Chapter five

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Quando entro in macchina, sono già le sei del pomeriggio e non riesco a credere di aver mai girato così tante scene in tutta la mia vita. I tempi di registrazione si stanno facendo sempre più rapidi e spero di non perdere il ritmo. Niall ancora non sa quando ho deciso di partire, eppure - grazie al suo sesto senso - sembra proprio che mi stia facendo lavorare più del dovuto onde evitare perdita di tempo quando non ci sarò, non so ancora per quanto. Voglio solo passare un po' di tempo con mia madre.
Jeremy, l'autista privato di Niall sta scortando sia me, sia il suo datore di lavoro alla Angeles National Forest dove spero il set sia già stato allestito. Alcuni tecnici sono venuti già da stamattina a preparare tutto. Dico che il mio lavoro sia il più difficile, ma di certo quello di questi uomini non è da meno.
Il sole sta lentamente tramontando lungo l'orizzonte e il cielo si colora di un chiara tonalità di blu. Mi sposto una ciocca da sopra gli occhi, sentendo Niall sospirare contro il vetro del suo finestrino.
"Che c'è?" chiedo, appoggiando il capo al poggiatesta dietro di me, mentre Jeremy svolta su una strada sterrata e piena di buche. Mi sento ballare contro il sedile.
"Niente" dice Niall, passandosi una mano tra i capelli biondi. "Spero che sia tutto pronto."
Gli appoggio una mano sulla spalla e lo faccio girare verso il mio volto sporco di terriccio, già truccato per la scena che girerò. "Devi stare calmo, hai capito? Tutto questo stress ti fa stare solo peggio."
"Lo so, ma-"
"Eccoci qua" ci interrompe Jeremy accostando sulla destra. Quando apro la portiera, un'equipe di uomini mi circonda per ritoccarmi il vestiario e i capelli, prima di spingermi - letteralmente - sulla scena.
Ci troviamo nel bel mezzo della foresta, gli alberi sono intorno a noi e il suono inquietante dei gufi mi fa accapponare la pelle. Sento un brivido percorrermi le braccia, il freddo della sera inizia già a farsi sentire. Harry mi si mette accanto e inizia a saltellare sul posto per farsi venire l'affanno. Lo imito, sorridendogli un secondo prima di diventare seria.
Le luci sono leggermente soffuse. Mi hanno detto il percorso che devo percorrere, spero di riuscire ad arrivare a destinazione senza perdermi in questo posto a quest'ora spettrale. Elise si guarda intorno, aggiustandosi il giubotto sulle spalle esili, Niall ha in mano un plico di fogli che sta sfogliando mentre si tortura il labbro inferiore con i denti.
Jason si mette in piedi, affiancato dai cameran e dai loro dispositivi rotanti. "Ci siete?" chiede, mentre io ed Harry continuiamo a saltare sul posto.
Annuiamo, prima di iniziare a correre con il petto già scosso dall'affanno. I cameraman si muovono e ci vengono accanto, filmando la nostra corsa sfrenata quando Jason urla "Azione!", la sua voce che riecheggia tra gli alberi scuri e artigliosi. Un cameraman si posiziona di fronte a me, filmando il mio viso sopraffatto da una stanchezza apparente, prima di passarmi accanto, filmandomi le gambe e il petto.
Un altro è vicino ad Harry, filmandolo con attenzione. Non che io li stia osservando, ma è così che filmano. Io adesso sono solo Stephanie, non mi devo preoccupare che le telecamere mi filmino. Seguo Harry che stringe la mia mano, facendomi passare attraverso cespugli spinosi e tronchi incavati. Di tanto in tanto ci giriamo per cercare di distinguere gli inseguitori alle nostre spalle. Alcune scene sono state già girate con gli altri personaggi della storia, non serve che recitino insieme a me e ad Harry.
"Dai, Steph, non mollare!" dice Harry correndo più velocemente. Inciampo, cadendo per terra e appoggiando le mani sul terriccio umido e ricoperto di foglie secche.
"Sì, sì" dico, sollevandomi a fatica in piedi con le gambe che mi tremano. Ricomincio a correre, fino a quando Harry mi si butta addosso, spingendomi di lato dove hanno già posizionato un materasso. Quando cadiamo, viene immediatamente spostato ed Harry mi copre con il suo corpo, appena dietro un cespuglio. Dei passi rapidi corrono subito dopo, sentendo imprecazioni varie e foglie calpestate. I nostri respiri si fondono, mentre il suo corpo mi schiaccia per terra. Appena le urla degli uomini che impersonano i mafiosi alla nostra ricerca si allontanano, Harry si mette in piedi, guardando oltre il cespuglio e assicurandosi che non ci sia nessuno. Mi porge la mano e gliela stringo.
"Cosa facciamo, Nicholas?" dico, bisbigliando sebbene la mia voce sia ridotta praticamente ad un sussurro a causa della fatica procurata dalla corsa.
Harry mi prende per mano, esaminandomela per controllare la presenza di eventuali tagli dovuti alla caduta di qualche minuto prima. "C'è un sentiero, lì" dice, indicando la strada dietro di me. "Ci porterà al sicuro, te lo prometto."
Annuisco, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima che lui si abbassi su di me, baciandomi. Le urla degli uomini sono troppe lontane per apparire nuovamente accanto a noi. Nonostante ciò, dopo esserci staccati, riprendiamo a correre, procedendo lungo la strada sterrata. Le telecamere seguono ogni nostro respiro.
Harry si appoggia ad un tronco, mantenendosi il petto affannato.
"Potremmo fermar-"
"Non essere stupida, Steph!" dice, staccandosi dall'albero. Mi afferra l'avambraccio, spingendomi in avanti mentre la foresta intorno a noi diventa sempre più scura. "C'è un mio amico che ci ospiterà. Dobbiamo solo fare qualche altro passo, credo" dice, guardandosi intorno.
Annuisco, ingoiando a vuoto. Mi sento l'umidità della sera sulla pelle e cammino a fatica. Ma quanto si stanca Stephanie?
Dopo qualche passo, le telecamere si spostano e ci riprendono da un'altra angolazione, mentre noi camminiamo e scorgiamo una casetta buia lungo il margine della foresta, appena dietro una grande quercia e a ridosso della strada. Ovviamente è stata allestita dalla compagnia. Harry mi supera, tossendo.
Si butta sulla porta e bussa, battendo la mano chiusa a pugno ripetutamente. Il ragazzo che ci apre la porta è il migliore amico di Nicholas, un certo Steve Martin, con i capelli tinti di grigio, la barba scura e le ciglia più lunghe delle mie. Una telecamera si interpone tra me e lui. "Finalmente" dice, aprendo di più la porta per farci passare, "vi stavo aspettando e credevo non sareste arrivati più" ammette, chiudendo poi la porta una volta nell'ingresso. Mi guardo intorno nel piccolo ambiente, stringendomi al busto di Harry.
Il ragazzo mi attira ancora di più a sè, lasciandomi un bacio sulla testa.
"Prenditi cura di lei" dice a Steve che continua a guardarci impassibili. I suoi occhi sono del color del caramello, e le labbra leggermente schiuse, contornate da un pizzetto scuro. Sbatte la palpebre.
"Dove pensi di andare?" chiede, ed io mi stacco da Harry, guardandolo con le sopracciglia abbassate.
Lui mi accarezza la guancia, prima di avvicinare i nostri nasi e lasciare un bacio rapido sulle mie labbra secche. "Tornerò presto" dice contro la mia bocca.
Scuoto la testa. "Non ti lascio andare da solo, hai capito?"
"Ho tutto sotto controllo, amore" mi dice, perlustrandomi il volto con i suoi occhi verdi. E' così bello con la luce del camino acceso appena alla parete accanto.
"Ho paura, non voglio che tu te ne vada. E se succedesse qualc-"
Mi poggia un indice sulle labbra per zittirmi. "Non succederà niente. Dammi un'ora e sarò con te. Non ti abbandonerò mai."
"Nicholas!" urlo quando si stacca da me con un movimento felino ed esce dal rifugio, nel buio della foresta. Mi siedo sul divano, prendendomi la testa tra le mani.
Steve infila le sue nella sua giacca, guardando il camino avanti a lui, i suoi occhi resi persino più chiari alla luce del fuoco. Tiro su con il naso, lasciando che delle piccole lacrime mi solchino gli zigomi.
"Calma" sussurra, continuando a guardare il fuoco come se, osservandolo, possa trovare la risoluzione ad un problema nella sua mente. Gli amici di Nicholas sono dei personaggi strani, come fa Stephanie a non accorgersene è un mistero. Io mi sarei accorta che qualcosa non andasse già dal semplice sguardo che mi avrebbero rivolto.
Sollevo la testa, guardando il suo profilo scolpito e affascinante. "Come posso stare calma quando là fuori ci sono dei mafiosi che vogliono prendere me e Nicholas per qualcosa che non abbiamo fatto?" dico sull'orlo di una crisi. Mi passo le dita tra i capelli per calmarmi. Il tempo passa infinitamente lento, leccandomi le labbra e sentendo il caldo dell'ambiente aderire alla pelle nuda della braccia.
Dopo non so quanto, Harry riapre la porta, furioso e con il respiro rapido. Sembra un toro inferocito alle prese con un telo rosso appena steso davanti ai suoi occhi. Quando si appoggia alla porta, noto quanto sia turbato nonostante l'apparenza da duro.
Mi alzo di scatto. "Cosa c'è? Dove sei stato?" chiedo, avvicinandomi. Steve ritorna dalla cucina, con una tazza in mano.
"Sono appena ad un miglio da qui."
Steve si blocca, guardandoci. "Cosa?" dice con gli occhi sgranati.
Io mi giro prima verso di lui, poi verso di Harry.
"Si sono accampati per la notte. Abbiamo tre, quattro ore massimo, e poi ce ne dobbiamo andare. Ti conviene riposare, sarà un lungo viaggio."
Steve si avvicina ad Harry, appoggiandogli una mano sulla spalla tremante. "Vuoi che faccia qualcosa?"
Il riccio annuisce, mentre io faccio finta di non capire niente. Purtroppo è così. Spesso le protagoniste delle storie sono tonte, e mi fa persino ribrezzo presentarne del genere. Meno male che Stephanie sta solo attraversando un periodo di debolezza, dopodiché ritornerà più determinata di prima.
"Dobbiamo recuperare un volo per le tre di notte" dice Harry sottovoce, guardando Steve negli occhi color caramello. "Ce la fai?"
"Sicuro."
"Ma scusatemi" dico, mettendomi in mezzo a loro. "Fate tutti parte dello stesso gruppo, come credi non sappiano che tu stia qui e che ci aiuterai?"
Steve alza gli occhi al cielo. "Ti pare che siamo così stupidi? Ho un programma crackato che mi permetterà di entrare in un server che mi cambia l'indirizzo, la localizzazione e il nome. Non sarò mai rintracciato, e nemmeno voi, se vi fidate di me."
Guardo Harry che annuisce. "Sì."
Mi giro verso Steve che sta recuperando un computer e si sta sedendo sul divano. "Ma dove andremo?"
"A San Francisco."
"Stop!" dice il cameraman che sta parlando con un auricolare al suo orecchio. "Abbiamo finito per oggi."
Mi lascio cadere sfinita accanto a Steve, interpretato da Zayn Malik. "Sono sfinita" dico, posandomi un braccio sugli occhi. Lui lascia il computer al suo fianco, sorridendo e tirandomi una ciocca di capelli. Harry si appoggia al muro alle sue spalle mentre sentiamo le macchine dello staff accostare il rifugio dall'altro lato della strada.
Jason lascia la macchina per primo, entrando nella casetta allestita. "Ho seguito tutto grazie alla telecamera di Smith" dice, indicando il cameraman con cui parlava attraverso l'auricolare. "Siete stati grandi."
Mi tolgo il braccio dalla faccia, guardandoli uno ad uno. "Posso tornare a casa, adesso?" chiedo, sbattendo le palpebre. Zayn si alza, stiracchiandosi.
"Come facciamo per venerdì?"
"Alla Horan Industry abbiamo il set dell'interno di un aereo nella sezione a destra, settimo piano. Ci vediamo alle undici, poi partiamo e le altre scene le registriamo veramente all'aereoporto."
"Ma come facciamo per San Francisco?" chiedo, legandomi i capelli in una coda alta con l'elastico che mi ha portato Natalie. Jason storce il naso in un piccolo tick.
"Andiamo a San Francisco" risponde semplicemente, indicando con le dita di spegnere il camino. Annuisco, guardando Harry che si sta passando un asciugamano sulla faccia mentre Elise lo guarda ammaliata come se avesse Nicholas esattamente accanto a lei.
Niall entra nel rifugio, abbracciandomi. "Credo che questo film sia fantastico."
"Perché ci sono io?" chiedo, scherzando.
Beh, forse non proprio.
Lascio il beneficio del dubbio.
Niall alza gli occhi al cielo.
"Senti," dico, passandomi i capelli sfuggiti alla coda dietro le orecchie mentre lo staff si predispone per sgomberare la zona. Abbiamo il permesso delle autorità, tranquilli. "Venerdì posso rimanere da mio padre, tanto che siamo a San Francisco? Saranno le ultime prove della settimana" termino, guardandolo con occhioni dolci.
Niall sbuffa, poi annuisce, facendo un gesto seccato della mano. "Hai deciso quando partire?" chiede proprio mentre Harry viene accanto a me.
"Che succede?"
"Niente" dico, poi guardo Niall. "Lunedì, comunque."
Harry si sporge verso di me, appoggiandomi una mano sulla spalla e abbassandosi alla mia altezza. "Parti questo lunedì?" chiede come se non avesse sentito.
Annuisco. "Qualche problema?"
"No, nessuno" dice, prima di fare una smorfia, lasciandomi un buffetto sulla guancia. Quando la stringe teneramente, sento la sua mano fredda a contatto con la mia pelle accaldata. Dopo che toglie la mano, la nasconde nella tasca del pantalone, come a voler mascherare qualcosa che stringe tra le sue dita.
"Bene" dice Jason, avvicinandosi di nuovo. "Le macchine sono qui per riportarvi in sede."
Alzo gli occhi al cielo, dopodichè Natalie prende me ed Harry per le braccia e ci avvicina, guardandoci negli occhi. "Domani, alle sei del pomeriggio venite nel mio studio, stanza C, terzo piano."
"Perché?" chiede Harry, scompigliandosi i capelli sudati.
Lei stringe le labbra. "Devo provarvi gli abiti per domani sera, ovvio."
Annuisco. "Già, i VMA's."
Harry si gira a guardarmi. "Sarà la nostra prima apparizione insieme."
Sollevo una mano con fare sofisticato. "Non farci troppo l'abitudine" dico, sorridendo.
Harry si piega e mi passa una braccio sulle spalle, mentre Natalie ci guarda e se ne va.
Chissà perché tutti ci lasciano sempre da soli. Zayn si avvicina all'improvviso e ci saluta con un rapido abbraccio. "Ci vediamo venerdì, allora."
Harry annuisce anche per me, dopodiché Niall mi strattona per un braccio e mi porta in macchina, dove Jeremy sta aspettando al volante.
"Perché Harry deve venire con me?" chiedo, una volta dentro.
Niall mi guarda attraverso lo specchietto centrale, essendosi seduto sul sedile del passeggero.
"Tu sei la protagonista del video dei Coldplay, per cui se vincono devi andare con loro sul palco. Harry è invitato per l'after party, ma non starà per molto."
Annuisco, sbadigliando.
Il viaggio in macchina è più lungo del previsto, e finisco per addormentarmi ancora tutta sporca di terriccio.
Quando percepisco la macchina fermarsi, noto di essere fuori casa mia. "Ma cosa-"
"Tieni" dice Niall sporgendosi indietro per darmi la mia borsa. "Ho preferito lasciarti, che farti venire a prendere."
Gli sorrido e apro la portiera, sbadigliando di nuovo.
"A venerdì" saluto, salendo i gradini e bussando. Jennifer mi apre la porta, sorridendomi. Ha i capelli corti che le solleticano il mento, gli occhi leggermente truccati e una mano appoggiata sul fianco, l'altra allo stipite della porta. "Mi ha chiamato Niall" dice, stringendo le labbra.
Spalanco gli occhi, girandomi verso la strada dove la macchina se n'è appena andata. "Ma quand-" dico, girandomi nuovamente verso mia sorella che non mi ha lasciato ancora passare.
"Venerdì andiamo da papà?" chiede, sollevando un angolo delle labbra.
Faccio di sì con la testa. "Beh, io devo andare a girare a San Francisco, per cui-"
"Ovvio che vengo con voi!" esulta, dopodiché mi fa passare e chiude la porta di ingresso mentre lascio la borsa sul mobile nell'ingresso.
"Mi vado a lavare!" dico, iniziando a salire i gradini che mi porteranno sù.
"Non me ne devi dare conto, è la tua igiene, non la mia" mi urla dietro quando sono ormai salita al piano di sopra. Mi sporgo sulla tromba della scale.
"Stai preparando la cena, vero?"
Ma non ricevo risposta. Così, scuotendo le spalle, mi chiudo in bagno e, una volta spogliatami, lascio che una bella doccia calda mi riscaldi e mi tranquillizzi dopo una giornata stressante come questa.

N/A
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Mi piacerebbe moltissimo che foste attive riguardo questa storia.
Vi lascio con una domanda: cosa ve ne pare del personaggio di Jessica?

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