Se soltanto quella sera non avessi contato a uno a uno i buchini di lino del mio vestito forse sarei riuscita a prendere sonno più facilmente.
Ero in cucina e stavo osservando le stelle dalla finestra mentre di tanto in tanto sentivo lo sgorgare furioso della doccia.
-Maddy non hai fame?- disse mia madre
-No ... credo che farò solo una doccia e andrò a letto- risposi
In realtà quella sera non era stata una delle migliori per me.
Non appena rientrai a casa carica di asciugamani e sale marino sparso fra i capelli mi nascosi nello sgabuzzino e chiamai Kate in fretta in furia. Non sapevo perché, ma qualcosa mi diceva che Harry era venuto a conoscenza del messaggio che le avevo inviato.
-Kate cavolo era ora!- esclamai in agitazione.
-Maddy che succede?-
-Lo hai letto il messaggio che ti ho inviato prima?- mi spicciai a chiedere.
-Quale messaggio??- esclamò
E quella fu la conferma cruciale che m'aspettavo.
Sospirai uscendo in veranda. Come potevo essere così dannatamente sbagliata e maldestra?
Mi odiai ancora. Anzi quella fu la trentesima volta nell'arco di quelle ore che m'accinsi a farlo.
Harry era venuto a conoscenza del mio stupido messaggio, e non appena entrai in chat oltre al mancamento improvviso osservai la mia maledetta foto visualizzata.
Perché non me lo aveva detto? Mi tormentai la mente mangiandomi le unghie della dita. Ero uscita un mostro in quella foto, e proprio quest'ultima era finita nel raggio di visione di Harry.
''Sei una stupida!'' mi maledissi portandomi entrambe le mani sul capo e camminando avanti e indietro per tutta la veranda.
Le parole del bimbo che avevo incontrato in spiaggia mi rimbombarono per un attimo in testa provocandomi un capogiro . ''bella e simpatica''.
Come potevo esserlo realmente? Come? Non ne facevo una giusta, non ero simpatica e tanto meno bella. Nel giro di qualche secondo l'aria incominciò a schiaffeggiarmi il volto e sentii dei brividi invadermi il corpo, il mio orrendo corpo!
Grazie alla mia stupidità e ai miei timori Harry mi avrebbe considerata una bambina capricciosa che non voleva altro se non essere perfetta in ogni suo aspetto. Essere vanitosa.
Ma io non lo ero! Lui non poteva davvero considerarmi tale. Da una parte sentivo che non lo avrebbe mai fatto, ma dall'altra avevo paura che lo pensasse e quelle paure mi uccidevano dentro così terribilmente che fui costretta a stringere i denti per non cadere in lacrime.
D'altronde non sarebbe stata una novità quella di non riuscir a trattenere mai le lacrime, lo facevo sempre, piangevo sempre. Ero una lagna umana e poi mi lamentavo se qualcuno osava giudicarmi e prendersi gioco di me.
Appoggiai i gomiti sul corrimano e rimasi ad osservare la luna con gli occhi lucidi. Cosa avevo fatto io di male per nascere così?
''perché sono nata? Tanto non servo a niente'' pensai in preda la panico.
Mi sfiorai per la seconda volta a quel momento, i graffi che avevo causato al mio viso. Forse solo in quell'attimo m'accorsi di quanto ero malata e sciocca. Di quanto ero stata incosciente.
Presi a toccarli con i polpastrelli mentre le lacrime cadevano a fiotti lungo il mio viso. Erano così amare e distruggenti .
Le cicatrici s'erano rimarginate e avevano lasciato solo un po' di bruciore e qualche macchia violacea qua e là, grazie all'aiuto e all'apprensione di Harry in quei giorni ero riuscita a rimarginarle e a non pensarci più. per un attimo mi vennero i brividi nel ripensare ad Harry. Il suo corpo nudo mi fece avvampare, quella mattina l'acqua lo incorniciava alla perfezione e poi era sempre caldo e attraente in qualsiasi momento.
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REMEMBER [IN FASE DI REVISIONE]
Storie d'amoreOhio, America. Madison Anderson, una sedicenne dal carattere introverso, con poche aspettative e con alle spalle un passato tumultuoso, cerca di vivere la sua quotidianità con la dolce compagnia della giovane e squilibrata madre, reduce da un divorz...