Quando riemersi dall'incubo che mi assillava il sonno, era ormai tarda notte.
Rivolsi gli occhi assonnati alla sveglia sul comò e la luce brillante quasi mi trafisse la vista.
Ero ancora vestita , avrei dovuto indossare il pigiama e infilarmi tra le coperte , ma la mia stanchezza non mi permetteva nemmeno un gesto che non fosse rimanere stesa sul letto.
Quindi ripresi il cellulare , quasi del tutto scarico , e come una valanga mi travolse il ricordo della conversazione con Calum.
Non avendo abbastanza forze per pensare lucidamente spensi nuovamente il cellulare e finalmente riuscii ad alzarmi per preparare lo zaino per il giorno dopo.
Mi avvicinai alla scrivania per prendere i libri di testo e trovai il saggio della biblioteca poggiato distrattamente all'angolo.
Con tutto quello che era successo negli ultimi giorni mi ero totalmente scordata della scadenza del libro.
Lo presi per controllare il giorno, e fortunatamente ero ancora in tempo per riconsegnarlo.
L'indomani sarei andata in biblioteca , chiudendo definitivamente tutta questa strampalata storia.
A quanto pareva avrei dovuto trovate qualcos'altro per capire finalmente il senso della "felicità"...
Mi svestii e ritornai a letto.
Chiusi gli occhi, ma non riuscivo a non pensare a quel libro...in fondo non lo avevo ancora finito. ..e il sonno di certo non mi aveva mai impedito di leggere un pochino.
Valutai per qualche secondo , dopodiché decisi di prenderlo e , accesa la piccola lampada che avevo vicino al letto, iniziai a sfiorare le pagine .
Ogni riga già letta mi trasmetteva un ricordo con Luke , i momenti passati insieme intorno a questo saggio , la dedizione che entrambi vi mettevamo per comprendere e assimilare quanto più possibile dallo scritto.
Una fitta di nolstagia mi colpì , rammentando quanto in effetti fossimo felici in quei momenti.
E capii.
Capii che per quanto leggessi, quel saggio ormai non mi era più d'aiuto .
Che la felicità vera non si poteva insegnare , apprendere dalle fredde lettere stampate.
Che la felicità non era nulla di spiegabile , qualcosa che c'era da migliaia di anni, ma che nessuna parola esistente poteva spiegare.
E capii che la felicità per me era Luke.
Luke solo era in grado di farmi raggiungere realmente la gioia , e ora che l'avevo compreso , non avrei più titubato, non gli avrei permesso di allontanarsi.Angolo autrice
Scusate per il capitolo breve ,ma ultimamente non ho avuto davvero un secondo per continuare , e ciò è frutto di 4 minuti di pausa che mi sono presa dallo studio.
Ditemi che ne pensate nei commenti e se vi va votate ♡☆
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In viaggio per la felicità
أدب نسائيI suoi occhi non si potevano descrivere. Riuscireste a spiegare il freddo di un soffio di vento sulla pelle? O l'ebbrezza di una prima esperienza di libertà? Beh, per me quegli occhi rappresentavano un'emozione nuova, vibratile per il mio cuore, un...