Abbasso il cappello sulla fronte, nascondendo il viso nella sciarpa azzurra. Controllo tra gli appendini che ci sia la mia taglia, cercando di non destare l'attenzione di nessuno. Sposto con una mano tutte le misure, non riuscendo a notare la mia. Sbuffo, facendo appannare gli occhiali che stamattina ho indossato per nascondere ulteriormente il mio viso. Non posso mai permettermi di fare shopping da sola, devo prendere le dovute cautele. Sposto l'ultimo capo di abbigliamento, notando finalmente una medium in un mondo di small. La appoggio sopra il cappotto, appurando a vista che sia la misura giusta, quando una commessa si avvicina.
"Posso esserle d'aiuto?" chiede gentilmente, e non posso fare a meno di sollevare lo sguardo. Ha gli occhi scuri e i capelli neri lasciati sciolti sulla schiena. Sorrido, scostando un poco la sciarpa con un gesto lento della mano.
La commessa aggrotta le sopracciglia, per poi sgranare gli occhi e schiudere leggermente le labbra fini. "Ma-"
"Sshh" dico, portando un indice di fronte le mie labbra carnose. "Sono in incognito."
"Oddio" la ragazza si copre la bocca con le mani, sollevando le sopracciglia, sorpresa. "Non posso credere che tu stia proprio di fronte a me, io ti adoro!" dice attraverso le mani sulle labbra.
Le intimo di fare silenzio e le faccio cenno di seguirmi nei camerini. La faccio entrare insieme a me nell'unico spogliatoio disponibile, e chiudo subito la porta una volta dentro. "Ti prego" la supplico, "non far capire che io sia qui."
Lei saltella come una bambina, fiondandosi su di me e abbraciandomi. Ricambio il gesto, mantenendo ancora la maglietta nuova nella mia mano.
Quando appoggio l'altra sulla sua schiena, la sento leggermente singhiozzare. Mi allontano e scorgo i suoi occhi lucidi. Mi sollevo il cappello dalla fronte e le accarezzo una guancia. "Ehi, ehi, perché queste lacrime?" dico, aggrottando le sopracciglia.
La commessa si passa una mano sulla guancia per asciugare quelle che erano cadute contro ogni controllo e tira su con il naso. "E' che ho aspettato e sperato così tanto di vederti anche solo un momento" dice con la voce rotta.
Mi mordo il labbro inferiore e poi le sorrido. "Non voglio che tu pianga, anche perché altrimenti questa potrebbe sembrare una cosa brutta e triste. Sorridi, sicuramente sei più bella" dico, allargando le mie labbra per sorriderle. La ragazza ride, poi le prendo una mano. "Come ti chiami?"
"Melanie" dice a bassa voce. "Ti adoro tantissimo, Jessica. E' grazie a te che ho iniziato la scuola di recitazione, perché sei il mio idolo."
Le picchietto la tasca del pantalone. "Ti ringrazio infinitamente, sapere che sono importante per qualcuno mi riempe il cuore di gioia. Dai, esci il telefono e facciamoci una bella foto."
Melanie ride e tira fuori il suo telefono, stropicciandosi l'occhio con l'altra mano. "Non posso credere che tutto ciò sia vero" dice, allungando il telefono e aprendo la fotocamera. Mi stringo a lei, sporgendo le mie labbra sulla sua guancia.
Scatta la foto e la guarda, ammirata.
"Ora devo proprio andare" dico, controllando l'orario sullo schermo di Melanie. "Sono uscita senza avvisare nemmeno mia sorella."
"Puoi dire a Jennifer che sono una mega fan delle Lawrence?" chiede, mordendosi il labbro inferiore. Annuisco, sorridendo.
"Certo."
"Ah, e un'altra cosa."
Mi ammutolisco. Ti prego, dimmi che non mi chiederà quello che credo, ti prego dimmi che non mi chiederà quello che-
"Ma tu ed Harry?"
Abbasso il capo, per poi sollevarlo e sorriderle. "Lavoriamo insieme" taglio corto ed esco dal camerino. "Questa maglietta la prendo comunque" continuo, stroncando l'argomento.
Mi avvio alla cassa, abbassandomi nuovamente il cappello sulla faccia e sollevando la sciarpa sulle labbra. Melanie si mette dietro la cassa ed effettua il pagamento. "Grazie di tutto, Jessica."
Sorrido. "Ma grazie a te, a presto!" la saluto, ed esco dal negozio prima che qualcuno possa vedermi.
Anche se vedere una ragazza con un cappotto pesante, cappello di lana e sciarpa intorno al collo è abbastanza strano all'inizi di settembre. Alzo il passo, camminando raso il marciapiede. Sono le nove e mezzo e tra mezz'ora devo stare alla Horan Industry. La fermata dell'autobus è lontana dieci metri e non c'è poi così tanta gente.
Sì, ce la posso fare.Nonostante le occhiate indiscrete e indagatrici, riesco a giungere in ufficio in tempo e senza venire bloccata per qualche autografo o fotografia. Mi spoglio nell'atrio, lasciando il cappotto sull'appendiabiti e la busta del negozio appesa ad un gancio. Mi sciolgo i capelli e infilo il telefono in tasca. Quando varco la porta in legno sul retro, le truccatrici e le stiliste mi si avventano addosso, spingendomi per affrettare la preparazione. Dopo dieci minuti, vengo spinta sulla scena.
"Bene" dice Jason, seduto sulla sua sedia pieghevole e l'assistente pronto con il ciak in mano. La scena che hanno allestito è l'ingresso di un abitazione, con un divano ad L e un camino acceso di fronte. E' un ambiente abbastanza spoglio, ed è casa di Nicholas. Harry è dietro una porta per entrare sulla scena appena il ciak sbatte.
"Jess, posizionati di fronte al camino e-"
"Lo so, lo so" dico smuovendo la mano. Mi inginocchio di fronte il fuoco artificiale, e mi appoggio le mani sulle cosce piegate. Abbasso il capo e penso a qualcosa di triste. Penso alla mia mamma che mi manca tantissimo. Sono trascorsi mesi da quando ci siamo viste l'ultima volta, e non abbiamo nemmeno tanto tempo a disposizione per sentirci telefonicamente. Mi concentro, poi quando finalmente sento le lacrime agli angoli degli occhi, sbatto ripetutamente le palpebre e le lascio scorrere sul mio viso. Dopodichè il ciak sbatte. "Azione!" E mi nascondo il volto tra le mani, piangendo con singhiozzi. Dietro di me la porta si apre e mi giro spaventata. Harry entra a grandi falcate, gli occhi arrossati e il verde delle iridi più luminoso che mai. Ha il volto sporco di terriccio e mi corre incontro, gettandosi a terra accanto a me e stringendomi contro il suo petto. Mi aggrappo alle sue spalle, continuando a piangere. "Nicholas" sussurro contro il suo maglione profumato.
Harry mi stringe, baciandomi la testa ripetutamente e poi abbassandosi sulle mie labbra. Il tocco è famelico, come se avesse bisogno di me dopo un tempo infinitamente lungo. Devo ammettere che le sue labbra sono morbidissime e dolci nonostante il momento sia animato da una leggera foga.
"Ti amo, Stephanie, non ti lascerò mai più." Mi dice una volta staccatosi.
"Andiamocene, ti prego. Non posso rimanere qui, dopo-"
"Sh" dice, passandomi una mano tra i capelli e accarezzandomi la testa. "Lo so, tua madre avrebbe dovuto dirtelo."
"Non posso credere che Lewis non sia mio padre, l'ho sempre considerato tale, non posso dimenticare tutti questi anni di menzogne-"
"Tranquilla" mi sussurra Harry all'orecchio. Quando allontana la sua testa dalla mia, punta i suoi occhi nei miei. E' davvero bravo a recitare, sembra essere entrato proprio nella parte. Non posso fare a meno di pensare a quanto sia più bello dal vivo, rispetto ad una fotografia su Twitter. Non gli rende per niente giustizia. "Ho organizzato tutto" continua, perlustrandomi il volto. Il fuoco alle mie spalle colora la sua pelle di una leggera tonalità arancione. "Ce ne andiamo adesso, ok? Scapperemo via, lontano da tutti e tutto, solo io e te."
"Perché erano venuti a cercarmi?" dico, stringendo le labbra e facendo scendere altre lacrime sulle mie guance.
"Non lo so" mente. E' troppo bravo a prendere il posto di Nicholas. "Ma ti terrò al sicuro, non lascerò che nessuno ti faccia del male."
Tiro su con il naso, accucciandomi nuovamente contro il suo petto. "Già ci ricercano per un crimine che non abbiamo commesso" dico, ripetendo le frasi nella mia mente. "Adesso che sanno che sono la figlia del boss, la situazione è peggiorata."
Nicholas lascia che i suoi occhi si riempino di lacrime, ma non ne lascia cadere nemmeno una. E' un personaggio molto forte. "Io non c'entro niente con la morte del tuo amico" dico contro il tessuto del suo maglione.
Harry ingoia a vuoto, stringendomi a sè come a non volermi lasciare scappare da qualche parte. "No, tu non c'entri niente" dice, e aspettiamo due minuti, prima di sentire il ciak sbattere di nuovo. Elise si stacca dal muro e si avvicina applaudendo.
"Questo è il momento in cui Stephanie si rende più vulnerabile, e sei bravissima" dice, asciugandomi le lacrime sulle guance. Niall va da Harry e gli sbatte una mano sulla spalla, complimentandosi.
