Books and Ash

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Dopo avermi dato uno spazzolino ed un pigiama di due taglie più grande della mia misura, Serafine mi fece accomodare in una delle sette camere per gli ospiti che stazionavano nell'immensa villa di famiglia. La camera era spaziosa e con un piccolo terrazzino che dava sul grande giardino.

La bufera non era ancora passata e si sentiva il fischio assordante del vento invernale seguito da un sistematico sbattere di porte e finestre che mi aveva dato i brividi. Non mi erano mai piaciuti gli ambienti troppo grandi. Mi mettevano addosso un senso indescrivibile di disagio. Dopo essermi infilata il pigiama rosa che Serafine mi aveva dato, mi misi sotto le coperte dello spazioso letto matrimoniale in legno chiaro. Sentii bussare alla porta delicatamente così mi sistemai meglio nel letto e mi portai i capelli ormai arruffati dietro le orecchie.

<Avanti...>

La porta si aprì piano cigolando e la formosa figura di Serafine fece irruzione nella stanza venendosi a sedere accanto a me. Mi porse un bicchiere colmo d'acqua da cui presi un sorso e poi riposi sul comodino accanto a me.

<Sono tutti andati a letto. Sono passata a darti la buona notte.>

Il suo solito e meraviglioso sorriso mi riscaldò il cuore. Volevo bene a quella vampira e lei voleva bene a me, in qualche modo.

<Bhè grazie... Questa casa è fantastica. Come la sua proprietaria>

Gli feci l'occhiolino e lei si mise a ridere. Improvvisamente le sue guance di solito pallide presero un po di colore per via delle risate.

<La famiglia Clifford possiede questa villa da generazioni... Io ci sono cresciuta con mio fratello e da quando i miei genitori non ci sono più ce ne occupiamo noi.>

Ecco per cosa stava la "C" incastonata nell'imponente cancello all'ingresso.

<Tu hai un fratello?>

Corrugai la fronte in un espressione confusa. Non avevo capito che Serafine avesse un fratello.

<Micheal. E' lui mio fratello anche se non ci assomigliamo molto...>

Adesso ero ancora più sorpresa. Mi sistemai meglio sul letto e presi uno dei morbidi cuscini di raso tra le braccia.

<Così tu e Micheal costituite la famiglia Clifford? Non c'è nessun altro?>

Lei scosse la testa e poi abbassò lo sguardo. Anche io avevo perso i miei genitori quando ero solo una bambina e riuscivo comprendere che non le piacesse tirare in ballo l'argomento così sviai la conversazione.

<Adesso è meglio che dorma... Sto crepando di sonno e domani vorrei tornare a casa mattino presto per spiegare ai miei perchè sono stata fuori tutta la notte...>

<Certo, ti lascio riposare. Notte M.>

Si alzò da letto e saltellò via dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Mi sistemai sotto le coperte e cercai di prendere sonno ma era tutto inutile. Le palpebre parevano sempre sul punto di cedere ma ogni volta che lo facevano una follata di vento le riportava vigili. Odiavo il vento. Il rumore assordante del suo fischio, le chiome degli alberi frustate dalla sua potenza e i brividi di gelo che mi procurava lungo tutto il corpo.

Presi un altro sorso dal bicchiere che S mi aveva portato in camera ma le mie labbra rimasero ugualmente secche e stoppacciose, così mi alzai dall'imponente letto intenta ad andare alla ricerca di altra acqua. Appena i miei piedi nudi toccarono il freddo pavimento della camera un leggero lamento di fastidio uscì dalla mia bocca. Mi infilai il mio maglione caldo sopra alla leggera camicetta rosa della mia amica e aprii la porta con cautela evitando il fastidioso cigolio.

The Moonlight ChroniclesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora