The party

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Il mattino dopo fu tutto molto confuso. Fu come se una grande nuvola oscura si fosse deposta sul mio cervello e che non ne volesse sapere di sparire.
Le informazioni da registrare erano davvero tante. Mettendole in ordine:
I miei amici erano dei vampiri come la metà del paesino sperduto nel Kansas in cui mi ero ritrovata a vivere. Un ragazzo vampiro mi aveva morso e successivamente baciato. Sono svenuta. Mi sono ritrovata in camera lo stesso vampiro che mi aveva in ordine trattata male, morsa e baciata e in fine mi aveva baciata una seconda volta per poi svanire nel nulla. Niente di che insomma.
A scuola successe un disastro dopo l'altro. Solo cinque minuti dopo l'inizio delle lezioni, avevo scoperto che per quel giorno il professore di Storia Inglese aveva segnato un compito in classe per cui non avevo studiato. Fatto il compito per metà usando di nascosto il cellulare e per un altra metà buttando a caso una buona parte di domande a crocetta, mi diressi in sala mensa dove speravo di trovare un minimo di tranquillità. La mensa scolastica era immersa nel caos. Gente che urlava, ragazzi decisamente poco maturi per la loro età che tiravano cibo a destra e a sinistra e in fine un ragazzo. Non l'avevo mai visto prima, forse di sfuggita alla fine delle lezioni ma non ci avevo mai scambiato mezza parola. Perché veniva dritto verso di me? Io rimasi immobile come un'idiota quando me lo ritrovai davanti. Dovevo ammettere che quel ragazzo non era affatto male. Capelli chiari che gli coprivano metà dell'occhio destro, alto, occhi chiari e profondi. Era davvero bello ma non si avvicinava minimamente alla bellezza di... Non pensare a lui, M. Chiaro? Lui non esiste. Invece esisteva eccome e, quasi facendomi prendere un colpo secco, proprio il ragazzo che per la mia coscienza non esisteva, si stava avvicinando a me.
<Hei! Marian, giusto?>
Ero talmente presa nel guardare Devil che mi ero completamente dimenticata dell'altro ragazzo che mi si era avvicinato e che aveva iniziato a parlare con me.
<Ehm... Cosa?>
Lui sorrise un pò a disagio e si passò distrattamente una mano tra i capelli biondissimi, quasi bianchi.
<Sei Marian, vero? La ragazza nuova?>
<Oh si, sono io. Scusa ma ci conosciamo?>
Lui sorrise ancora stavolta mettendo in bella mostra la sua dentatura perfettamente candida.
<Bhé non credo ma mi piacerebbe molto conoscerti.>
Si vedeva che era un pò nervoso e la cosa lo rendeva dolce. Io invece sprofondai nell'imbarazzo. Voleva conoscere me? Bella mossa, M.
<Bhé sarebbe... Forte.>
La mia voce risultò tremante e da perfetta imbecille. Ti stai guadagnando la sua stima, M. Ottima strategia.
<Io sono Mason, comunque.>
Mi fece segno di stringergli la mano ma io ovviamente non lo accolsi così lui la ritirò facendola passare ancora una volta per i suoi capelli come se fosse stato da subito quello il suo intento.
<Senti, arrivo subito al punto->
Ridacchiò leggermente. Stava per finire la frase quando sentii un braccio appoggiarsi sulle mie spalle.
<Sentiamo, qual'é il punto?>
Devil era proprio accanto a me, che mi circondava le spalle con un suo braccio possente e, con un odioso ed anche incredibilmente sexy, sorrisetto sul volto.
Io rimasi in silenzio, mille volte più imbarazzata di prima.
<Oh, Marian, non sapevo fossi fidanzata...>
Un velo di delusione passò sul suo volto.
<No! Io... Cioé, noi non stiamo insieme.>
Mi affrettai a sfuggire dalla presa di Devil che però mi riprese al volo stringendomi ancora più saldamente.
<Continua, cosa volevi dirmi?>
Sorrisi lievemente per rassicurarlo.
<Si, Mason, cosa volevi dirle?>
Di nascosto, diedi un pizzico abbastanza forte al braccio di Devil e fece una piccola smorfia tentando di resistere al dolore. Così impara.
<Bhé, si farà una festa questa sera e mi chiedevo se... ti va di venirci con me?>
Un ragazzo cosí carino mi stava invitando ad una festa? Fantastico. Stavo per rispondere di si quando un pensiero mi attraversò la testa... Mason era davvero carino ma non era... Terra chiama Marian! Ma non pensarci nemmeno! Ti avrà anche baciata ma si é comportato come un idiota con te. Accetta l'invito di quel ragazzo e divertiti per una volta!
Questa volta la mia coscienza aveva davvero ragione. Dovevo accettare. E se anche Mason fosse un vampiro? Pazienza, ormai mi ci ero quasi abituata.
<Ehm... Mi piacerebbe, si.>
Il sorrisetto svanì dal volto di Devil che sembrò irrigidirsi. Mason invece pareva al settimo cielo.
<Wow, davvero? É fantastico! Okay, ti vengo a prendere io verso le otto?>
<Ehm... Certo.>
Sorrisi un pò di più e gli lasciai un biglietto con scritto il mio indirizzo. Quando Mason se ne andò alzai lo sguardo verso Devil e mi liberai dalla sua stretta. Feci per andarmene ma lui mi fermò e si mise a camminare accanto a me verso il cortile.
<Povero ragazzo...>
<Perché? Perché si é aggiudicato un appuntamento con me?>
Ci limitavamo a camminare uno accanto all'altro senza neanche guardarci.
<Si, anche. Ma io mi riferivo al fatto che non possiede neanche una goccia del fascino che ho io.>
La sua voce era fiera ed altezzosa e il portamento era elegante e presuntuoso.
<Speriamo che non abbia neanche una goccia della tua idiozia.>
Svoltai a destra cercando di seminarlo ma lui mi raggiunse in un batter d'occhio.
<Stai insinuando che sono un idiota?>
<Oh no ma che hai capito? Io sto affermando che tu sei un idiota.>
Gli rivolsi un sorriso adorabile mentre lui assunse un broncio.
<Adesso ti sei offeso?>
<Si, molto. Di solito le ragazze strisciano per terra pur di avere un appuntamento con me mentre tu mi chiami idiota. Dev'essere un giorno particolare per me.>
<Abituati.>
Il sorrisetto malizioso di prima tornò a governare il suo viso.
<Non ti capisco... Perché mi tratti così se solo un giorno fa mi hai baciato?>
Mi fermai e puntai i piedi per terra. Adesso esagerava.
<Io ti ho baciato?>
<Già, non sei neanche troppo brava... Hai le labbra troppo piccole.>
Adesso ero furiosa.
<Vogliamo vedere se é troppo piccola anche la mia mano?>
<Adesso cosa centra la tua...>
Non gli diedi neppure in tempo a finire la frase che gli lasciai sulla guancia una sberla che gli fece arrossare il viso solitamente pallido.
Mi feci più male io alla mano che lui, ma comunque ne era valsa la pena.
Lui si portò la mano sul punto di pelle colpita e in volto adesso portava un espressione dolorante e sorpresa. Io non aggiunsi una parola e ripresi a camminare. Questa volta lui non mi seguí ma rimase fermo in mezzo al corridoio a guardarmi andare via.

The Moonlight ChroniclesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora