Walcome to My New Life

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Slowly fading away you're lost and so afraid

Where is the hope in a world so cold?

Looking for a distant light someone who could save a life

You're living in fear that no one will hear your cries

Can you save me now?

I'm whit you.

I will carry you through it all

I won't leave you i will catch you

when you feel like letting go cause you are not alone.

Red, Not Alone.

La scuola era ricominciata e tutto sembrava scorrere più lentamente. Era l'ultimo anno di liceo qui a Moonlight visto che avevamo deciso di trasferirci. Ormai non avevo più una famiglia, ma mi era rimasto qualcosa di più. Avevo tanti fratelli. Fratelli che mi avevano accolto nelle loro vite, e questo per me racchiudeva perfettamente un'idea di familiarità. La famiglia è un gruppo di persone che si proteggono e sostengono a vicenda e più di come ci proteggevamo noi, non lo faceva nessuno.

Finita l'ultima ora di lezione, uscii dal grande cancello dell'istituto dove mi aspettava una delle mie più grandi vittorie.
Appena lo vidi iniziai a correre impaziente di sentire le sue mani fredde e bollenti su di me. Raggiunsi Devil e gli saltai letteralmente addosso, aggrappandomi con le gambe al suo bacino e con le braccia al suo collo, come se fossi un koala attaccato al suo ramo di bambù.
Devil aveva ormai finito la scuola e tenuto gli esami qualche giorno fa. Lo stesso avevano fatto Mike, Luke e Raphael.
<Vuoi uccidermi o cosa, M?! >
Disse lui ridendo e stringendomi con le braccia.
<Oh no, hai scoperto i miei diabolici piani... >
Ogni traccia di divertimento sparì, eccetto il suo solito sorrisetto che mi faceva tanto impazzire. Si avvicinò al mio viso che non si mosse di un centimetro se non per avvicinarsi a sua volta a quello del mio interlocutore.
< Fidati, ti servo più da vivo. >
Dette queste parole, posò le sue labbra rosse sulle mie intrappolandole in un bacio che mi tolse il fiato.
Appena il bacio finì, posammo la testa di uno su quella dell'altro. Con il dito attraversai delicatamente la piccola cicatrice sul labbro inferiore lasciata da Laranik come ricordino del nostro ultimo scontro. Dopo quel giorno eravamo tutti cambiati, in meglio.
Eravamo più tranquilli da quando le guardie del circolo avevano portato via Laranik. Adesso almeno sapevamo che non avrebbe fatto più del male a nessuno.
Un clacson mi fece e risalire dal mare di pensieri.
<Forza piccioncini! Salite o vi lasciamo qua! >
Ovviamente era stato Raphael a parlare. Solo lui era capace di interrompere certi... Momenti. Devil mi lasciò libera così che potessi raggiungere il pick-up appena riverniciato da Luke. Le valige ormai erano tutte a bordo e gli scatoloni del trasloco erano già stati portati a destinazione da una ditta specializzata.
Come nuovo "rifugio" avevamo scelto un appartamento poco fuori Madrid, appartamento gentilmente donato dal Circolo come tana. Avevo sempre amato la spagna e, con la fortuna di avere un fidanzato per metà spagnolo e per metà ricco da far schifo per via delle sue mobili origini vampiresche, tra poco ci sarei andata a vivere.
Salii a bordo del pick-up, fresco di una buona manutenzione, seguita da Devil che si mise accanto a me, con un braccio intorno al mio collo. Feci un profondo respiro. Lì si sentiva ancora il dolce odore della colonia alla lavanda di Serafine. Tutto quello che avevo intorno mi riconduceva ai lontani giorni, che ormai parevano anni, in cui l'unica mia preoccupazione era sfuggire agli abbracci troppo forti di quella biondina. A quando mi costringeva ad indossare uno dei suoi aderentissimi abiti o a farmi truccare senza che io potessi fuggire. All'ora quei gesti mi sembravano quasi fastidiosi ma adesso ne sentivo terribilmente la mancanza. Per me lei sarà sempre la sorella che non ho mai avuto. La mia prima amica ... La mia prima vera grande salvezza.
Neanche mi accorsi che una lacrima silenziosa stesse attraversando il mio viso. Una lacrima tanto invisibile quanto significativa. Devil si accorse di quella gocciolina e con un polpastrello me la asciugò. Io lo guardai sorridendo a malapena.
A volte mi piaceva pensare a lei, anche se questo comportava il pianto. Pensare a lei aiutava a non dimenticare tutte le cose belle che era, cose che non sarebbero mai dovute sparire.
Raphael non pronunciò più il suo nome da quel dì ... Ma io sapevo che pensava a lei ogni minuto della giornata. A volte sorrideva, a volte urlava e a volte piangeva. Ma mai una volta aveva detto quel nome.
Presa da tanti pensieri cullati dall'odore di Devil, mi addormentai e sognai qualcosa di sconosciuto alla mia memoria.

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