Capitolo 3

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L'auto si fermò davanti al cancello di casa, mia madre scese chiudendo lo sportello, poi si avviò verso casa alzando gli occhiali da sole appena sulla testa, in modo da tenere su quelle ciocche bionde e costantemente disordinate. Aveva fatto la tinta circa un miliardo di volte tanto da non ricordare più il suo colore originale.

Rimasi in auto osservando in silenzio come infilava la chiave nella serratura, poi aprì la porta e quegli istanti in auto terminarono non appena la sua mano iniziò a sventolare verso la mia direzione,voleva la raggiungessi.

Sbuffai, mi tolsi le auricolari e le infilai nella tasca dei jeans. Chiusi lo sportello e rimasi per qualche istante ad osservare casa mia da lontano. Chi doveva presentarmi di così tanto importante mia madre? Sentii improvvisamente un nodo allo stomaco, mi dava un enorme fastidio presentarmi a qualcuno, soprattutto se quel qualcuno era uno sconosciuto.

Mi avviai lentamente verso casa, salii i quattro gradini del portico e aprii lievemente la porta,la quale scricchiolò fastidiosamente. All'ingresso c'era un silenzio tombale, non si sentiva una mosca. 

Posai la giacca sull'appendiabiti e mi avvicinai incerta verso la cucina, poi all'improvviso sentii delle voci provenire dal salotto. Avanzai di qualche centimetro e intravidi un ragazzo che rideva incorniciando dei denti bianchissimi, sobbalzai.

Doveva essere solo di qualche anno più grande di me."O cazzo!'' pensai.

Il cuore sembrava volesse esplodermi in petto, ebbi solo il tempo di ammirare il suo meraviglioso sorriso e la sua posizione tipica da teenager. Perché mia madre non mi aveva avvertita prima del fatto che quel qualcuno poteva avere la mia stessa età e che poteva essere così carino?

Ritornai verso l'ingresso in preda all'agitazione, entrai senza esitare nel piccolo bagno di servizio. Chiusi la porta alle mie spalle posandomi sulla sua superficie liscia e fredda.

Accidenti ... non avrei potuto presentarmi conciata in quel modo! Ero un mostro ... disordinata e impacciata come non mai. Cosa avrebbe pensato quel ragazzo di me? Mi avrebbe di sicuro derisa all'istante ... come il resto del mondo.

Passai una mano sui capelli cercando di sistemarli, sentivo l'ansia divorare i miei sentimenti, non avrei sopportato quegli occhi così belli attraversare miei ... così incerti, mi avrebbero scrutata a fondo allo scopo di  cercare quel qualcosa che non andava in me ... le mie lentiggini.

Recuperai un profondo respiro, quando sentii la voce di mia madre risuonare nella cucina.

-Maddy!-

La odiavo. Fui costretta ad uscire con un'insopportabile stretta allo stomaco. Mi avviai incerta verso il salotto.

Mia madre mi venne incontro sorridente, stava mentendo era ovvio. Fino a poco tempo fa era incazzata nera.

-Maddy! Finalmente dove ti eri cacciata? Ti stavamo aspettando ...- concluse spingendomi  delicatamente verso l'entrata del salotto.

Appena misi piede là dentro, notai che gli occhi di quello sconosciuto ragazzo erano guizzati immediatamente su di me. Sentii il battito del cuore accelerare sempre più.

Lo guardai anch'io, mi sforzai di sorridere, non volevo deludere mia madre. All'improvviso anche lui mi sorrise. Ebbi un tonfo, il suo sorriso era incredibilmente bello. Aveva un groviglio di capelli ricci in testa e non la smetteva di fissarmi. ''O cazzo!'' pensai ancora. I miei pensieri che  in quel momento  fluttuavano nella mia mente erano solo quelli "O cazzo, O cazzo , o cazzo''.

-Io sono Harry-  si avvicinò a me stringendomi la mano. Eravamo vicinissimi, sentivo i battiti aumentare un'altra volta.

-I-o, io sono Madison ...-

Sarei apparsa  ai suoi occhi come una deficiente analfabeta, di sicuro assomigliavo ad un cadavere camminante.''Accidenti''.

In quel momento notai che aveva gli occhi verdi, un verde scuro misto a sfumature più chiare. Erano bellissimi.

-Piacere allora!- esclamò allargando ancora di più il suo meraviglioso sorriso.

Anch'io avrei voluto sorridere, ma la mia bocca era come paralizzata, non riusciva a muoversi. Sembravo una stupida ... ne ero certa.

-Beh allora ... ora che vi siete conosciuti ... possiamo procedere con il pranzo che ne dite?- mia madre prese in balzo la situazione salvandomi da morte certa.

Harry non smetteva di guardarmi, anche se si era allontanato di circa tre centimetri da me. Accidenti ... era talmente bello che non riuscivo a pensare ad altro se non a lui. Ai suoi occhi ... al suo sorriso. Indossava una maglia a bretelle nera che faceva risaltare i suoi addominali, qualcosa in me mi fece tremare dall'emozione elaborando la possibilità di poter essere  notata da quel ragazzo.

La mia attenzione però fu subito rivolta verso due altre figure che erano sedute sul divano e che assaporavano un drink godendosi la scena in disparte.

Vedevo bene? Oppure Harry mi aveva portata a uno stato di shock intensivo ...  tanto da non riconoscere le figure che si presentavano davanti a me.

Una di loro mi fece tremare dall'emozione all'improvviso. Mio padre sedeva sul divano osservandomi sorridente.

Sentii invadermi forti emozioni. Guardai mia madre la quale era accomodata su di una poltrona, anche lei mi sorrideva. Cosa era successo? Perché la mamma  aveva accettato il fatto che mio padre potesse mettere piede in casa nostra?

Non potei trattenere le lacrime e mi fiondai di getto fra le sue braccia calde le quali mi strinsero con un certo affetto familiare.

-Papà!- ansimai senza mollarlo un attimo.






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