Chapter three

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Come promesso, ieri sera e stamattina non ho fatto nulla.
Ero troppo annoiata per fare anche la cosa più piccola, non mi impegnavo e sbadigliavo ogni punto momento. Ho preferito riposarmi, vedere la tv - sì, Jennifer quando è tornata, è entrata in casa con un dvd noleggiato in mano, esattamente come avevo previsto - e imbambolarmi di fronte l'immensa bravura di Robert Downey Jr., che è uno dei migliori attori mai visti sul maxischermo.
A parte me.
No, sto scherzando. Sono bravissima a recitare, per carità, ma vedendo tanta bravura mi chiedo se riuscirò mai ad essere così. Mentre rimanevo a guardarlo mentre parlava, gesticolava o lasciava che sul suo volto apparisse ogni genere di tick nervoso, Jennifer mangiava una manciata di popcorn e, con la bocca sporca di burro, indicava Robert in tv e: "Io ho il suo numero."
Stamattina mi sono svegliata molto presto e sono andata a correre, sollevando i capelli e nascondendoli in un berretto di lana grigio. Ho cercato di tenere sempre la testa abbassata, anche se a quanto pare i paparazzi si nascondono anche nei tombini delle fogne. Si nascondono come i topi, per poi uscire all'improvviso, cogliendoti in un particolare momento che potrebbe essere equivocato.
Quando torno a casa, Jennifer ha preparato il pranzo e mi aspetta al tavolo. Ancora tutta appiccicosa di sudore, mi siedo e mangio, per poi farmi una doccia rapida, sebben farla dopo pranzo non sia la scelta migliore.
Niall mi ha mandato un messaggio, dicendomi che mi sarebbe venuto a prendere alle cinque.
Così passo il tempo rileggendomi il copione, in particolar modo le battute che trovo più difficile ricordare.
A tratti, alterno la lettura del copione a quella del vero e proprio libro. Fearless è in commercio da circa due anni, eppure il suo successo è stato immediato.
La storia di Stephanie e Nicholas ha attratto milioni di lettori, e sono veramente lusingata di interpretarla. Spero di riuscire a dare il meglio perché come personaggio mi piace parecchio. Ha un carattere simile al mio, per questo riesco quasi ad immedesimarmi nelle scelte che fa durante il corso della storia. Il personaggio di Nicholas invece è abbastanza ambiguo, così come il suo interprete. Questo è sicuramente perché non lo conosco bene come vorrei e dovrei.
Quando Niall mi fa uno squillo sul cellulare aziendale - sì, ognuno di noi ha un doppio numero telefonico, quello privato e quello di lavoro, insieme al quale ci viene rilasciato anche un secondo cellulare nuovo - scendo subito, raccogliendomi i capelli in una coda tirata sulla nuca. Quando entro in macchina, noto il sole tramontare lungo la linea delle ville, le palme alte che si muovono per il vento che oggi tira e numerosi turisti che si fermano in mezzo alla strada per fare la foto con la scritta Hollywood alle spalle. Ora che ci penso, su Tumblr è un'immagine molto ricercata.
Quando mi chiudo la porta alle spalle, sono seduta accanto ad Elise. Ha gli occhiali sollevati sul ponte del naso, gli occhi marroni resi più chiari dai raggi di sole che le colpiscono il viso e i capelli lasciati sciolti sulle spalle minute. Mi stringe leggermente la mano per salutarmi, poi noto Harry seduto sul sedile del passeggero che gira la testa per guardarmi negli occhi. "Salve" saluta, sollevando le sopracciglia. Smuovo le dita della mano in risposta.
"Bene" Niall cerca il mio sguardo attraverso lo specchietto retrovisore, "Com'è andata la festa ieri?"
Sbuffo, appoggiando la testa sul sedile dietro di me. "Come tutte le altre" dico, annoiata.
Sai che novità.
Harry si gira di nuovo, la cintura di sicurezza che si allarga leggermente sul suo collo per non strozzarlo. "Davvero non ti sei divertita? C'era un sacco di gente" dice, riportando poi gli occhi verdi sulla strada frontale. Elise si gira a guardarmi.
"E' successo qualcosa?" dice con il suo accento inglese marcato.
Scuoto la testa. "No, non è successo niente. Ma è proprio questo il fatto, non accade mai niente di bello. Sono tutte così monotone.."
Niall si ferma al semaforo, mentre un gruppo di ragazzi ci passa accanto sul marciapiede.
"La cosa che mi da fastidio" aggiungo, drizzando la schiena e togliendomi dagli occhi alcuni capelli sfuggiti alla coda, "è che le fan pensano chissà cosa. Credono che ci sia da sballarsi, quando invece ognuno sta per conto proprio, la maggior parte delle volte. Solo per far numero."
Niall scuote le spalle e riprende la marcia. "Sai che novità, in questo mondo è sempre così."
"Purtroppo" aggiungo, per poi zittirmi.
E' vero. Le persone che non hanno niente a che fare con noi non sanno quanto, questa vita, alle volte possa essere noiosa. Non basta conoscere tanta gente per essere felici. Un sacco di fattori intervengono a proposito.
O magari tutto questo è sola una mia considerazione, e il mondo dello spettacolo viene inteso diversamente dagli altri attori e cantanti. A quel punto, potrei avere seri problemi.
Se parlo in questi termini, qualcuno potrebbe pensare che il mio lavoro non mi piaccia, ma non si può essere tanto lontani dalla verità.
Amo il mio lavoro, essere attrice è sempre stato il mio sogno, e avere un papà regista - lo ammetto - è stato anche un punto in mio favore, ma me la sempre vista da sola, ho raggiunto degli obiettivi lavorando solo con le mie forze. Il problema è che mi ritrovo a lavorare con gente dalla doppia faccia. Si mostrano benevoli, simpatici e altruisti, quando invece sono menegreghisti e avidi di potere. Forse è per questo che questo mondo non mi piace, sotto questo aspetto. Forse perché mi sono sempre trovata a fare da collega a molte persone insopportabili che mi hanno fatto capire tante cose.
Io non voglio essere così.
Io voglio essere migliore di loro.
Anzi, lo sono e devo continuare ad essere così.
Se solo la gente sapesse cosa si nasconda dietro l'apparenza, smetterebbe di comportarsi e dire determinate cose.
Niall parcheggia davanti il locale presso cui ha prenotato, e subito veniamo accerchiati da gente. Il biondo al volante sbatte ripetutamente il capo contro il poggia testa, sbuffando. "Che palle" dice, prima di aprire la portiera e uscire fuori. Il gestore del locale esce allo scoperto, e insieme a lui una serie di uomini vestiti in nero che si allineano per farci passare. Quando apro la portiera, sento Niall avvicinarsi a me e dire "Non fermarti con nessuno."
Abbasso la testa e mi avvio verso l'interno del locale, raggiungendo Harry e il biondo. Appena Elise è al nostro fianco, le porte in legno vengono richiuse alle sue spalle.
"Perfetto" dice Niall strofinandosi le mani, "qual è il nostro posto?" chiede al gestore.
L'uomo è forse sulla cinquantina, vestito di nero con un papillon fissato al collo, i suoi capelli sono gellati e gli occhi mascherati da dalle lenti leggermente tendenti all'azzurro.
"E' quello sulla destra, in fondo" dice, facendoci scortare da alcuni camerieri.
Quando prendiamo posto, i menu sono posti ordinatamente sui piatti, i tovaglioli piegati a forma di fiore e le posate lucide ai lati del piatto bianco candido. Niall apre il suo tovagliolo e se lo appoggia sulle cosce. "Bene, Elise, siamo qui per parlare del tuo libro. Dicci qualcosa."
Harry solleva un braccio sul tavolo e socchiude gli occhi verso l'autrice, la mascella serrata e la mandibola ben definita. E' seduto di fronte a me.
Un attimo.
Perché continuo a fissarlo?
Mi giro verso sinistra, dove Elise si sta passando un dito dietro l'orecchio per mettere a posto una ciocca ribelle.
"Sì, sì certo. Allora" si gira verso di me, posando il mento sulle dita incrociate. "Cosa vuoi sapere?"
"Com'è Stephanie? Intendo...oltre gli aspetti del carattere già definiti. Ho bisogno di sapere come sia lei realmente."
Harry mi guarda socchiudendo gli occhi, come se stesse soppesando le mie parole. Si gira verso Elise che ha appena iniziato a parlare.
"Stephanie è intraprendente. Ha vissuto una condizione particolare in famiglia-"
"Più che particolare" interviene Harry, facendo un colpo di tosse, "ha avuto un'esperienza terribile con i suoi genitori."
"Un detto dice che i genitori non li scegliamo noi, non possiamo farcene una colpa. Stephanie si è ritrovata a vivere con una madre che la considerava poco e niente e un uomo che aveva sempre creduto fosse suo padre."
"Che solo dopo scoprirà essere solo un amico della madre, mentre il padre biologico è un boss mafioso" dico, e sento i respiri di Harry molto più rumorosi di prima.
"Esattamente. Diciamo che la mancanza di un equilibrio l'ha resa abbastanza dura nei confronti del resto, e ciò è stato un bene per quello che ha dovuto passare. Come ho già detto, è intraprendente ma anche determinata a salvare se stessa e il suo amore più grande."
Harry sorride, espirando aria dal naso. "Ovviamente."
"Non sei d'accordo?" fa Elise, alzando un sopracciglio.
"No, no, per favore, continua. Stavo solo pensando ad alta voce."
"Se c'è qualcosa che ti da fastidio riguardo Stephanie, perché hai fatto l'audizione per il personaggio di Nicholas?" chiede l'autrice, mentre i camerieri portano le bevande al tavolo.
Sposto lo sguardo su Harry, aggrottando le sopracciglia.
"Perché adoro il personaggio, non serve per forza che io ami Stephanie. Posso essere più o meno d'accordo con le sue scelte, o non mi è concesso?"
"Harry" lo apostrofa Niall, appoggiandogli una mano sulla spalla per zittirlo. "Per favore."
"Non voglio ostacolare nessuno. Prego, continua, Elise, e scusa se ho, come dire, contraddetto un piccola parte."
Elise smuove le dita della mano, "Non preoccuparti, va tutto bene. E' giusto che ci siano pareri discordanti. Ma tornando al discorso di prima.." E' costretta ad interrompersi perché il cameriere sta portando le prime portate. Sposto il tovagliolo dal piatto, ed Harry di fronte a me fa lo stesso.
"Stavo dicendo.."
"Scusi!" la interrompe nuovamente Niall, richiamando il cameriere. "Io sono allergico alla frutta secca, è possibile scambiare il piatto con qualcos'altro?"
"Sì, certo" dice il ragazzo, portando via il piatto.
"Allora.." inizia Elise, ma Niall alza di nuovo la mano.
"Scusi il disturbo."
"Si figuri" dice il cameriere portando un piatto diverso.
Alzo gli occhi al cielo. Incredibile, Niall non riesce ad essere serio nemmeno cinque minuti.
"Elise, lascialo perdere e parla con me" dico, per farla esporre senza più alcuna interruzione.
Lei annuisce. "Ti do alcuni consigli riguardo a come interpretarla al meglio. Allora, prima di tutto, nonostante sia molto decisa come personaggio, tentenna sempre di fronte a delle scelte. Sembrerebbe un paradosso, ma sebbene sappia cosa sia giusto, tentenna comunque, valutando tutti i pro e i contro che una scelta potrebbe portare. Non vorrebbe farsi carico di responsabilità deleterie" dice, prendendo in bocca il primo boccone. Inizio a mangiare anche io.
"Ha il vizio di mangiare le unghie e quando è con Nicholas si morde sempre il labbro inferiore. Nessuna malizia, però" dice, sorridendo con un angolo della bocca. Poi sposta il suo sguardo su Harry. "Nicholas invece è bravo nei sotterfugi, riesce a trovare una soluzione per tutto e sa tenere ben nascosti i suoi segreti. Non è mai sopraffatto dai sensi di colpa, e quando crede che una cosa sia giusta, non si fa scrupoli ad attuarla, nonostante le conseguenze cui potrebbe incorrere." Harry annuisce, masticando piano il boccone.
"E che mi dici del suo amore per Stephanie? Cambia di intensità durante la narrazione? O meglio, Stephanie se ne accorge?" le chiede lui.
Elise scuote la testa, mentre Niall presta attenzione a qualsiasi cosa dica. E' così attento che se l'autrice dovesse dire che degli unicorni stanno attraversando la strada, Niall si girerebbe per confermare.
"No, Nicholas è bravo nel manipolare, di conseguenza Stephanie non nota niente di sbagliato, o qualche cambiamento. O almeno fino al punto cruciale della storia."
Harry annuisce e mi giro nuovamente verso di lei. "Stephanie ha qualche mania?"
Elise risponde dopo aver ingoiato il boccone che stava masticando. "Si sente perennemente osservata, e di tanto in tanto si gira a guardarsi le spalle."
"Questo è anche simbolo di debolezza" afferma Harry, giocherellando nel suo piatto con i resti di cibo.
"Sì, anche. Wow, Harry, vedo che sei molto preso dal libro."
Il riccio annuisce, guardando poi la donna con i suoi occhi luminosi. "Sì, quando leggo sono molto attento. Non mi lascio sfuggire un dettaglio" risponde convinto.
Niall batte le mani per richiamare l'attenzione su di sè. "Proseguiamo con la cena?" dice, sollevando poi la mano per chiamare il cameriere appostato nell'angolo.

Quando finiamo finalmente di cenare, si è fatto abbastanza tardi e mi sono ritrovata a conoscere più cose su Stephanie di quanto abbia mai potuto immaginare.
Credo che mi divertirò molto ad interpretarla, è cosi particolare.
Sento che se dovessi leggere nuovamente il libro dall'inizio, capirei e farei più attenzione sui dettagli minimi che traspaiono dalle righe. Ha ragione Harry.
Non bisogna mai lasciarsi sfuggire qualcosa.
Quando Niall mi riaccompagna a casa, saluto tutti con un cenno della mano, per poi aprire il cancello e suonare al citofono. Jennifer ha un asciugamano avvolto intorno ai capelli, gli occhi struccati e un vestito leggero a fasciarle il corpo formoso.
Sta mescolando del cioccolato in una coppa verde, mentre tiene il telefono tra l'orecchio e la spalla. "Certo, certo" sta dicendo, mentre vado a lasciare la mia borsa ai piedi del letto. Il mio telefono ha una spia azzurra ad indicarmi l'arrivo di un tweet.
Lo controllo, per accettarmi di cosa si tratti.
Siamo menzionati sia io, sia Harry. Ora che ci penso, non ho nemmeno mai perso tempo a controllare il suo account.
Sono forse l'unica che li shippa?, dice il tweet, ed è correlata una foto di oggi pomeriggio in cui Harry mi tiene aperta la portiera della macchina per farmi entrare dentro l'autovettura. Scuoto la testa, notando quanti RT siano segnati, oltre a gente che insulta questa povera ragazza per aver anche solo pensato una cosa del genere. Sbuffando, clicco sul profilo di Harry. Il suo ultimo tweet risale a due settimane fa. Non ho visto molti suoi film, ma mi hanno detto che sa recitare davvero bene. Non è famosissimo, eppure il numero di followers è impressionante. Vedo la sua foto profilo e noto subito che i suoi capelli - quando la foto è stata scattata - erano più corti, leggermente abbassati sulla fronte ampia e anche un po' più chiari rispetto al suo marrone. Non ha mai condiviso molte foto sue, cattura solo alcuni momenti o immagini con significati particolari. Spengo il telefono e vado in cucina, dove Jennifer ha smesso di parlare al suo e sta versando il cioccolato in delle coppette. Mi avvicino, allungando un indice. Pulisco il bordo della coppa verde e me lo porto alle labbra, assoporando il cioccolato di mia sorella.
"Mmh" mugugno, guardandola mentre si aiuta con un cucchiaio a versare il resto.
Si gira a vedermi con la coda dell'occhio. "Non mi dai una mano?" chiede ironica con un sopracciglio sollevato.
Faccio per pensarci su.
"Non rispondermi" dice, conoscendo la risposta. Le do un bacio sulla guancia per poi prendere una nuova goccia di cioccolato sul dito. Mi sporgo verso di lei e le sporco la guancia. Rimane immobile, poi inizia a respirare pesantemente come un toro di fronte ad un telo rosso.
C'è silenzio in casa.
Intanto me la rido sotto i baffi.
Jennifer appoggia la coppa verde sul bancone della cucina e si gira verso di me. Urla un "Jessica" così alto, che sicuramente Cara Delavigne l'ha sentito da Londra.
Inizio a correre come una bambina stupida per la cucina, mentre lei mi insegue con il cucchiaio sporco. Quando me lo lancia contro, mi colpisce al braccio e mi giro, sentendo poi il cucchiaio cadere per terra e sporcare il pavimento.
Mi lecco il punto colpito, il cioccolato è buono anche spalmato su un piccolo tratto di pelle. "Non mi fai paura."
Jennifer si gira a sua volta e recupera una scopa dall'angolo insieme ad uno strofinaccio, spingendoli contro di me. "Ma questa sì." E si allontana, prima che possa restituirle la scopa.
Davvero, non è come sembra.
Le voglio bene.
Ma adesso vorrei proprio ucciderla.

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