Grida arrabbiate e rumori di oggetti rotti prevenivamo da fuori l'armadio , e io , da quella scatola di legno in cui mi ritrovavo ,cercavo di capire quanto più possibile.
<< HAI IDEA DI CHE ORE SIANO LUKE?! CHE PARLI DA SOLO ALLE 5 DEL MATTINO! >>
A quell' affermazione seguì un rumore secco, che mi fece gelare le ossa , come di una concussione violenta , uno strattone che aveva portato Luke per terra.
Ma cosa stava succedendo? Perché mai il papà di Luke se la stava prendendo a quel modo ?
Cercai di non fare rumore e l'uomo continuò ad urlare contro il ragazzo :
<< che fai non rispondi ?! Guardami in faccia quando ti parlo! Dove è finito il tuo rispetto piccolo stronzetto ? Ti devo ricordare quanto ci devi ? Quanto ci devi essere grato per non essere stato buttato fuori di casa dopo quello che ci hai fatto?!
Ora sta zitto o la prossima volta che torno non sarò tanto educato.>>
"Educato"?!
Ma a che cosa si stava riferendo ? Perché avrebbero dovuto cacciarlo di casa?
Ero terrorizzata e allo stesso tempo incuriosita da tutta la faccenda , e una volta aver sentito la porta richiudersi e i pesanti passi allontanarsi ,non riuscivo nemmeno più a riconoscere il posto in cui ero finita.
Luke prontamente corse ad aprirmi e quando finalmente rividi il suo viso ,mi accorsi di quanto fossi realmente preoccupata e senza nemmeno pensarci due volte mi sporsi e lo abbracciai forte per rendere qualsiasi distanza fra noi minima. Le sue mani titubanti si posarono una sulla mia schiena , l'altra tra le costole, e dopo un primo momento ricambiò la mia stretta, e rimanemmo così per chissà quanto tempo.
Era da un po che l'avevo notato , ma avevo sempre cercato di non pensarci : la sua vicinanza...l'effetto che mi faceva toccarlo... era come una scossa sulla pelle , una cosa elettrizzante e allo stesso tempo che mi terrorizzava.
Luke's povEra un momento così bello , l'odore dei suoi capelli che mi inebriava mi aveva subito tranquillizzato ,il battito del suo cuore che sotto il petto mi rassicurava, la morbida stoffa sottile che nascondeva quanto di più bello ci fosse ai miei occhi e...ed era tutto sbagliato .
Non poteva stare lì,mio padre sarebbe tornato , e dio solo sa quando era nervoso cosa ti poteva fare. Strinsi forte la mascella e mi sforzai di staccarmi dal suo abbraccio. La scostai quel poco che bastava per guardarla negli occhi e le dissi sussurrando:
<< Non puoi state qui Conny..perché sei venuta ? >> dalla mia voce traspariva tutta l'ansia e la paura che provavo ,non avrei potuto sopportare se quel mostro avesse fatto del male anche a lei.
Anche dalla penombra della mia stanza riuscivo a notare il rossore delle sue guance che si era esteso alle orecchie , e con mio malgrado non riuscii a non accarezzargliele. Quanto adoravo quando arrossiva...no Luke ! Ricorda ! ve ne dovete andare !
Senza attendere una risposta afferrai lo zaino e una maglietta pulita, e la infilai rapidamente.
Quando poi finalmente mi girai verso Conny notai che il rossore si era arrampicato per tutto il collo , sogghignai pensando che era stata la mia schiena nuda a farla imbarazzare. Finito il momento di gongolamento mi avvicinai a lei e la guidai fuori dalla finestra.
Fui sorpreso nel vederla abile a scendere , contrariamente a come si era calata l'ultima volta da casa sua.
Il ricordo ancora mi faceva sorridere.
Toccai terra pochi minuti dopo di lei, e sempre in silenzio uscimmo dal cancello e ci ritrovammo per strada, incerti su dove andare .
Il cielo era ancora scuro nonostante fosse mattina e non si vedeva anima viva in giro.
Io rimanevo in silenzio in attesa di un suo gesto , e dopo un primo momento Conny si girò verso di me e con sguardo deciso mi prese per mano .
Sapevo cosa stava pensando ,non ero tanto illuso da sperare che non avesse sentito la mia discussione con mio padre , e sapevo anche che la curiosità la stava logorando dentro , voleva sapere ma allo stesso tempo non voleva immischiarsi .
Le presi a mia volta la mano , e iniziai a camminare verso il parco .
Quello che stavo per fare non mi sarebbe piaciuto per nulla , era da settimane che ci pensavo , ma la paura di perdere Conny mi aveva sempre fermato ,il terrore di voltarmi e vedere l'espressione dei miei genitori sul suo volto.
Ma ormai non potevo più nasconderle la verità , doveva sapere perché non poteva stare con me , perché io non ero la persona giusta, perché non mi avrebbe più dovuto parlare. E dopo quella giornata non mi avrebbe più voluto parlare.
Ma dovevo, e lo feci.
STAI LEGGENDO
In viaggio per la felicità
Literatura FemininaI suoi occhi non si potevano descrivere. Riuscireste a spiegare il freddo di un soffio di vento sulla pelle? O l'ebbrezza di una prima esperienza di libertà? Beh, per me quegli occhi rappresentavano un'emozione nuova, vibratile per il mio cuore, un...