Capitolo 3 | Elthanin, la ragazza fantasma

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Non appena entrai in classe l'aria carica di tensione rischiò quasi di farmi diventare i capelli elettrici. Mi si avvicinarono due ragazze del gruppo delle cheerleaders, May e Sunny. La prima si era tinta i capelli di rosso, mentre l'altra, da neri, se li era fatti biondi.

<<Ciao, Inaya!>> mi salutarono in coro.

<<Ehi, ragazze! Si può sapere cos'è successo? Non si respira qui dentro...>> feci io a mo' di saluto.

Le due si scambiarono delle occhiate veloci, per poi guardare tutt'altro. Stavano tramando qualcosa di possibilmente pericoloso per me, lo sentivo. Quasi mi scappò una smorfia di ribrezzo. Neanche fossero delle spie internazionali sotto copertura. Al massimo ciò che non volevano dirmi era: "Entreresti a far parte delle cheerleaders?" Col cavolo!

<<Vorremmo parlarti>> disse Sunny dopo un po'.

Eccola lì.

<<Beh, sono qui>> risposi allargando le braccia.

<<No>> si intromise Amy, sorella maggiore di May, bocciata, nonché capo cheerleaders. <<Tutte quante.>> Anche le altre mi si erano avvicinate.

Cominciavo a preoccuparmi. Forse non volevano proprio chiedermi di far parte del loro gruppetto. In un attimo feci mente locale di tutto quello che potevo aver fatto di male. Niente. A meno che non me ne fossi resa conto.

<<Te lo dico in poche parole: ti vogliamo nel gruppo>> mi disse.

Rilassai impercettibilmente le spalle, rimanendo per un attimo in silenzio. <<Cosa? Io... fare la...>> boccheggiai, immaginando già una me stessa con quelle gonne cortissime e i pompon in mano, mentre li facevo svolazzare in aria saltellando come un coniglio. No. Ma proprio no. <<Non se ne parla.>>

<<Abbiamo visto come ti muovi a ginnastica, e poi hai un corpo perfetto per fare la cheerleader, oltre ad essere così popolare.>> Notai senza difficoltà il disprezzo con cui le uscirono quelle ultime parole, ma non ci feci molto caso. L'importante, in quel momento, era togliermele dalle scatole.

Le altre annuirono insieme, come un bellissimo gregge di pecorelle: una va da una parte, ed ecco che le altre le vengono dietro. Caspita, era incredibile la loro somiglianza.

<<No, davvero. Io non sono portata per fare... quelle cose>> dissi gesticolando in un modo osceno. <<E poi non mi ci vedo proprio a tifare per una squadra. Scusate>> troncai la conversazione, facendomi largo tra le bestie di zio Tobia, e andai a sedermi al mio posto vicino alla finestra.

Ed ecco un altro grande problema. Seduto davanti a me, uno dei pochi ragazzi che non la smettevano di parlarmi, anche se ogni volta che apriva bocca volevo prenderlo a schiaffi fino alla fine della giornata.

Girò velocemente la sedia verso di me e poggiò un gomito sul mio banco, sostenendosi la testa con la mano. Sul volto aveva il suo solito sorrisetto insopportabile, da vincitore. Come faceva a non accorgersi che gli sarebbe bastata un'occhiata più attenta sotto i suoi piedi per vedere che si trovava sull'orlo di un baratro? Una mossa sbagliata, o un colpo di tosse più forte degli altri, e sarebbe precipitato, senza che nessuno lo andasse a salvare.

<<Giorno, Ina!>> fece entusiasta. Aveva occhi e capelli scuri, ma non risultava per niente anonimo. Anzi, aveva sempre un consistente manipolo di ormoni femminili impazziti al seguito. Chissà perché? Era un tale idiota, e credeva di avere tutto a portata di mano. Peccato che i soldi di mamma e papà non sarebbero bastati per sempre, se continuava a bruciarli a quel ritmo.

<<Ciao, Will...>> risposi abbandonandomi sullo schienale della sedia, così da evitare di stargli a neanche dieci centimetri dal volto. Dopo un po' cominciai a squadrarlo, chiedendomi perché fosse ancora praticamente sdraiato nel posto dedicato a tutt'altro.

Daughter Of Flames (SOSPESO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora