Chapter twenty seven

489 25 4
                                    

Ci sono momenti in cui vorresti infilarti nel letto, seppellire il tuo corpo sotto strati e strati di coperte e stringere le palpebre, nascondendoti e scappando da qualcosa.
Oppure a volte cerchi di stare attenta a quello che ti capita intorno, ma alla fine la tua mente si rifugia nelle proprie profondità, facendoti vagare in pensieri che non avresti mai formulato in altri momenti, o ti perdi semplicemente ad immaginare come una cosa sarebbe potuta andare se solo fosse accaduta diversamente. Se solo ci fosse stata la minima possibilità di sapere cosa sarebbe successo, di certo - tornata in te - ci avresti pensato due volte prima di tuffarti a capo fitto in tale situazione.
Se solo avessi saputo prima come sarei stata e come la mia vita sarebbe potuta crollare nell'arco di qualche secondo, di certo ci avrei pensato di più sul buttarmi in questa faccenda.
Stanotte non ho chiuso occhio, ed è il secondo giorno consecutivo in cui i miei occhi non osano chiudersi, riposarsi, cessare di vedere.
Il divano del salone ha assunto la mia forma per quanto ci sono stata seduta, e non penso nemmeno un po' ad alzarmi e ad abbandonare la mia posizione.
Ho gli occhi fissi sulle linee di cemento che uniscono le mattonelle del pavimento, come se fossi perennemente in una fase di trance che non mi permette di guardare altrove. Esattamente davanti a me la tv è accesa, e i notiziari non fanno che parlare di altro se non di Harry Styles, dell'attore hollywoodiano portato via furente dalla sua abitazione. Le immagini che si susseguono sullo schermo sono le stesse che trasmettono da ieri pomeriggio, tanto che ho imparato persino a memoria ogni angolo, ogni espressione, ogni gesto recondito.
Ho il torace avvolto tra le braccia e mi dondolo leggermente, tenendo ancora lo sguardo fisso a terra e il notiziario che riempie il silenzio della stanza con le solite frasi che sento ormai da un giorno e che sono entrate in me come un virus che non voglia mai più lasciarmi. Persino quando la tv è spenta, sento la voce della giornalista rintronarmi tra le pareti del cervello, e non c'è modo di allontanarla.
All'improvviso uno schiocco di dita esattamente davanti ai miei occhi spenti mi riporta alla realtà, facendomi capitombolare nuovamente in quello che rimane di me adesso, solo un involucro che cela paura, timore, preoccupazioni e un dolore che non mi sarei mai aspettata di provare. Ho lo stomaco contratto, le mani fredde e la gola secca.
Sollevo lo sguardo sulla mano di Jennifer che cerca di farsi prestare attenzione. Quando i miei occhi incontrano i suoi, fa un sospiro di sollievo, rilassando le spalle tese. Prende il telecomando e spegne subito la tv, facendo sparire un'inquadratura sul volto di Harry.
Il suo viso era contratto in un'espressione di odio puro, eppure i suoi occhi....quel verde mi aveva supplicato di credergli, come se stesse combattendo con se stesso, cercando di tener via qualcuno che stava avendo il sopravvento, come se non potesse controllarlo e solo attraverso la mia comprensione avrebbe potuto regolare i suoi gesti. Ma la rabbia che mi aveva sputato addosso era così infondata che lo squarcio che ha aperto nel mio petto sono sicura impiegherà più tempo del previsto a ricucirsi, se mai ci riuscirà. Jennifer si inginocchia davanti a me, prendendo le mie mani e stringendole tra le sue.
Quando i poliziotti mi hanno portata in casa, Jennifer aveva già visto il telegiornale in diretta, i suoi occhi e la sua bocca erano contratti in una smorfia di odio, rabbia e disgusto che anche una persona che non l'avesse conosciuta, avrebbe potuto dire che mia sorella fosse stata pronta ad uccidere qualcuno. Ha iniziato ad inveire contro il mio ragazzo, chiamando la polizia, Niall, Josh e i miei genitori, cercando appoggio e soprattutto volendo prendere provvedimenti seri.
Avrei voluto dirle di non fare niente, perché l'avevano già preso, e qualsiasi cosa avesse proposto, sarebbe stata tralasciata perché avevano altre cose per cui perdere tempo.
"Jess, devi mangiare" mi dice con una certa dose di tranquillità, ma so benissimo che dietro il suo sguardo premuroso, si nasconde un bestia che, appena lasciata libera, è pronta a scagliarsi per la sua vendetta.
Scuota la testa. "Non ce la faccio."
Lei chiude gli occhi, facendo un grosso respiro. "Ormai è un giorno che sei seduta qui, senza parlare, senza mangiare o dormire."
Mi giro piano verso di lei, come un robot. Sbatto lentamente le palpebre, sentendomi gli occhi bruciare. "Secondo te vorrei stare così?" chiedo con voce fin troppo bassa.
Lei rimane inginocchiata ancora di fronte a me. Poi la sua mascella si indurisce e le sue labbra si chiudono in un linea dura. "Non ti rendi ancora conto, vero?"
Vorrei dirle che sì, so cosa è successo, e vorrei tanto che non fosse accaduto. Si rende conto di come io stia? Si rende conto che mi sento come se un gigante mi avesse messo in bocca, masticata e poi risputata a terra con disgusto? Sa come ci si sente ad essere perfettamente divisi a metà? Non credo.
Eppure c'è quella vocina che è riapparsa dentro la mia testa, la stessa vocina che mi ripete di essere razionale, di pensare a cosa Harry abbia fatto e cosa le sue azioni abbiano comportato, non badando ai miei sentimenti per lui che sembrano essere stati appena gettati nel cesso.
Harry ha tentato di uccidere mia sorella, ha strangolato Niall...e poi ha cercato di uccidere me.
Me.
La ragazza con cui stava, la sua collega, la donna con cui ha passato momenti splendidi e carichi di passione. Che tutto quello che ha fatto fosse stato per colpire me? Per uccidermi, distruggermi, annientarmi per qualcosa che non so nemmeno di aver fatto? Gli ho fatto davvero così tanto male da meritare di essere quasi uccisa?
Jennifer continua a guardarmi e vorrei risponderle, ma ora come ora la voce non abbandonerebbe nemmeno le mie labbra secchissime.
"Jessica, reagisci cazzo! Non sei morta, dovresti ringraziare il cielo invece di rimanere qui, ferma come un'automa incapace di autosostenersi!"
Sento il petto che si stringe, la mascella che si serra e delle parole che continuano ad essere masticate nella mia bocca senza che siano sputate fuori con tutta la violenza che vorrei porgere loro.
"Ti rendi conto che quello che è successo è il minimo che possa essere stato fatto, vero? Ha cercato di togliere la vita a me, a Niall...ma soprattutto a te, la ragazza che, alla fine, dovrebbe amare! Ma con chi cazzo sei stata in queste settimane? Chi è Harry? Lo conosci davvero!? Non mi sembra proprio."
Mi alzo in piedi e lei fa lo stesso. Ha una camicetta bianca a fasciarle il busto, un paio di jeans morbidi e i capelli tenuti indietro da un fermaglio.
"Tu non sai cosa ho visto."
"Beh, certo, considerando che aveva un coltello che stava per pugnalarti sotto il tuo stesso sguardo!"
Stringo i denti. "Io ho visto la sofferenza, Jen! L'ho visto combattuto, vulnerabile, supplicante! Cercava aiuto, ma non gliel'ho potuto dare."
Jennifer mi appoggia le mani sulle spalle, guardandomi negli occhi. "Ti voleva uccidere, Jessica! Perché non vuoi capirlo? Vedi come ti ha ridotta! Ti ha prosciugata sotto i tuoi stessi occhi e non te ne sei nemmeno resa conto. Sei stata una pedina nel suo gioco, ti ha illuso e tu continui a parlare di lui come se non avesse fatto niente di  male."
La presa di mia sorella sulle mie spalle si fa molto più forte, ma non ho la forza di spingerla via.
"Io lo conosco, lui non avrebbe mai volut-"
"E' un assassino!"
Sento il petto che si abbassa e si alza più rapidamente, l'aria mi gonfia i polmoni come per rigenerarmi dallo stato di decadenza in cui mi trovo.
"Lui non avrebbe mai potuto-"
"Fare del male, Jess? Stai dicendo questo?" Si strappa la camicetta, facendo saltare i bottoni per aria. Allarga i due lembi, rivelandomi la sua pelle deturbata dalla cicatrice rossastra e i punti che la segnano in tutta la sua lunghezza. Distolgo di poco lo sguardo. "Guarda, cazzo. Guarda!" Mi urla mia sorella e premo le palpebre.
Non ce la farò mai.
"Devo fare venire Niall per farti vedere in che condizioni è il suo collo? Oppure ti basta vedere questa cicatrice che i dottori mi hanno procurato, aprendomi a metà come un animale da macello per riassorbire l'emorragia che Harry mi ha procurato?"
"L-lui non ha ancora det-" inizio a dire, portando il mio sguardo nuovamente su di lei, non riuscendo però a terminare la frase.
Jennifer mi guarda con gli occhi lucidi, il labbro inferiore che le trema e le mani che mantengono la camicetta ancora aperta di fronte il suo ventre. "Come puoi anche solo continuare-"
"Io non posso credere che lui abbia fatto questo, non lo stesso ragazzo con cui ho lavorato e a cui ho dato me stessa in queste settimane trascorse! Come posso anche solo pensare che sia stato lui!"
"Ce l'hai davanti la prova!" dice, lasciando i lembi della sua camicia. "Mi ha ridotto in una bambola di pezza colma di punti, ci è mancato poco che spezzasse il collo a Niall, è stato sul punto di ucciderti e ti ha reso un vegetale, Jessica! Come puoi ancora provare a difenderlo per quello che ha fatto!?"
Ormai ci stiamo urlando in faccia.
La guardo, poi serro i pugni lungo i miei fianchi e sento gli occhi inumidirsi e riempirsi di lacrime. Le unghie mi si conficcano nella carne. "Perché io lo amo!" urlo con quanta forza mi rimane in corpo, sentendo finalmente le lacrime solcarmi le guance, rigandomele. "Lo amo, e non riesco a pensare a quello di cui è stato fautore, io non-" ma non ce la faccio a continuare. Le ginocchia mi cedono e cado sul pavimento, piegandomi sulle cosce con le mani chiuse a coppa sulla faccia stravolta. I singhiozzi mi scuotono il petto e sono rannicchiata come un bimbo nel ventre materno. Mi fa male tutto il corpo. Sento i passi di Jennifer avvicinarsi, poi mi abbraccia, chinandosi su di me.
Mi ingloba con le sua braccia.
Ha ragione.
Non posso difenderlo, non posso perdonarlo, non posso per niente permettere che la passi liscia. Sono cosciente di tutto ciò, degli attentati e dei reati che ha commesso, so benissimo tutto, è perfettamente chiaro nella mia testa.
Ora solo il mio cuore deve capirlo, un cuore che sanguina e si riduce in brandelli all'interno del mio petto.
La lotta è finita. Il cervello ha avuto il sopravvento, ma il mio corpo è stato reso uno straccio e mi sento così debole che persino piangere mi costa uno sforzo immane.
Sono davvero diventata un'automa.
Tutto per colpa sua.
Tutto per colpa dell'uomo di cui sono innamorata perdutamente.
Tutto per colpa di Harry Styles.

N/A
Ciao bella gente, come va?
Spero stiate meglio di me, che non faccio altro che studiare mattina e sera e sono esausta!
Spero che il capitolo vi piaccia sebbene quanto trattato.
Mi è particolarmente piaciuto scriverlo, soprattutto tutte le cose dette da Jennifer e le sue gesta per far comprendere la sorella.
Ormai aleggia una certa rabbia, non trovate?
Spero che la storia continui a piacervi e lasciatemi qualche commento, dai!

Vi voglio bene.
Un bacio 🌻

If this was a movie|| H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora