"Dimmi che rimarrai qui" mi dice, guardandomi negli occhi con tutta la preoccupazione e la paura possibili. "Ti prego, promettimelo." Harry tiene le mie mani strette nelle sue, ingoiando a vuoto mentre dalla porta alle sue spalle i passi degli uomini sono concitati e pronti a sfondarla.
"Non posso permettere che tu te ne vada senza di me!" dico con un groppo in gola che mi rende difficile parlargli. "Non lasciarmi, ti prego!" aggiungo, supplicante. Harry lascia le mie mani e mi prende il viso, continuando a perlustrarmi il volto.
"Non lascerò che qualcuno ti faccia del male, se rimarrai qui, sarai al sicuro." Appoggia le sue labbra sulle mie, chiudendo gli occhi. Gli afferro le spalle per non lasciarlo andare via. I passi al di là della porta sono più pesanti di prima.
"Devo andare" dice, staccandosi da me con uno schiocco. Mi asciuga le lacrime passando il pollice sotto agli zigomi, dopodichè si alza in piedi, incollandosi alla parete dietro di sè. "Ti amo."
"Ti amo anch'io" dico, poi lo vedo aprire la porta e chiudersela alle spalle, facendomi cadere nuovamente nel buio più scuro.
"Stooop!" urla Jason, lasciando che il ciak segni la fine della scena. Si alza dalla sua sedia, venendo verso di me. Mi sollevo in piedi, passandomi una mano sulle guance per asciugarmi le lacrime finte, mentre Harry riapre la porta e torna in scena proprio quando le luci della stanza vengono fatte riaccendere.
"Fantastici" dice Niall avvicinandosi dal fondo della stanza, applaudendo solo due volte. "Se continuiamo di questo passo, quanto impiegheremo per il resto delle riprese, Jason?"
Il regista mi si accosta, portandomi una ciocca bionda dietro l'orecchio. "Un mese massimo, se giriamo almeno sei scene ogni due giorni" appunta, mordendosi l'interno della guancia. I cameramen si allontanano con i grossi macchinari, poi Jason ne blocca uno. "Scusami Mark, la prossima volta abbassa di più il microfono perché quando Harry parla sottovoce il tono è a malapena distinguibile." Si gira verso il mio collega. "Hai la voce troppo bassa e roca, caro."
Harry solleva le spalle, finendo di bere dalla bottiglia. "Mi avete scelto voi, sapete a cosa sareste andati incontro."
Jason gli picchietta una spalla e va a parlare con gli stilisti per scegliere gli abiti. Harry avvita la bottiglia, giocando con l'acqua in bocca.
"Siamo circa ad un terzo della storia" dico, controllando il copione e sfogliando le pagine. Harry ingoia l'acqua e annuisce.
"Ma siamo in gamba, ce la facciamo a consegnarlo nel giro di due mesi massimo" dice sorridendo. Una piccola fossetta appare nella sua guancia, con gli occhi verdi ancora puntati su di me. E' così alto che mi sento a disagio standogli troppo accanto. Riesco ad essere più rilassata quando siamo entrambi in ginocchio a recitare scene particolari.
"Per oggi abbiamo finito" dice Jason controllando l'orario sul polso e rivolgendosi a tutti i presenti. "Ci vediamo mercoledì alle otto, e siate puntuali" termina, indicando Harry ironicamente.
Il riccio solleva gli occhi al cielo e non posso fare a meno di sorridere.
"Sai che per quel piccolo ritardo, ti prenderanno in giro fin quando non uscirai definitivamente da qui?" dico, prendendo la borsa dell'angolo e dirigendomi verso l'uscita. Niall sta parlando con l'autrice, la quale non fa altro che elogiarci ogni qualvolta ci veda per complimentarsi per la nostra bravura nell'interpretare i suoi personaggi. Harry mi segue sbuffando. Niall mi ha raccontato che quando avevano chiamato il suo nome, all'audizione, lui si era presentato con cinque minuti di ritardo. Diceva si fosse perso nel labirinto di corridoi. Come inizio non era stato promettente, eppure l'avevano scelto lo stesso. Forse era riuscito ad ammaliarli con la proprio bravura e fascino: un miscuglio facilmente rinnegabile.
"Lo so, purtroppo" dice, fintamente amareggiato.
Usciamo entrambi sul retro, e mi avvio verso il primo Starbucks disponibile. "Ti unisci a me per il pranzo?" dico, indicando il bar poco più avanti. Harry si passa una mano tra i capelli ricci, con il sole che lo investe in pieno. Assottiglia leggermente lo sguardo per poi annuire.
"Okay" risponde, scuotendo le spalle. "Tanto non avevo nulla da fare."
Una volta dentro, il barista va tipo in iperventilazione e si mostra fin da subito disponibile ad esaudire ogni tipo di richiesta. Io ed Harry non possiamo far altro che sorridere di fronte tanta goffaggine. Una cosa che non mi piace del mio lavoro è che le persone con cui ho a che fare mi venerano come se fossi una divinità. Non voglio che si comportino così. Non ho niente di diverso da loro. Certo, il mio guadagno è nettamente superiore, ma sono una persona come un'altra, non ho qualche strano potere per cui essere pregata. Prendo un panino dal bancone e gli chiedo di riscaldarlo. Harry opta per un frappuccino. Come fa a saziarsi con quel coso, non ne ho idea. Ci sediamo in un tavolo, dopo che molti clienti si sono avvicinati a noi per scattare alcune foto. Harry è come mia sorella, simpatico nei confronti di tutti e disponibile. Ovviamente, un tipo affascinante come lui esce bene anche se è fotografato con un sacchetto della spazzatura in testa. E con sacchetto, ne intendo proprio uno pieno di rifiuti. Okay, l'immagine fa abbastanza schifo, ma credo di aver reso il concetto. Alcuni ragazzi si appostano al mio fianco, aprendo i loro cellulari. Cerco di mettermi in posa, ma il massimo che mi esce è sollevare la guance, sembrando un orsacchiotto paffuto. Quando ci lasciano finalmente soli, li vedo ridere sguaitamente e agitati, indaffarrati a scrivere sui loro cellulari.
Harry ed io ci sediamo al tavolo, e addento il mio panino caldo. Harry allunga la lingua fuori dalla bocca per prendere la cannuccia senza l'ausilio della mani.
Da quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, più o meno da due settimane, io ed Harry cerchiamo di ritagliarci sempre un po' di tempo per noi. Dovendo incarnare due amanti, bisogna che almeno tra di noi ci sia un certo feeling. Non possiamo recitare senza conoscerci nemmeno un po'. Da quello che ho imparato, so che lui sia un tipo abbastanza lento, generoso e divertente quando vuole, sebbene le sue battute non facciano ridere poi molto. Ricordo ancora quando, nello studio di Niall, fece una battuta su una specie di barbecue e rise solo lui, sbattendo le mani tra loro come una foca in preda a delle convulsioni. Sbatto gli occhi per allontanare l'immagine, soffermandomi sul mio panino.
"E così ti piace pranzare con panini, solitamente?" chiede, allontanando il suo bicchiere per pormi la domanda. Ingoio prima di rispondere.
"Diciamo che è il massimo che posso permettermi. Appena esco da qui devo raggiungere mia sorella per la festa di compleanno di un suo collega, per cui di solito non ho così tanto tempo da dedicare al pranzo. E tu?" chiedo, addentando un altro morso.
Harry beve un goccio del suo frappuccino. "Non mangio molto. Sono sempre impegnato, e quindi cerco di farmi bastare un frappuccino. La sera mi dedico a cucinarmi qualcosa."
"Wow, sai maneggiare i fornelli" dico con la bocca piena. Harry scuote le spalle.
"Mi destreggio, sì. Sebbene non possa mai essere bravo come mia madre."
Annuisco, ingoiando. "A chi lo dici" affermo.
Non so cosa significa provare a mangiare qualcosa lontanamente simile a quello che cucina mia madre. Mi manca tantissimo. Non torno a Miami da un'infinità.
"Di chi è il compleanno?" chiede, prendendo in mano la sua cannuccia e iniziando a giocarci.
"Liam Hemsworth" dico, finendo il panino. Li fanno sempre troppo piccoli.
"Woah" fa Harry, sollevando le sopracciglia scherzosamente.
"Woah sì." Liam è sempre stato il mio prototipo di uomo ideale, e come sempre solo mia sorella ha potuto lavorarci insieme.
Ma tu hai Harry, aggiunge il mio subconscio, e lo allontano scuotendo la testa. Professionalità, Jess.
Harry toglie il coperchio dal frappuccino e lo termina in tre sorsi, lasciando il bicchiere sul bordo del tavolo e alzandosi in piedi. Abbiamo già pagato, per cui possiamo andarcene quando vogliamo.
"Vado un attimo al bagno" dice, e si avvia verso la porta sul retro.
Annuisco e tiro fuori il telefono dalla borsa. Apro Twitter e scorro la mia home. Ovviamente dovevano arrivarmi delle critiche. La gente non fa altro che insultarmi da quando ha saputo che avrei lavorato con Harry. Dicono che non sarò mai alla sua altezza. Scorrendo verso il basso, inizio a notare delle foto mai viste, o meglio, che sono appena uscite. Siamo io ed Harry nel locale, che ci guardiamo e sorridiamo. Mi giro intorno con lo sguardo, ma non noto nessuno. Quando Harry torna, depongo nuovamente il telefono e prendo la borsa. "Devo andare" dico, girando intorno al tavolo.
Harry mi guarda, prendendomi il polso con la mano. "E' successo qualcosa?" chiede con le sopracciglia leggermente aggrottate. Mi libero dolcemente dalla sua presa e lo supero.
"La macchina è fuori" rispondo. Harry mi segue ed esce dal locale.
"Ci vediamo mercoledì, allora."
Annuisco e lo saluto con un cenno della mano, mentre lui si ferma a parlare con alcuni ragazzi ancora seduti nel bar. Quando esco fuori, Peter è appoggiato lungo il fianco della macchina con le braccia incrociate. "Andiamo, signorina."
Mi infilo nella macchina e mi scorta fino a casa, dove Jennifer sta sistemando le ultime cose in salone. E' una maniaca dell'ordine, esattamente il mio opposto.
"Dai, abbiamo dieci minuti e sei ancora vestita così!" dice nel vedermi.
Alzo gli occhi al cielo. "Sono appena torna-"
"Sbrigati!" mi urla, mentre piega nuovamente i plaid piegati sul bordo del divano in pelle. Viviamo insieme da due anni ed è davvero insopportabile. Non oso immaginare cosa farà, un giorno, suo marito.
Quando entro in stanza, il mio vestito è appoggiato sul letto e ci metto cinque minuti ad indossarlo. Le paillettes mi pizzicano le braccia e il collo. Mi controllo allo specchio, aggiustandomi i capelli sulla schiena. Il vestito è scuro, modella i miei fianchi e, grazie al cielo, slancia la mia figura. I tacchi rendono tutto migliore. Ho un'ossessione per le scarpe, ne ho un armadio pieno. Appena finisco di passarmi il rossetto sulle labbra, Jennifer appare nella mia stanza con il suo abito color panna. E', ovviamente, bellissima.
"Pronta?"
Faccio schioccare le labbra e le sorrido, prendendo la pouchette. "Sì. Andiamo" dico e mi chiudo la porta della mia stanza alle spalle.N/A
Questo è ufficialmente il primo capitolo che ho deciso di pubblicare oggi, ma gli aggiornamenti ci saranno regolarmente ogni sabato.
Voglio solo dirvi che non sono esperta di cinema, quindi qualsiasi cosa leggiate al riguardo è tale solo perché l'ho modellata in base alla trama della storia.
Votate e lasciatemi qualche commento.🌻
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If this was a movie|| H.S
FanficJessica Lawrence è una famosa attrice di Hollywood, impegnata nelle riprese della trasposizione cinematografica di Fearless, il nuovo bestseller al primo posto in classifica. È molto richiesta, per la sua bravura e bellezza, e sebbene abbia lavorato...