Chapter seven

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"Benissimo" Jason si siede sulla sedia per l'ennesima parte della giornata.
Abbiamo girato sei scene fino ad adesso, e ora arriva la parte bella.
Mi sistemo per terra, mentre Harry si sdraia su un fianco appena accanto a me, dando le spalle al camino della casa di Steve. Nelle scene precedenti, siamo scappati dal rifugio e abbiamo preso il primo volo per San Francisco dove avremmo girato il resto. Fortunatamente Zayn è di lì, per cui abbiamo utilizzato casa sua per girare le prossime scene. Sono ormai passati sei giorni da quando è iniziato l'inseguimento di Nicholas e Stephanie, e ovviamente la situazione sta per prendere la piega drastica tanto attesa dal pubblico.
Nicholas è sempre più arrabbiato nei confronti dei mafiosi che hanno ucciso uno dei suoi amici, e ha già in mente il piano per vendicare la sua morte ingiusta.
Rimane sempre accanto alla sua ragazza, senza lasciarla mai.
Stephanie, nonostante l'iniziale debolezza, è sempre più determinata ad aiutare Nicholas nella vendetta, sebbene non sappia ancora cosa o chi riguardi.
E di certo non dirò niente a nessuno di voi, non vorrei rovinarvi il gran finale.
Jason ci fa stendere quindi nel bel mezzo del salone vuoto, in quanto Steve è uscito per delle commissioni. Siamo solo io ed Harry di fronte il camino acceso.
Le telecamere sono poste intorno a noi, così come i microfoni sollevati sui nostri corpi vicini. Io ho la testa appoggiata sul tappeto sotto di me, Harry si regge sul braccio piegato, con il capo rivolto verso di me. Mi abbozza un sorriso.
Fare queste scene è sempre molto imbarazzante. Al di fuori dell'immensa vetrata non c'è niente, solo il cielo scuro della notte e le stelle che lo illuminano. Gli occhi di Harry percorrono il mio viso, con la fossetta ancora bene in vista sulla sua guancia destra. Appena Jason darà il via, dovremmo riprendere la scena che abbiamo interrotto circa dieci minuti fa per un breve pausa, momento in cui mi sono sentita il cuore a mille. C'è un sacco di gente nascosta nella penombra della stanza in quanto le luci sono spente, però so che Jennifer è lì, nascosta da qualche parte. Appena ha saputo la scena che avremmo girato, si è posizionata in prima fila per non perdersi una virgola.
Alzo gli occhi al cielo al pensiero. E' partita con noi a San Francisco, facendosi trovare già al check in con la borsa pronta. Staremo da papà solo un giorno, lo andremo a raggiungere una volta finite le prove. Jennifer ha parlato con lui al telefono e si è mostrato entusiasta di sapere che avremmo passato un giorno con lui. Ci vediamo più spesso che con la mamma, ma a causa del suo lavoro, papà non ci viene a trovare quasi mai. I cameraman si mettono in posizione, poi Jason fa sbattere il ciak ed Harry si abbassa prontamente sul mio viso, baciandomi.
Quando le nostre lingue si incontrano, lui si solleva e si appoggia sul mio corpo, muovendosi leggermente contro di me. Giuro che i gemiti leggeri che abbandonano le mie labbra sono puramente calcolati.
O almeno lo spero.
Porto le mie mani tra i suoi capelli, sentendoli morbidi al tatto. Le nostre labbra danzano insieme, sempre più desideranti e brulicanti di passione celata.
Harry appoggia una mano sulla mia pancia, spostandola poi sul lato e infilandola appena sotto il bordo della maglietta. La mia pelle si ricopre di brividi, mentre la sua mano si solleva sempre di più, accarezzandomi il ventre piatto. Gli appoggio le mani sulla schiena, ghermendo la maglietta tra le mie mani prima di fargliela sfilare con un rapido gesto. Il suo corpo tonico è ricoperto da una pelle candida e liscia, i muscoli sono scolpiti e rimango a fissarli inebetita prima che mi renda conto che lui mi stia sollevando la maglietta sul seno. Quando la fa passare oltre la mia testa, la lancia di lato, stando attento a non gettarla nel camino. Si avventa sul mio collo, sussurrandomi contro la pelle accaldata. Continua a muoversi contro di me, e vorrebbe sbarazzarsi degli abiti seduta stante, ma continua a far scorrere le labbra sul mento e sul collo, toccando un punto sensibile appena sotto l'orecchio. Chiudo gli occhi, accompagnando i suoi movimenti mentre le mie mani si spostano vogliose sulla sua schiena, graffiandola con le unghie e poi si abbassano sul petto muscoloso, sfiorando il contorno dei suoi pettorali. Scende di più, baciandomi le clavicole, il petto, scendendo lungo l'addome, per poi risalire bruscamente mentre mi sciolgo sotto il suo dolce tocco, mi bacia la fronte, la guancia, la punta del naso con una delicatezza che non credevo gli si addicesse. Prima di posare nuovamente le sue labbra contro le mie, mi sussurra: "Mi dispiace, per tutto."
