Capitolo 1 | What Doesn't Kill You, Leaves You Broken Instead

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Soundtrack: Bring Me The Horizon - Drown

Aprii gli occhi, intravedendo immediatamente l'alto soffitto bianco e le pareti color crema. Ero sdraiata su di un divano in pelle nero, tipico negli uffici di quegli strizzacervelli.

Che ufficio squallido

Voltai la testa verso il basso tavolo lì davanti, su cui era posato un orologio digitale. Segnava le 18 in punto. Avevo parlato senza sosta da quando ero entrata alle 17 circa, e ora avevo la gola completamente secca e la bocca impastata. Mi tirai su a sedere e bevvi avidamente dal bicchiere sul tavolino.

<<Sicura di avermi raccontato tutto, Inaya?>> disse lo psicologo, il dottor Smith.

Indurii lo sguardo mentre finivo di bere. Era sempre così; secondo quell'uomo io non raccontavo mai tutto. Peccato che non fosse il mio caso, perché sapevo quanto fossero importanti per i miei genitori adottivi quelle visite.

Mi chiedevo spesso se in realtà non fosse proprio Mister Fiducia ad aver bisogno di uno psicologo, data la sua tendenza a non credere mai agli altri.

<<Le ho raccontato tutto quello che ricordo. Perché, cosa crede che manchi?>> chiesi con voce stanca. Ero stanca di andare ogni venerdì pomeriggio da quell'uomo. Perché doveva accedere tutto a me? Prima il crollo nervoso a dieci anni, grazie soprattutto ai miei simpaticissimi compagni di classe che avrei voluto picchiare un giorno sì e l'altro pure -già, ero piuttosto manesca-, poi lo psicologo, anche dopo due mesi ai miei diciassette anni dalla morte dei miei genitori, avvenuta quando io avevo qualche mese di vita. Che ragazza patetica, avere degli incubi del genere su persone di cui non ci si ricorda nemmeno il volto.

Lo psicologo si portò le mani alle tempie, massaggiandosele. <<Il fuoco, da quanto mi pare di capire, rappresenta il tuo dolore, sia fisico che mentale. Ciò che proprio non capisco è come sia divampato l'incendio, cosa l'ha scatenato? Potrebbe essere la morte dei tuoi genitori, ma da ciò che mi hai sempre detto tu non te li ricordi nemmeno...>>

Ok, ora avevo le prove di trovarmi davanti ad un imbecille patentato! Come diavolo facevo a saperlo io, se era LUI lo psicologo?

Fortunatamente per lui, proprio in quel momento suonò la sveglia. Tempo scaduto, incontro terminato.

Afferrai velocemente la borsa, salutai Mister Fiducia e infilai in fretta e furia la porta, prima che potesse trattenermi.

Quasi mi scontrai con la donna che doveva entrare, una trentaseienne -così mi aveva detto tempo prima il dottor Smith- dai corti capelli castani tagliati a caschetto e gli occhi scuri sovrastanti un paio di occhiaie spaventosamente viola.

<<Scusi>> dissi abbassando lo sguardo, quindi feci per andarmene.

<<Ehi.>>

Continuai a camminare. Quel qualcuno non poteva di certo star parlando con me.

<<Tu, con la maglia blu.>>

IO avevo una maglia blu. Realizzando che ce l'aveva proprio con me, mi voltai infastidita e incuriosita da quella voce così schietta. Era un ragazzo seduto, anzi stravaccato, su una delle poltrone nel corridoio. Anche a guardarlo così, sembrava una bellissima statua scolpita nel marmo. Però mi aveva chiamata "Ehi" e "Tu con la maglia blu".

<<Hai dimenticato la giacca>> continuò, indicando il posto vicino al suo, dov'era appallottolato il montgomery grigio scuro.

Io arrossii immediatamente, cercando di nascondermi il volto dietro la mia folta chioma di ricci castani. Chi è che dimentica la giacca a inizio Ottobre? Risposta: nessuno, a parte me. Naturale.

<<Grazie>> mormorai senza nemmeno guardarlo, quindi me ne andai infilandomi nelle orecchie gli auricolari neri.

Mentre ero per strada alzai il volume al massimo, pur sapendo che se fosse passato qualcuno avrebbe sentito il suono di una batteria, di una chitarra elettrica e di una voce quasi roca. Era una musica forte, dalle parole dure che sembravano essere sputate in faccia all'ascoltatore, il quale doveva apprezzarle per il disperato significato che celavano. Quelle parole erano come la pura e cruda verità, che non viene mai accettata per quello che è.

Quando arrivai davanti alla porta della villa in cui vivevo ritirai l'Mp3 e suonai il campanello. Ad aprirmi fu uno dei tanti maggiordomi, Benedikt, sempre perfetto nel suo smoking. Forse era l'unico a cui sentivo di voler davvero bene, perché era sempre premuroso nei miei confronti, nonostante non volesse darlo troppo a vedere.

<<Bentornata, signorina>> mi salutò con tono impassibile.

<<Ciao, Ben.>> Entrai, e lui mi tolse la borsa dalle spalle, affidandola ad una domestica perché la portasse in camera mia, e appese la giacca.

<<I miei genitori?>> gli chiesi.

<<La signora non si sente molto bene ed è andata a riposare, mentre il signore in questo momento è nel suo studio. Ha detto di avere del lavoro da terminare e non vuole essere disturbato.>>

Perfetto, un'altra stupenda serata. Rimasi comunque delusa, così come tutte le altre volte. Perché mi ostinavo a credere che magari mi volevano davvero bene, e lavoravano così tanto solo per me? Sarebbe stato meglio se avessi aperto gli occhi il più presto possibile. Non essendo i miei genitori biologici non avevano nulla a che vedere con me. Mia madre mi usava solo per vantarsi con le amiche di "quanto fossi bella con i costosissimi abiti che lei stessa sceglieva per me", mentre mio padre aspettava che io avessi diciotto anni per accogliere tutte le proposte di matrimonio che sarebbero arrivate, per poi scegliere quella che gli avrebbe fruttato di più. Beh, ci sarebbe rimasto male. Avevo già l'intenzione di rubare la sua macchina o comprarne un'altra, scappare in qualche altra città, o possibilmente Stato, magari farmi una chirurgia plastica, cambiare nome e diventare una cameriera zitella, piuttosto che sposarmi contro la mia volontà. Non sarei mai stata di NESSUNO.

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Spazietto autrice!

Ok, avevo davvero l'intenzione di scrivere qualcosa di importante qui, ma... Il mio cervello non vuole proprio collaborare. Perciò niente, spero che la mia idea malsana vi sia piaciuta già dall'inizio, e se avete qualche consiglio da darmi lo accetterò molto volentieri!! 😶😶 Non preoccupatevi per il fatto che Inaya non sembra avere molta personalità, perché verrà fuori già nel prossimo capitolo, che arriverà venerdì prossimo... O forse anche prima, chissà!! 😉 Ehm... Giusto!! VI RINGRAZIO PER AVER COMINCIATO A LEGGERE IL MIO LIBRO!! Davvero, non sapete quanto mi rendete felice!! Averlo pubblicato, e dopo tre o quattro ore aver visto delle visualizzazioni è stato... WOW!! Un'emozione mai provata prima! Non riesco neanche a descrivere come io mi sia sentita. A questo punto devo seriamente ringraziare anche tutte quante voi -compagne di classe-, e due di voi in particolare, che saranno anche molto presenti in Daughter Of Flames!! Grazie grazie GRAZIE per avermi stressata perché pubblicassi!!

Mmm... Ora penso di aver finito... E così, lo "spazietto" è diventato una mezza pagina, ma vabbeh!! 😂😂😂 Succederà sempre così, fateci l'abitudine!!

Un sacchissimo di abbracci, anche da tutti i personaggi di Daughter Of Flames, e ci si rivede!! CIAOOO

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