Capitolo 42.

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L'aria calda quella mattina rilassò i miei muscoli e m'invase la pelle con un tocco di delicatezza facendomi scordare le preoccupazioni e cimentarmi nell'osservare per la seconda volta il filmino dell'altro giorno, nel quale Maddy si divertiva a giocare ad obbligo o verità.

Sorrisi divertito, mentre quelle scena mi balzarono sugli occhi emanando un chiacchiericcio continuo e un ridere pazzesco.

Ero seduto su di una sedia posizionata intorno al piccolo tavolino della veranda.

Mentre i miei occhi scrutavano quelle scene, la mia mente vagava nel silenzio di quella notte. Sentii Maddy più distante, come se qualcosa o qualcuno l'avesse turbata, mi parve inoltre di sentire alcuni gemiti soffocati sotto le lenzuola. Mi preoccupai, rimanendo sveglio per un po', solo per capire cosa stava succedendo.

Per un attimo sentii che le sue emozioni venissero comprese perfettamente dalla mia mente, era come se sapessi ogni suo cambio d'umore, ogni suo sorriso, ogni sua vittoria e persino ogni sua sconfitta.

E quella parola mi rimbombò varie volte nella mente quella mattina.

''Sconfitta''

Deglutii e cercai di concentrarmi sul filmino. Sperai di ridere ancora, ma quei gemiti mi ritornarono in mente seguiti da un presentimento orribile che tardava a scomparire.

Ci fu solo un attimo di silenzio, il tempo di spegnere la telecamera e sentii alcuni passi provenienti dalla cucina.

Mi voltai all'istante come spinto da una folata di vento e incrociai come per magia lo sguardo dolce di Maddy.

Sentii il cuore a mille, le sorrisi e ripensai ancora a quei momenti al mare con lei, alla sua bellissima pelle al suo calore, così intenso, così familiare.

-Buongiorno- azzardò con un lieve sorriso avvicinandosi alla mia figura.

-Hey- risposi assopito dai suoi meravigliosi occhi.

Spiccavano ancora di più alla luce solare, la fissai più del dovuto quella mattina, ma non appena il mio sguardo si posò su delle orribili occhiaie violacee che le contornavano gli occhi, ebbi un tonfo che mi costrinse a sperare che non fosse accaduto nulla quella notte.

Non dissi nulla, forse per timore o per stupore. Mi limitai solo ad osservarla sedersi di fronte a me e a sorridere. Sentii quel sorriso come il più falso del mondo.

Lei non era così, non rideva in quel modo, non le si erano neanche create le fossette figuriamoci se me l'avesse data a bere, sentii un certo timore invadermi l'anima. Cosa era successo ancora?

Rimasimo in silenzio ad osservarci, a volte scostavamo lo sguardo imbarazzati oppure sorridevamo spinti da un matto desiderio di farlo. La notai arrossire mentre si portò le ciocche ramate dietro le orecchie osservando il prato del cortile.

Era stupenda, bellissima. Sentii il cuore tamburellare, cazzo quanto la desideravo. Ogni giorno il mio amore per lei cresceva sempre di più, fino a lacerarmi il petto nel volerla stretta a me, per tutta la vita.

Notai il suo sguardo, sembrava triste se non distrutta. Le occhiaie si fecero notare ancor di più alla luce solare, inoltre se ne rimaneva fin troppo stretta a se stessa, era come se si vergognasse di me, come se era in timore per il suo corpo.

Sospirai . ''perché ?' mi chiesi ripensando alla sua bassa autostima. Io la vedevo bellissima, forse la ragazza più attraente del mondo.

-Maddy tutto bene?- azzardai nella calma.

-Sì, perché me lo chiedi?- rispose, sembrava nervosa.

Feci spallucce –Nulla, ti vedevo strana ...-

REMEMBER  [IN FASE DI REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora