"Noi andiamo" dice Jennifer girando la maniglia della porta d'ingresso. Prendo la borsa che ho appoggiato sul mobile, sporgendomi verso la cucina per salutare Irene e le piccole che stanno facendo ancora colazione. Papà, tanto per cambiare, è a lavoro.
"Okay" risponde la donna. "Tornerete per pranzo, Jen?" chiede, portandosi alle labbra una forchettata di cereali.
Jennifer annuisce con il capo, smuovendo poi le dita nei confronti delle gemelline che stanno alzando la tazza di latte simultaneamente portandola alle labbra carnose.
Usciamo per strada, inforcando gli occhiali da sole. Stranamente non fa molto caldo, quindi infilo la giacca bianca e mi tiro su la lampo.
Jennifer mi lancia un'occhiata da sopra i suoi occhiali Guess, prima di aggiustarsi la borsa sulla spalla. "Cerca di non dare nell'occhio."
"Non è quello che provo a fare sempre?"
Jennifer sorride, prima di guardarsi a destra e a sinistra e attraversare la strada. E' venuta più volte di me a San Francisco, per cui conosce questo quartiere meglio di quanto possa farlo io. Quando attraversiamo, approdiamo al marciapiede opposto, con la gente che ci gira intorno per non interrompere la loro camminata o corsa verso il lavoro. Ci avviciniamo alle porte scorrevoli del negozio, lasciando che si aprano solo quando percepiscono la nostra vicinanza. Una volta dentro, superiamo l'ingresso e ci avviamo verso il reparto da noi più amato.
Quello dei vestiti casual.
Ogni volta che usciamo, ci dicono sempre come vestirci, cosa indossare e per cosa optare. Così facendo, sembriamo solo delle modelle in giro per le vie di Los Angeles. Certo, non è male come idea, sebbene così come ne parlo sembrebbe, ma non potete capire cosa significhi non avere un armadio colmo di vestiti "normali" come tute, giacche, jeans o magliette dalle fantasie più varie.
Ci intrufoliamo per gli scomparti, smuovendo i vestiti. Quando mi giro, Jen ha già le braccia piene di magliette e pantaloni che si possono abbinare benissimo. Lei tiene più di me al suo aspetto esteriore. Le piace curarsi.
Prendo anche io qualche capo, dirigendoci verso il camerino. Ci infiliamo nello stesso, provando i vari vestiti che abbiamo raccolto dai vari scaffali e appendini.
Jennifer decide di comprare tutto, io ne lascio circa la metà. Sono purtroppo molto indecisa.
Desidero ardentemente fare shopping come tutte le ragazze, ma i miei gusti sono troppo particolari e non riesco mai a trovare qualcosa che mi piaccia veramente. Nel momento in cui apprezzo un capo e lo indosso, poi scopro che mi sta malissimo, e ci rinuncio.
Sono problematica, lo so.
Un po' come per gli sconti.
Jennifer esce dai negozi con le braccia cariche di borse, io invece con solo una misera borsa piccola che nasconde una cintura o una magliettina di colore. Sebbene mia sorella mi dica che sto bene con qualsiasi cosa, io non la penso allo stesso modo.
E quindi eccomi qui, con due capi in una busta e Jennifer che ne regge quattro solo nell'incavo del braccio.
Quando paghiamo, lei è la prima ad uscire dal negozio, salutando con un gesto del capo il poliziotto di vedetta. L'uomo sembra non riconoscerla e abbassa il cappello al suo passaggio, sorridendole.
Quando tocca a me, passo attraverso il metal detector e, come potete benissimo immaginare, aziona l'allarme. Jen si gira quando ormai è sul marciapiede, sollevando un sopracciglio.
Io lascio cadere le braccia lungo i fianchi, mentre il poliziotto mi si accosta. Indica la mia borsa con un gesto della mano. "Posso controllare?" chiede, e io gliela porgo, stringendo le labbra.
"Faccia pure."
L'uomo mi prende la borsa, controllando il contenuto. Aspetto che finisca di ispezionarlo, poi alza un pollice nei confronti della cassiera che è leggermente sporta sul suo bancone prima di riprendere il pagamento della cliente. L'uomo chiude la busta e me la porge nuovamente.
"Mi scusi" dice, abbassando il capo, poi mi guarda attentamente.
Stringo le labbra in un rapido sorriso, poi me ne vado prima che mi possa bloccare.
Esco dal negozio con Jen che sbatte il piede per terra.
"Zitta, ti prego" dico, prima che possa aprire bocca.
Lei sorride, appoggiandomi una mano sulla spalla coperta dalla giacca. "Sempre a te."
Annuisco, sconsolata. Ci avviamo verso il negozio successivo, H&M, quando delle ragazzine mi passano accanto. Indossano i loro zaini sulle spalle, i capelli tenuti indietro da una coda stretta e i telefoni in mano. "Io non ho parole" sta dicendo una, spostando il dito sul suo schermo. Accanto ad H&M c'è un piccolo bar presso cui tutte si fermano, comprandosi un cornetto alla nutella. Faccio per guardare la vetrina, rimanendo ad ascoltare di cosa stiano parlando.
Jen indica un capo d'abbigliamento che la attrae, quando sento dire dalla stessa ragazzina di prima: "Che schifo, non posso credere che faccia una cosa del genere. Prima uno, adesso un altro. Ma non si rende conto di quanto sia pessima?"
Sollevo un sopracciglio, mentre le sue amiche iniziano a commentare qualsiasi cosa lei stia mostrando sul suo cellulare, portandolo sotto lo sguardo di ciascuna di esse.
Jennifer però mi prende per mano e mi fa entrare nel negozio, prima di scoprire di cosa stiano parlando. Mi piacciono i pettegolezzi, tranne quando vi sono io in mezzo. In quel caso, li vorrei stroncare prima che si diffondano ulteriormente.
In questo negozio riesco a trovare più cose del precedente e ne esco soddifatta, stringendo in mano i miei nuovi acquisti. Quando usciamo, le ragazzine ovviamente non ci sono più.
Jen si avvia lungo la strada da cui siamo venute, controllando il suo orologio da polso. "Sono quasi le dodici" appunta, leccandosi il labbro inferiore per inumidirlo. "Dovremmo tornare ad aiutare Irene."
Annuisco, quando sento il telefono vibrarmi forte nella tasca del pantalone. Mi dimeno per recuperarlo, spostando tutte le borse che adesso reggo nell'incavo del braccio. Jennifer mi da una mano, poi mi appoggia il telefono tra l'orecchio e la spalla.
"Pronto?" rispondo, prima che la vibrazione possa cessare. Non ho nemmeno visto di chi si tratti.
"Ma com'è possibile che ti capitino sempre cose del genere?" E' Niall.
Guardo a sinistra, prima di attraversare la strada con le borse in mano e il telefono incastrato tra la spalla e il collo. "Di cosa stai parlando?" chiedo, notando Jennifer tirare fuori il proprio dalla sua borsa. Grazie al cielo mio padre abita in centro, quindi dopo un minuto siamo già alla porta d'ingresso. Jen citofona con il gomito, in quanto le mani sono occupate. Ci apre la porta papà che ha un grembiule stretto in vita e un sorriso ad incorniciargli il volto. E' già tornato da lavoro. Gli sorrido di rimando, lasciando le borse nell'ingresso e prendendo in mano il telefono.
"Come di cosa sto parlando? Non sei entrata per niente su Twitter?" dice Niall con la sua voce meccanica dall'altra parte della linea.
Scuoto la testa, prima di rendermi conto che non mi possa vedere. "No" dico, allora. "Perché avrei dovuto? Non vivo attaccata al cellulare, caro amico mio."
Jennifer mi sorpassa, andando in cucina e lavandosi le mani nel lavabo per aiutare Irene a cucinare. Le gemelline le si stringono intorno alle gambe, impedendole di camminare. Sono legate più a lei che a me, sebbene Jennifer non faccia altro che scambiarle in continuazione. Papà sta affettando le verdure e sorrido, vedendo quella scena.
Sarebbe stata proprio una famiglia perfetta, come quelle che si vedono in tv.
Vado al piano di sopra per lasciare le borse che io e mia sorella abbiamo lasciato in mezzo al corridoio. Prenderle tutte con un braccio mi costa il blocco del flusso sanguigno. La mano mi formicola ed è quasi viola. Giunta nella stanza degli ospiti, lancio tutte le borse sul letto, scuotendo il braccio per farlo riprendere dal peso che ha subìto.
"Dovresti, invece" dice Niall dall'altra parte della linea, "dato soprattutto quello che sta succedendo."
"Cosa sta succedendo?" chiedo allora.
"Vai a controllare e fammi sapere." Chiude la chiamata. Mi lascio cadere a peso morto sul letto dietro di me, o almeno nell'unico spazio non coperto dalle buste, e mi collego a Twitter. Vengo sommersa immediatamente da milioni di menzioni.
Controllo gli Hashtag in tendenza.
Alzo gli occhi al cielo.
Ovviamente.
Chris e Jessica.
Clicco sopra e i commenti che mi giungono sotto agli occhi non sono per nulla piacevoli.
- Quanto è puttana.
- Prima Harry, poi Chris Evans. Ma perché non si rende conto di quanto sia caduta in basso, cambiando ragazzo ogni giorno?
- Al posto suo, anche io vorrei farmela con Harry e Chris. Andiamo, chi non lo farebbe con due tali bellezze?
Grazie al cielo ci sono anche altri commenti che mi fanno un po' pensare che ci sia qualcuno che ragiona in questo mondo.
- Ma non è magari possibile che i fotografi abbiano colto solo un attimo? Cioè, non insultatela.
- Forse è solo la prospettiva.
Controllo finalmente la foto di cui stanno parlando. Mi schiaffeggio la fronte.
Ci siamo io e Chris fotografati di spalle, durante l'after party dei VMA's. O meglio, io sono appoggiata con la schiena alla vetrata, per cui i fotografi hanno colto solo il momento in cui Chris ha appoggiato il braccio accanto alla mia testa ed è leggermente piegato in avanti. Ok, sembrerebbe proprio che ci stiamo baciando, ma io so assolutamente che non è vero. Non vedevo l'ora che si togliesse di dosso.
Se non fosse stato per Harry...
Ecco, perché per esempio non ci sono foto che mi ritraggono abbracciata a lui, mentre danziamo? Sono sicura che anche in quel modo avrei ricevuto critiche, ma tanto i fotografi decidono di postare solo quello che conviene loro, delle foto che possano fare scalpore e, perché no?, farli guadagnare di più.
Stringo i denti e decido di controllare il profilo di Chris, non notando niente di strano. Decido quindi di creare un tweet rivolto a lui, indirettamente. Sono stanca di essere presa di mira solo io. Ultimamente il mio nome è sulla bocca di tutti, e questa cosa mi piacerebbe solo se si parlasse bene di me. Non sono una cattiva ragazza che fa continuamente scandali. Non vedo perché delle foto debbano ritrarmi per qualcuno che non sono.
Devo risolvere questa situazione.
Papà bussa con le nocche alla porta della stanza, ed io sollevo subito lo sguardo. "C'è qualcosa che non va?" mi chiede, ma dal suo sguardo leggermente socchiuso capisco benissimo che lui conosca già tutto. Mi strofino la mano sulla fronte.
"Lo sai benissimo."
Alle sue spalle appaiono Jen ed Irene che mi guardano senza proferire parola.
"Cosa pensi di fare?" mi chiede mia sorella, guardandomi con i suoi occhi azzurri mentre passa accanto a mio padre e si dirige verso il letto, verso di me.
Si inginocchia ai piedi del letto, incrociando le braccia sulle mie ginocchia piegate.
"Non c'è molto che io possa fare" dico sinceramente. "Il minimo è scrivere un tweet in cui spiego."
"Non dovresti chiedere a Niall, prima? Forse lui sapreb-" interviene mio padre, ma lo blocco.
"No, Niall non c'entra niente. Devo risolverla da sola, questa storia."
Jennifer stringe le labbra, sollevando il capo verso di me. "Sai, vero, che qualsiasi cosa tu faccia, purtroppo, potrebbe essere capita diversamente?"
"Soprattutto un tweet" dice Irene, intervenendo per la prima volta. "La gente potrebbe cambiarlo, o pensare che non l'abbia scritto tu, ma solo i tuoi agenti che gestiscono l'account."
Annuisco, tirandomi il labbro superiore tra i denti.
Sposto lo sguardo sulle persone che sono ormai vicino a me. "E se facessi uno snapchat? Insomma, in un video ci sarei solo io, e in quei quattordici secondi sarei l'unica a parlare. Non potrebbero mai pensare si tratti di qualcun altro."
Papà annuisce, mentre Jennifer sorride. "Hai ragione." Si rimette in piedi, tornando accanto a papà. Chiudo Twitter e apro la nuova applicazione. Mi aggiusto i capelli, prima di tenere premuto il tasto al centro. Si inizia a circondare di rosso e incomincio a parlare. So già cosa devo dire.
"A proposito di quello che sta succedendo, vorrei dire che io e Chris siamo solo amici" sorrido per essere convincente, "e sono single." Aggiungo, prima che i quattordici secondi finiscano.
Condivido il video su Snapchat e poi anche su Twitter, così che il mondo possa vederlo senza problemi. Entro un'ora, tutti dovrebbero averlo visto.
Appena vedo Jen sollevare un pollice nella mia direzione, scendendo con papà e Irene al seguito, il telefono mi vibra in mano.
Avete visto? Ho ragione io, dice una menzione dell'ultimo secondo, prima che lo schermo possa illuminarsi per l'arrivo di una chiamata.
"Tu sei pazza" dice Niall quando sfioro la cornetta verde.
"Non c'era altro modo" dico, difendendomi.
"Secondo te, un video basterà?"
Annuisco. "Per questa situazione, sì. Siccome sono convinta che ne usciranno tante altre, provvederò in base alle circostanze. Non posso lasciare che la gente parli sempre male di me, Niall. Non lo merito." Un attimo di silenzio. "Comunque è colpa di Chris."
"Lo so" mi risponde subito, poi lo sento sbuffare dall'altra parte.
Rimaniamo in silenzio, poi lui riprende a parlare. "Stai attenta, ti prego."
"Come sempre, del resto."
"Sai che la tua vita è sotto gli occhi di tutti, cerca solo di non fomentare ulteriormente la folla."
"Non è quello che voglio fare" rispondo.
"Buon pranzo" mi dice, e lo sento chiaramente sorridere dall'altra parte.
"Anche a te." E chiudo la chiamata.
Sto per togliere la connessione al telefono quando mi arriva un ultimo messaggio su Whatsapp.
E' da parte di Harry, dal suo numero aziendale, l'unico con cui ci sentiamo.
Faccio un grosso respiro.
"Sei grande, Lawrence" dice.
Sorrido, prima di mandargli la faccina con il bacino. Al pensiero di ieri, durante le prove, mi sento un brivido corrermi lungo la schiena. Lo ignoro.
Dopo aver mandato il messaggio, spengo la connessione e scendo al piano di sotto per apparecchiare, mentre Jennifer sta urlando contro le gemelle perché non le permettono di camminare.
Irene urla contro mio padre, dicendogli di appoggiare la padella sulla formina in legno e mio padre grida di rimando perché si sta bruciando le dita con cui mantiene la padella.
La mia vita è un caos totale, sotto ogni punto di vista.N/A
So perfettamente che questo capitolo non è niente di che, è solo di passaggio.
Non vedo l'ora, però, di pubblicare il prossimo perché è uno dei miei preferiti e accadrà quello che spero ciascuno di voi attenda :)Buon weekend🌻
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If this was a movie|| H.S
FanfictionJessica Lawrence è una famosa attrice di Hollywood, impegnata nelle riprese della trasposizione cinematografica di Fearless, il nuovo bestseller al primo posto in classifica. È molto richiesta, per la sua bravura e bellezza, e sebbene abbia lavorato...