withe tooth

562 27 2
                                    

Iniziai a correre. Il vento freddo del mezzo inverno mi frustava il viso. Dovevo riordinare tutti i cassetti sparsi al suolo nel mio cervello e scappare era sembrata la cosa migliore da fare. O almeno la più facile.
I ragazzi sapevano chi teneva prigionieri i miei genitori ma perché non volevano dirmi nulla a riguardo?
Devil aveva detto che meno sapevo più ero al sicuro ma in quel momento non mi interessava la mia sicurezza personale. Avrei preferito morire invece di veder soffrire coloro che mi hanno sempre trattata come una figlia. Caroline diceva sempre che ero arrivata con il vento, come un miracolo dal cielo. Non capivo cosa volesse dire quella frase detta dalle sue labbra ma è esattamente quello che in questo momento avrei detto a loro. Mi hanno salvato e sono arrivati silenziosamente e senza preavviso. Come il vento.
Avevo corso tanto da arrivare al confine del paesino "su cui non tramonta mai il sole".
Mi fermai davanti al cartello che avevo visto il giorno del mio arrivo. "Benvenuti nella contea di Moonlight".
Mi guardai intorno e respirai il forte profumo di pino bagnato e terriccio umido. La neve aveva ovattato ogni odore da quando la notte era tormentata dalla sua candida ira, ma adesso che la tempesta si era placata, iniziavano a rifiorire i familiari odori autunnali.
La cosa che da sempre mi aveva impressionato di quel pezzo di Stati Uniti era il suo tormentato ed assordante silenzio. Per le vie non si vedeva mai nessuno e non avevo mai avvertito quel tipico chiacchierio paesano. Nella contea si sapeva tutto di tutti ma la gente preferiva tenere per sé le proprie conoscenze.
Adesso la mia testa aveva trovato un minimo di pace. Se ero in cerca di tranquillità, mi era sempre stato utile pensare a ciò che avevo intorno:
Il bosco innevato, una strada coperta dalla nebbia, un cielo viziato, un ragazzo, un leone dalla criniera di fuoco...
Dopo qualche minuto ripresi a correre fino a che arrivai davanti casa Clifford. Mi precipitai in biblioteca dove trovai Raphael e Serafine con la testa china su un libro dall'aria antica.
Non li satutai neppure e loro alzarono il capo con fare confuso. Scrutavano attentamente la mia figura affaticata dalla corsa, con occhi spalancati e con una gran fretta di trovare quello che tutti stavamo cercando da settimane.
<Un leone dalla criniera di fuoco. Vi dice nulla?>
Dissi velocemente. Loro si scambiarono uno sguardo per poi tornare a me.
<Non ne ho mai sentito parlare...>
Disse Serafine ma fu subito interrotta.
<Un antico stemma di famiglia aveva come simbolo un leone dalla criniera infuocata ma da quel che ne so questa famiglia si è estinta parecchi anni fa. Perché, avete trovato qualcosa?>
Raphael si mise in piedi. Il suo viso era contratto e tirato, come al solito. Sembrava che in mia presenza gli fosse impossibile rilassarsi.
<I ragazzi hanno trovato un foglio nella mia camera con quel simbolo disegnato sopra... sai cosa vuol dire?>
<Non c'è alcun senso... ti ho detto che ormai quella famiglia è estinta. Perché qualcuno avrebbe dovuto usarlo per mandare un messaggio?>
Serafine spostava lo sguardo vispo da me a Raphael.
<Io non lo so... i ragazzi sapevano qualcosa ma non mi hanno voluto dire nulla.>
Dopo qualche attimo di silenzio il viso del vampiro si illuminò.
<A casa mia e di mio fratello... è tanto che non ci torniamo ma potrei giurare di aver visto qualcosa del genere>
Alzai il capo che era rimasto chino fino a quel momento.
<Ad esempio? Un libro, un gioiello... cosa hai visto?>
Il mio cuore aveva preso a battere più velocemente.
<No, nulla del genere. Era un arma. Un pugnale, per essere precisi. Mio padre lo teneva nel suo studio come se fosse una reliquia.>
<E tuo padre possiede ancora quel pugnale?>
Improvvisamente nella mia voce era comparso un frammento di speranza.
<Non lo so ma se ancora lo possiede non resta che tornare a casa nostra e scoprirlo di persona.>
Avevamo finalmente un punto di partenza. Dovevo capire cosa significava quel simbolo. Dovevo salvare una delle cose che mi stavano più a cuore.

Sono in una stanza buia. Non un suono, non un soffio di vento. Intorno a me l'oscurità si propaga come fosse una macchia d'olio. Sono a terra, con le mani sporche di terriccio bagnato. Sento un odore pungente di bruciato e di selvaggio. Mi gira la testa e mi fa male lo stomaco. È come sentirsi ubriachi anche se sai di essere perfettamente sobria. Mi alzo in piedi e inizio a seguire l'odore di fumo. Più cammino più quello si fa vivido e reale. D'improvviso vedo le fiamme. Il colore di quei frammenti d'inferno, così vivido e macabro, si fa spazio nelle fessure dei miei occhi carbonizzandoli. Un muraglia di fuoco si è alzata a formare un recinto incandescente intorno a me. Non ho vie d'uscita e il calore mi opprime. Urlo per chiedere aiuto ma nessuno mi sente. Poi vedo qualcosa attraversare le fiamme. Ha quattro zampe e si muove lento dietro la barriera di fuoco. Improvvisamente lo vedo attraversare l'inferno e scopro che l'essere è un possente leone dalla criniera bruciata. I suoi occhi sono due fessure formate da oro sciolto e demoni. Mi guarda come se si stesse prendendo gioco di me e io guardo lui come se fosse la morte in persona venuta per rapirmi e portarmi nel suo regno. Il leone apre le feroci fauci e pare cerchi di parlare. Ruggisce con una potenza paranormale facendo spegnere le fiamme intorno a noi. Un suono esce dalla sua bocca insieme al ruggito. Una parola che non riesco a comprendere. Il leone fa un passo verso di me. Le fiamme riprendono a divampare. La bestia salta sul mio corpo con la bocca spalancata e...

The Moonlight ChroniclesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora