Capitolo 49.

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Quella notte la passai fra le braccia di Maddy per consolarla e proteggerla da ogni male, di tanto in tanto m'accingevo a carezzarle le ferite, ferite così profonde e terribilmente ruvide che intensificarono ancor di più le croste precedenti. Ancora non ci potei credere. La sera scorsa l'avevo vista così sofferente e sola, così debole e carica di lacrime che il cuore mi si lacerò in due lasciandone un vuoto indescrivibile dentro.

Maddy non poteva morire, non poteva farsi quello, lei era tutto per me, era persino più importante della mia vita. L'amavo.

Prima di fiondarmi fuori dalla stanza con un idea pazza seppur gratificante in mente, nella calma della mattina recuperai dall'armadio i miei polsini, quei polsini che adoravo indossare di tanto in tanto, proprio per quel motivo si doveva il loro alloggiamento ad Ohio. Li strinsi fra le mani e m'avviai verso la figura di Maddy che dormiva beata fra le lenzuola, le occhiaie violacee le incorniciarono il viso e i lineamenti stanchi quasi esausti mi fecero rabbrividire.

Presi ad infilarle lievemente i polsini sui polsi senza che se ne accorgesse, avrei tanto voluto che una volta sveglia non si sarebbe accorta di quei maledetti graffi, che per un attimo, almeno, non se ne ricordasse. Sorrisi lievemente, anche se il mio sorriso sembrava più preoccupato che euforico, le carezzai i capelli e le regalai un bacio furtivo, dopodiché uscii dalla stanza con una certa velocità che incombeva nei miei passi.

Non appena scesi l'ultimo scalino Ally mi si avvicinò con una certa agitazione che mi fece ruzzolare di qualche passo indietro.

''Che cazzo vuole?'' mi chiesi osservandola negli occhi.

-Harry come sta Maddy?- intervenne con un viso apparentemente preoccupato, sembrava un cane bastonato intento a chiedere perdono.

-Maddy? Che vuoi dire?- biascicai aggrottando le sopracciglia.

-Avanti non fare finta di non saperne nulla ... perché io so perfettamente in che condizioni è caduta-

-Ah sì?- dissi incazzato. Quella donna faceva fuoriuscire il lato peggiore di me. La odiavo, avrebbe dovuto chiedere direttamente a sua figlia, invece di mantenere il suo orgoglio da stronza e comportarsi da codarda.-E perché non lo chiedi a Maddy?-

Lei sospirò portandosi le mani sui fianchi.

-Harry sono sua madre, io capisco a primo impatto mia figlia ... sai che fra di noi si è creata una situazione sgradevole, e non vorrei peggiorarla data la sua incolumità. Per questo ti chiedo di comprendermi – concluse con gli occhi umidi.

-Va bene cazzo- sussurrai sbuffando –Cosa dovrei dirti? Maddy sta male ... a incominciato a tagliarsi e non la vuole smettere per il momento- mi bloccai non appena notai che le sue mani erano guizzate sul suo viso disperato. La udii gemere sofferente.

-Lo sapevo- sussurrò

-E ora cosa hai intenzione di fare, ora che ti sei comportata da ...- mi morsi la lingua cercando di calmarmi, era pur sempre la madre di Maddy la donna che avevo di fronte.

-I-o ... credo di convincerla a parlare con uno psicologo oppure contattare un medico ...- farfugliò cercando di camuffare il suo aspetto da ''madre strafottente'', ma non ci riuscì, almeno non con me.

-Fa come vuoi- affermai uscendo di casa.

Non appena l'aria calda mi invase i muscoli, qualcosa dentro di me mi fece odiare all'impazzata quella donna. Nascondeva troppi misteri, non era degna di essere la madre di Maddy, quella ragazza buona e dolce non si meritava tutto quello.

Strinsi i denti, e per un attimo la vecchia fotografia e il suo atteggiamento odioso svanirono nel nulla, in quel momento non avrei dovuto pensare a lei e alle sue goffaggini, in quel momento sapevo cosa fare e l'obbiettivo di quella mattinata era ''La felicità''. Solo così Maddy si sarebbe sentita meglio, solo così.

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