capitolo sedicesimo

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Luke's pov
La sera prima..

Mi dovevo sbrigare, erano le 11 di sera, e entro solo un'ora sarebbe stato il compleanno di Conny.
Ricontrollai per l'ennesima volta l'orologio appeso alla parete, e strofinandomi la fronte madida di sudore cercai di andare più veloce .
Era già tutto organizzato,mi ero sentito con i suoi genitori, cosa non poco imbarazzante , e loro avevano accettato la mia proposta con entusiasmo . Ora mancava solo la mia parte.
<<tesoro, non hai fame? Non esci da quella camera da questo pomeriggio>> mi urlò mamma dall'altra parte della porta , preoccupata come sempre.
<< No mamma, sto bene , devo..devo solo finire una cosa..>> cercai di rassicurarla io con voce stanca.
11:15. Ma come è possibile!
Sistemai tutto l'occorrente per il pranzo dentro una cesta e chiusi il coperchio cercando di fare entrare anche una tovaglia a quadri rossa e bianca,proprio come in uno di quei vecchi film che tanto le piacevano.
Soddisfatto mi spostai in fretta con la sedia verso la colla , per vedere se si fosse asciugata del tutto.
Presi il cellulare , lo schermo luminoso fendeva il buio della stanza con un fascio di luce che mi pizzicava gli occhi. Ero stanco, cerchi neri mi circondavano gli occhi chiari , la maglietta sgualcita era ricoperta di colla e colore.
Sospirai. Era la mia maglietta preferita.
Mi diedi uno scossone, non avevo tempo per autocommiserazioni, i minuti passavano in fretta, dovevo finire in tempo, dovevo farlo per Conny, per riunire la nostra amicizia.

Conny's pov
Adesso...

Uscii e lo trovai nel mio giardino.
Le scarpe consumate calpestavano fili d'erba, jeans neri avvolgevano le gambe magre, ricadevano bassi sui fianchi, camicia rossa e nera ripiegata sulle braccia muscolose abbottonata distrattamente, con un bottone si l'altro no, lasciava intravedere una tartaruga perfetta, il collo lievemente ombreggiato da una corta peluria bionda che si innalzava fino agli angoli della bocca , ora tirati in uno splendido sorriso, da mozzare il fiato. Il mio sguardo salì lungo la sua immagine, Luke rimaneva in silenzio , immobile davanti a me.
Mi bloccai, i suoi occhi , luminosi, magnifici, che mi fissavano, quanto mi erano mancati.
E mi scordai di tutto, del mio compleanno, del giorno prima, del giorno prima ancora .
Di Lara, del bar, del quasi bacio.
Ormai più nulla aveva importanza, l'unica cosa che sapevo in quel momento era che non volevo rinunciare ai suoi occhi trasparenti .
Da soli , i miei piedi si mossero, veloci, e senza nemmeno accorgermene distesi le braccia intorno al suo collo e lo abbracciai, bisognosa del suo contatto.
In un primo momento il corpo sotto le mie mani rimase teso, poi piano piano si rilassò, ricambiando anche lui l'abbraccio.
Una sensazione bellissima mi attraversò il corpo, fino alle punte dei capelli. Un calore inebriante , che emanava sicurezza e tranquillità.
Mi salirono le lacrime agli occhi, ripensando a tutti quei giorni senza parlarci, per motivi che ora mi parevano talmente stupidi. Mi costrinsi con tutte le mie forse a non piangere, e iniziai ad allentare la presa per ricompormi.
Sciolsi le braccia, ma Luke mi strinse più forte, come non volesse separarsi da me, come se avesse paura di perdermi.
Rimasi senza fiato. Quindi appoggiai la guancia al suo petto, il suo cuore batteva più veloce del solito, e sorrisi pensando al mio.
<< tanti auguri Conny>>
Sì allontanò lievemente per guardarmi negli occhi, e io feci un grande sforzo per non distogliere lo sguardo sulle sue labbra, così vicine, e così morbide, da come avevo potuto sperimentare.
Sorrisi di nuovo al ricordo.
<<che c'è ?>> chiese divertito Luke, alzando un sopracciglio in alto.
<< No no nulla>> dissi già rossa in volto.
<< Ma. ..che ci fai qui?!>>chiesi cambiando argomento.
Luke distese gli angoli della bocca orgoglioso <<ho una sorpresa >>
Sorpresa ?! Quale sorpresa?
Davanti alla mia espressione confusa Luke si mise a ridere , e lasciandomi per prendere un cesto che fino a pochi secondi prima non avevo nemmeno notato, mi prese la mano.
<< per il tuo compleanno>>
Non riuscivo a dire nulla.
<< Ma... non posso lasciare i miei... e Gaia... oggi ci dovevamo vedere per prepararci insieme...>>
Ero talmente incasinata!
Luke mi mise una mano sulla spalla, l'altra continuava a stringermi le dita.
<< tranquilla, ho già sistemato tutto. Devi solo rilassarti. >> sorrise e gli credetti.
Se proprio devo... pensai divertita.

Luke's pov

Era così bella...
Non era la prima volta che indossava una gonna, ma oggi era diversa...meravigliosa.
Luke ricorda! Lei è solo un'amica!
O almeno era questa la mia convinzione prima che mi stringesse in un abbraccio che mi tolse il fiato.
Il suo profumo,dolce come l'odore dei suoi capelli appena lavati, mi riempì la mente di ricordi, e il mio cuore iniziò a battere più veloce.
La strinsi a mia volta. Non volevo lasciarla. Era già successo una volta. Non volevo più allontanarmi da lei.
Cercai di prendere la parola, ma mi pareva che qualsiasi cosa dicessi non andasse bene.
Mi allontanai da lei, sempre tenendola stretta tra le mie braccia , per farle gli auguri, e non potei fare a meno di sorridere come un ebete nel vedere la luce nei suoi occhi, neri e sinceri.
Cosa mi prendeva ?
Non mi ero mai sentito così mentre abbracciavo una ragazza...non mi ero mai sentito così fine!
Mi convinsi che era dovuto alla lontananza di questa ultima settimana , che ciò che mi faceva saltare il cuore in gola non fosse il suo sorriso , le sue labbra, la sua guancia sul mio petto, ma la pura e sincera amicizia che ci legava.
Macchè
Le spiegai di rilassarsi, e tenendole la mano raccolsi la mia cesta e la portai dove avevo organizzato tutto.
Il parco non era tanto distante , per cui non dovettimo camminare troppo.
Quando finalmente arrivammo feci un grande respiro , e mi resi conto che fino ad allora avevo trattenuto il fiato.
Conny mi strinse più forte la mano,anche lei tesa.
Superammo i grandi cancelli.
Mi saltò un battito.
Prima di girare nuovamente e raggiungere così la meta le chiesi di fermarsi, e prendendo una fascia dalla tasca gliela legai intorno agli occhi , sfiorandole la pelle morbida.
La condussi lentamente, facendo attenzione a dove mettesse i piedi. La guidavo con una mano sulla schiena, l'alta sulla spalla.
Mi fermai .
<<ecco. Siamo arrivati.>>
Le sciolsi il nodo, e i suoi occhi si illuminarono , riempiendomi di gioia.



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