"Ci vediamo fra quarantacinque minuti per girare il resto" dice Jason lasciando la sua postazione. Harry annuisce e viene verso di me, passandosi la manica del maglione sulla guancia per pulirsela dalla fuliggine. Alcune truccatrici si avvicinano a noi, porgendoci delle salviette con lo struccante. Ce le passiamo sul volto, rimuovendo le traccia del trucco appena visibile.
Quando Harry finisce, ha la pelle leggermente arrossata.
E' troppo delicato.
Quando termino anche io, buttiamo le salviette nella spazzatura.
"Pausa pranzo?" chiede, facendo un cenno del capo verso l'uscita.
Controllo l'orologio. "Sono solo le dieci e cinquanta. Mi accompagni per un caffè?" chiedo, dirigendomi verso la sala break. Annuisce e mi si accosta.
Le sue falcate sono più lunghe delle mie.
"Dunque" dice, appoggiandosi con un braccio alla macchinetta posta al lato della grande stanza. Infilo le monetine e digito i tasti. "Senza zucchero, eh?"
Annuisco, sorridendo appena. "Mi piace amaro" dico, vedendo il caffè scendere e cadere nel bicchiere marrone.
"Quando pensi di andare a trovare tua madre?" mi chiede all'improvviso, cambiando argomento. Il caffè è pronto e sollevo la porticina trasparente per prenderlo.
"Perché me lo chiedi? Come sai che devo partire?" Strano che lo sappia, non l'ho detto a nessuno, tranne che a..
"Niall" dice lui al mio posto. "L'ho sentito mentre parlava con Elise su una tua eventuale partenza, e che quindi prima di allora dobbiamo recitare determinate scene" dice come a giustificarsi del suo essere curioso. Mi porto il caffè alle labbra, sorseggiandolo.
"A dir la verità" dico, soffiando leggermente sul bicchiere in plastica, "stavo pensando di partire a metà della settimana prossima" ammetto, bevendo poi piano il caffè.
Harry annuisce, come in sovrappensiero.
"Tu non vai a trovare i tuoi?" chiedo, ma sembra non mi stia ascoltando. Ha gli occhi puntati per terra.
"Ehi?" gli smuovo la mano davanti al viso, richiamando la sua attenzione. "Mi hai sentito?"
"Eh? Oh, sì, certo. Però.. potresti ripetere?" mi chiede, sorridendo, lasciando apparire una fossetta adorabile sulla guancia.
Alzo gli occhi al cielo. "Ho detto, perché non ne approfitti anche tu per andare dai tuoi?"
Harry si morde il labbro, per poi dire: "I miei abitano a Londra, non siamo molto - come dire - uniti" dice, calcando sull'ultima parola.
Annuisco, finendo il caffè.
Capita spesso che chi inizia questa carriera interrompa i rapporti con i propri familiari. Certo, non è una consuetudine, ma spinti sempre dal lavoro, non hanno mai tempo da dedicare alla famiglia, e quindi finiscono inesorabilmente per allontanarsi gli uni dagli altri, proseguendo con le proprie vite.
Non è il mio caso, ovviamente.
Sembra quasi che io sia un'eccezione in questo mondo pieno di problemi che si accavallano l'uno sull'altro. I miei sono divorziati. Mio padre vive a San Francisco con la sua nuova compagna, mia madre invece è rimasta a Miami, dove ha il suo studio legale. Nonostante la lontananza, siamo tutti comunque legati da un profondo affetto. I miei genitori sono rimasti rispettosi nei confronti dell'uno e dell'altra, sapendo di aver fatto la cosa giusta. Erano entrambi impegnati, e con il passare del tempo hanno sentito venir meno l'amore che li aveva sempre legati. Così facendo, si sono liberati di un peso quale la loro relazione era diventata, spiegando finalmente le ali e riappropriandosi ciascuno della liberà di cui si erano privati stando assieme.
E' un aspetto abbastanza negativo del matrimonio, eppure io e Jennifer ci siamo trovate d'accordo. Anche perché quando hanno divorziato, noi ci eravamo già trasferite a Los Angeles.
"Torniamo di là?" chiede Harry, staccandosi dalla macchinetta e ponendo fine al mio monologo interiore.
Faccio di sì con la testa e torniamo nella studio, pronti a recitare la seconda scena della giornata.N/A
So perfettamente che i capitoli sono relativamente brevi, ma non temete. Diciamo che manca pochissimo prima di entrare davvero nel vivo della storia, di conseguenza i capitoli saranno inevitabilmente più lunghi.
Intanto, spero che la storia vi piaccia, ne vedrete davvero delle belle :)
Un bacione! 🌻
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If this was a movie|| H.S
FanficJessica Lawrence è una famosa attrice di Hollywood, impegnata nelle riprese della trasposizione cinematografica di Fearless, il nuovo bestseller al primo posto in classifica. È molto richiesta, per la sua bravura e bellezza, e sebbene abbia lavorato...