Sbatto le palpebre, cercando di incontrare il verde dei suoi occhi. "Ma tu non hai fatto niente" dico, prima che lui mi zittisca baciandomi e infilando la lingua tra le mie labbra.
Passo le braccia intorno al suo collo, sollevando il mio busto per farlo scontrare con il suo, i nostri petti perfettamente uniti. Sento l'attrazione invadermi le membra e gli appoggio le mani sulle guance per tenere il suo viso più vicino al mio, i respiri che si fondono tra loro ed Harry che incomincia a muoversi più rapido contro di me.
Non ci rendiamo nemmeno conto di Jason che ha urlato "Stop!", impegnati come siamo.
Le luci che si accendono ci fanno capire che ci siamo spinti oltre. Harry stacca la sua bocca dalla mia mia, guardandomi. Io lo guardo di riflesso e stringo le labbra. Si sposta da sopra di me, recuperando la maglietta da terra e dirigendosi frettolosamente in bagno. Io mi metto seduta, sporgendomi giusto un po' per prendere la maglietta e infilarla. Quando faccio passare la testa, la abbasso sul mio reggiseno nero, cercando di coprire la mia pelle coperta di brividi.
E' solo una scena, cazzo.
Jennifer si avvicina a me, appoggiandomi la mano sulla fronte. La guardo, aggrottando le sopracciglia. I suoi occhi azzurri mi perlustrano il volto in un modo molto più rapido di quanto Harry abbia fatto prima. Sbatto le palpebre per allontanare il paragone dalla mia mente.
"Sì" enuncia, annuendo con il capo. "Sei proprio andata."
La spingo via con un gesto, mettendomi in piedi. Niall le si accosta, con le labbra piegate scherzosamente verso il basso. "Secondo me," dice, guardando le mie guance sicuramente arrossate, "la scena è uscita male e dobbiamo rifarla."
Scuoto la testa. "Vaffanculo."
Jennifer ride sguaiatamente al suo fianco portandosi la mano alla bocca.
Zayn Malik bussa alla porta del bagno, picchiando i pugni sulla superficie in legno. "Tutto bene?" dice, ma non riesco a sentire la risposta perché Elise prende il posto di Niall e mi appoggia le mani sulle spalle.
"Tu ed Harry siete le scelte migliori per questo ruolo, i vostri corpi emanano un feeling che credo nessuno avrebbe mai provato in una coppia di attori."
Sorrido forzatamente, prendendo la borsa da terra e alzandomela sulla spalla.
"Ne sono felice" rispondo, prima di afferrare Jennifer per il gomito, spingendola verso la porta di ingresso aperta per lasciar passare lo staff che sta sgomberando l'ambiente.
Jason mi blocca prima che possa sparire. "Allora quando tornerai da Miami?" mi chiede, controllando il suo telefono.
Jennifer mi guarda, senza dire niente. "Credevo di stare lì per almeno una settimana" ammetto, abbassando lo sguardo.
Harry esce dal bagno, aggiustandosi la cintura dei pantaloni. I suoi capelli sono leggermente umidi a contatto con la fronte. Distolgo lo sguardo, puntandolo su Jason che si gratta il lato del mento. "Mh" mugugna, pensando a qualcosa.
"Ci sono problemi?" chiede Jennifer prima di me.
Jason guarda prima mia sorella, poi punta il suo sguardo bruno su di me. "No, no, solo che quando torni dovremmo continuare a girare più scene al giorno. Non possiamo interromperci proprio adesso. Le prossime scene saranno le più cruciali."
Annuisco, leccandomi le labbra. Harry mi passa di dietro, andando dall'altra parte della stanza a parlare con Niall. Al suo passaggio, l'odore di dopobarba mi investe le narici. Mi lascio inebriare per qualche secondo, prima di riprendere il controllo. "Senza dubbio" rispondo al regista. "Tornerò e non sembrerà passato nemmeno un giorno."
"Ci conto" mi dice lui, prima che Jennifer si allontani. Harry fa un colpo di tosse e io mi giro verso di lui, ingoiando a vuoto.
"Dobbiamo salutarci?" mi chiede ironico, sorridendo con un lato delle labbra.
Mi mordo l'interno della guancia. "Può darsi."
Con solo una falcata, è appena davanti a me, elevandosi sopra la mia testa. Mi appoggia una mano sulla spalla prima di sporgersi su di me e baciarmi la guancia all'ultimo secondo.
Ovvio.
Cosa mi aspettavo?
Gli sorrido. "Ci sentiamo" dico, prima di dargli le spalle e uscire rapidamente dal palazzo.

Quando il taxi ci lascia sotto casa di mio padre, sono quasi le dieci. E' stata una giornata molto lunga, e le scene che ho girato me l'hanno fatta gravare ancora di più sulle spalle.
Mi raddrizzo sul sedile mentre Jennifer poggia le banconote nella mano del taxista che ci lascia aprire la portiera. Le strade sono affollate, così come i marciapiedi. Sollevo sulla testa il cappuccio della giacca per non dare nell'occhio, e Jennifer fa lo stesso, sollevando persino la cerniera del cappotto fin sotto il naso. Dobbiamo salire solo una piccola rampa di scale e la porta bianca è aperta, con papà che la mantiene con il piede e le braccia spalancate nella nostra direzione. Ci accoglie in casa sua, chiudendosi la porta alle spalle e abbracciandoci contemporaneamente. Ha un buon profumo addosso, i capelli sono tenuti elegantemente indietro e la camicia bianca, appena sbottonata sotto il collo, è infilata dentro i pantaloni neri.
"Come sono belle le mie bambine" dice, stringendoci di più a sè. Jennifer è la prima a staccarsi.
"Papà, ho quasi trent'anni, non sono così piccola."
"E io ne ho ventiquattro" aggiungo, lasciandogli un bacio sulla guancia leggermente ricoperta da un filo di barba.
Dei passi pesanti scendono le scale, prima che la donna di mio padre appaia sulla cima, sorridendoci. Scende rapidamente. "Francis, avresti dovuto dirmi che sarebbero giunte a momenti!" dice Irene, baciandoci le guance.
"Beh, adesso sono arrivate."
"Scusate per l'ora" dice Jennifer, spingendosi di più verso la cucina. "Ma le prove sono appena finite."
Papà mi guarda, sorridendomi orgoglioso. "Immagino le scene stiano venendo alla perfezione. C'è mia figlia, cavolo" afferma.
Scoppio a ridere. "Ovviamente."
Altri passi scendono le scale e sento dei gridolini concitati giungermi alle orecchie, prima che le gemelline di casa possano apparire al piano terra.
Meghan e Kate si fiondano una tra le braccia di Jennifer, l'altra tra le mie. Hanno appena otto anni, ci arrivano sotto il seno e sono perfettamente identiche.
"Ciao Meghan!" esulta Jennifer, inginocchiandosi per essere alla stessa altezza. La piccola, continuando a restare attaccata a lei, le risponde monocorde: "Sono Kate."
Jennifer si immobilizza, prima di stringerla nuovamente. "Kate!" saluta, cercando di rimediare, ed io e Meghan scoppiamo a ridere.
Hanno entrambe i capelli marroni, corti più o meno fino al mento e le guance paffute. Gli occhi sono marroni, contornati da lunghe ciglia scure, le labbra a cuoricino sono aperte in un gran sorriso. "Cosa ci avete portato?" dicono in sincrono, sbattendo le mani.
Sono le figlie di Irene, nate prima del suo divorzio in Italia. Quando lei e papà si sono messi insieme, sono venuti tutti a vivere qui. Non mi dispiace avere delle piccole sorelline, sinceramente. Quando è possibile, portiamo loro sempre un regalino.
Apro la borsa, facendo uscire uno scatolo. Jennifer mi copia, estraendo il suo dal suo zaino.
Le piccole si siedono accanto a noi e lo aprono, afferrando per i lembi il vestitino nuovo.
"Wow" dicono al tempo stesso e Irene si appoggia con un fianco a papà.
"Sono bellissimi" dice, sorridendo alle figlie. "Non dovevate disturbarvi."
Scuoto le spalle. "E' solo un piccolo pensierino. Spero piuttosto che la misura vada bene."
Meghan e Kate salgono saltellando le scale, gioendo per il nuovo regalo.
"Sicuramente" dice Irene staccandosi da mio padre. "Abbiamo messo la cena da parte. Se vole-"
"Senza dubbio!" dice Jennifer entrando in cucina per prima. Si siede al tavolo, leccandosi le labbra. "Cosa si mangia?"
Irene la raggiunge, iniziando a parlare. Mi avvio in quella direzione, ma papà mi blocca, avvicinandomi a lui con uno scatto del braccio. Mi stampa un bacio tra i capelli biondi.
"Sono felice che siate qui."
Annuisco, sorridendogli. "Anche io."

N/A
Ciao a tutti, come va?
Spero la storia possa continuare a piacervi e soprattutto che la nuova atmosfera accaldata possa intrigarvi!
Commentate e votate!🌻

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