20.

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"Parigi!"esclamo felice e incredula di quello che sta succedendo.

"E che Parigi sia!" Louis ride insieme a me, sedendomisi accanto. "Ora controllo i voli, se non partiamo domani sarà dopodomani" mi dà un bacio sulla guancia poi va verso le scale "prepara le valigie" e sparisce.

Mi guardo intorno e penso a quanto sia pazza questa cosa. Mi viene da ridere, da gridare.
Ha ragione lui, non sono mai stata da nessuna parte, un viaggio è proprio quello che ci vuole per farmi rassicurare sul fatto che adesso le cose stanno così e non torneranno come prima.

Saltello felice fino alla mia stanza, prendo due valige e in una ci infilo un sacco della mia roba. Non so che tempo faccia in Francia, quindi porto sia cose per l'estate che non. Ma non dovrebbe fare freddo.

Dopo aver fatto la mia valigia vado in camera di Louis per preparare la sua.
Frugo un po nel sua armadio e scopro che non ha solo felpe dell'Adidas ma anche no qualcosa di elegante.

Nel mentre in cui sto cercando dei jeans comodi, spingendomi infondo all'armadio trovo una scatola nera.

La curiosità è tanta come al solito, non posso non vedere cosa contiene. Sul coperchio c'è una serie di parole incise quasi illeggibili

Le mie bambole

Un po mi spaventa questa scritta. Vorrei non aprirla, continuare a fare la valigia per Louis e partire per Parigi senza alcun pensiero.
Ma nel momento in cui penso queste cose le mie mani agiscono da sole aprendo la scatola.

Prendo aria prima di abbassare gli occhi  sul contenuto, la prima cosa che attira il mio sguardo sono delle foto.
Mi tremano le mani quando prendo quest'ultime in mano per vederle una ad una.

Sono.. Ragazze, non avranno più di sedici anni. Completamente nude all'angolo di una stanza. La mia.

Le ragazze saranno si e no una decina, più scorro queste foto più i brividi percorrono il mio corpo interamente.

Adesso ho troppe domande in testa. Domande a cui non so dare una risposta.

Non sono l'unica che ha subito tutto ciò?
Cosa ne ha fatto di queste povere ragazze? Dove sono adesso? Le ha uccise?

"Jenny" mi alzo di scatto e istintivamente indietreggio quando Louis viene verso di me.

"Non mi toccare!" Urlo con le lacrime agli occhi. "Quali assurdi problemi ti affliggono Louis? Cos'è tutta questa merda?" Lancio per aria le foto. Continua a venirmi incontro, ma scappo passando dal letto e vado a chiudermi nella, forse non più mia, stanza.

Mi siedo nell'angolo più lontano dalla porta, quello dove mi 'nascondevo' quando Louis tornava ubriaco a casa.

Continuo a piangere e a pensare a quanto andasse bene. Facevo bene a tenermi sulla guardia. Non può andare tutto a meraviglia quando si parla di Louis William Tomlinson.

Sono persa nei miei pensieri quando forti colpi sul legno della porta mi distraggono e mi spaventano "Jennifer apri immediatamente questa maledettissima porta" Louis continua a colpire violentemente la porta e non smette di urlare.

"No!- replico- vattene via, lasciami in pace. Ho bisogno di stare da sola, di pensare" mi metto le mani fra i capelli e li tiro quasi a strapparli.

"Ti prego esci fuori.." Sono quasi sicura di aver sentito dei singhiozzii dall'altra parte. Anche se mi fa star male sapere che Louis sta piangendo, non posso crollare così, non dopo quello che ho visto.

"No Louis" mi rannicchio ancora più a me stessa "lasciami in pace, decido io quando sarà il momento di uscire fuori e parlarti faccia a faccia" detto ciò non sento alcun rumore proveniente dal corridoio.

Passa qualche minuto, io sono ancora nella mia posizione iniziale, mi pizzicano gli occhi e sento come se mi si fosse seccata la pelle viso.
Faccio un gran respiro, mi sento pronta ad affrontarlo a quattr'occhi.

Nel preciso istante in cui metto la mano sulla maniglia mi squilla il telefono.

'Harry Styles'

Mi prendo qualche secondo per pensare. Decido, date le circostanze, di rispondere a quella che sarà la sua decima chiamata che mi fa da stamattina.

'Come va piccola?'

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Cosa ne pensate?

Maybe, I fall in love with you L.T. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora