Mi chiamo Jennifer, per gli amici Jenny, o almeno per lui, io sono Jenny.
Non ho amici poiché rimango sempre chiusa in questa enorme casa, sempre buia, sempre vuota.Ho 22 anni, vivevo bene la mia vita finché Louis Tomlinson ai miei sedici me la rovinò.
I miei sono morti quand'ero piccola,cinque anni, così quelli dei servizi sociali mi mandarono in un orfanotrofio.Finché non ebbi compiuto sedici anni nessuno mi adottò e la cosa non mi fece ne caldo ne freddo. Mi piaceva li, ormai erano la mia nuova famiglia.
Poi, il 2 di febbraio, giorno del mio compleanno, Sarah, che per me era diventata come una madre, mi avverti dell'adozione.
Mi parlò di Louis, grande uomo d'affari, giovane ragazzo, anche lei non sapeva il motivo dell'adozione data lo giovane età.
Mi pare che avesse sui 24 anni quel periodo.All'inizio ero felice, estasiata dall'essere stata adottata da una persona ricca, convita che magari mi avrebbe resa felice. Non fu così.
Dopo due anni trascorsi in serenità se devo essere sincera, nella grande villa Tomlinson, cominciò la tortura.
Un giorno Louis tornò ubriaco, dopo aver passato la serata in compagnia di amici. Venne nella mia stanza, spalancando la porta facendomi sobbalzare dal letto.
Cominciò a levarsi le scarpe, poi la giacca e la camicia. Si avvicinò al mio letto, tolse le coperte da sopra il mio corpo, lasciandomi nuda, con solo la mini camicia da notte, comprata insieme qualche mese prima.
Si mise a cavalcioni su di me, cercai di liberarmi, capendo le sue intezioni, ma fu inutile. Mi bloccò i polsi con una mano e con l'altra cominciò a sfiorare la mia pelle sotto il pigiama.
Si piegò verso di me e mi sussurrò all'orecchio "Da oggi non sarò buono"
Fece un sorriso malizioso e premette le sue labbra contro le mie. Cercai di liberarmi di fare qualcosa ma era inutile, era più forte di me lui.
Frugò nel cassetto vicino al mio letto e ne trasse fuori una cordicina, di cui io non ne sapevo l'esistenza.
Legò i miei polsi alla spalliera del letto così da avere entrambe le mani libere. Mi tolse il pigiama lasciandomi solo in intimo
"Sei bellissima Jenny" sussurròFece scorrere le morbide mani lungo tutto il busto facendomi in qualche modo eccitare.
"Ti prego Lou, no-non farlo" lo supplicai
"No no no, signorina da oggi mi chiamerai 'papino'" rabbrividii.
"Lou.." Gli occhi erano pieni di lacrime ma lui non aveva pietà.
"Non ho sentito" gridò a quel punto "come mi chiamo io?"
"Pa-papino" balbettai
In quel momento sentii un forte bruciore sulla guancia destra e capii che mi aveva appena tirato uno schiaffo.
"Regola numero due:non balbettare in mia presenza,devi essere decisa quando mi parli" ancora con il sorriso sulle labbra, slacciò il mio reggiseno per togliermelo.
Volevo coprirmi, mi sentivo troppo esposta.
Le sue grandi mani comprimono entrambi i miei seni, cominciando a massaggiare.Un gemito lasciò la mia bocca e a lui sembrò piacere
"Brava, gemi per papino."
Spostò le mani sui miei slip e tiro via anche quelli "non smetterò mai di dirti quanto sei bella, le tue curve così perfette" non riuscivo a parlare, ero sotto shock.
Dopo aver ispezionato il mio corpo da cima a fondo si mise in piedi davanti al letto e si tolse i pantaloni " ti farò stare bene piccola" disse di fretta "sarai mia" aggiunse togliendosi infine i boxer.
Fino a quell'età rimasi vergine quindi non sapevo come sarebbe stato, cosa mi sarebbe accaduto, avevo paura.
Salì nuovamente su di me e rimasi pietrificata alla vista della sua erezione.
"Mai visto un cazzo tesoro?" Sussurrò al mio orecchio facendomi rabbrividire per la quinta volta in un'ora."Rispondi!" Gridò e di nuovo quel bruciore colpi la mia guancia.
"No-no Louis non ho mai visto un.."
Eccone un'altro "due regole ti ho imposto e due su due non le hai rispettare."
L'espressione si fece più seria "meriti la punizione"Slegò la cordicina intorno ai miei polsi, in quel momento mi sentii libera, ma solo per poco.
Mi prese e mi mise a pancia in giù sulle sue ginocchia "30 sculacciate perché non hai ancora capito come mi devi chiamare e altre 20 perché con me non devi balbettare."
--Da quella frase cominciò la mia tortura.
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Maybe, I fall in love with you L.T.
FanfictionEro sua, non potevo farci niente. Mi maltrattava, ero come una schiava. La mia vita con lui era come una tortura e non potevo scappare a tutto ciò. Ma successe qualcosa un giorno, si accese qualcosa in lui.. La sua parte umana cominciò a prendere il...