe addirittura con un cucchiaio pur di evadere da questa vita.

«Guarda che non fa niente. Non devi farlo per forza.» le dico in un sussurro, abbassando il viso per nascondere l'imbarazzo. Vorrei sprofondare in questo momento.

Lei mi guarda un attimo con quei suoi dolcissimi occhi blu. E dopo fa un gesto che non mi sarei mai aspettata: mi abbraccia.

«Sei veramente una sciocchina, sai? Lo faccio perché mi preoccupo per te. Non mi costringe nessuno.»

Come? Da quando in qua si preoccupa di me se nemmeno mi conosce?

Poi si allontana e continua:

«Sai, io ho sempre cercato di avvicinarmi a te in qualche modo ma non ne avevo mai il coraggio. É che tu e Cam eravate cosí uniti che pensavo che sarei solo stata il terzo incomodo.» Ad un certo punto il suo sorriso si spegne, come se si fosse appena ricordata di un ricordo doloroso. Rimane cosí solo pochi istanti peró, subito si riprende. Si porta dietro l'orecchio una ciocca di capelli biondi che le era ricaduta sul viso e mi mostra un smagliante sorriso a trentadue denti.

Arrivare a te [#Wattys2016]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora