Capitolo 7 | I'm Going Under

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Soundtrack: Disturbed - The Night

Ok, volevo solo avvisarvi che questo sarà un capitolo emotivo, e che per alcuni potrebbe probabilmente risultare anche noioso. Ma dovevo scriverlo ad ogni costo, perché era necessario per la storia. Quindi spero che vi piaccia in ogni caso, perché metterò molto della vera me stessa.

***
E' come una valanga. Sento che mi travolge, perché il suo peso è come mani attorno al mio collo. Non ho mai avuto la possibilità di far successo. Il mio cuore è congelato, e mi sento come se stessi camminando su una sottile lastra di ghiaccio.
(Bring Me The Horizon - Avalanche)
***

Quante volte ci dicono di vivere il presente, non il passato e nemmeno il futuro? Di scegliere con la nostra testa? Di essere sinceri con noi stessi? Io giuro che avevo cercato di farlo con tutte le mie forze. Ma come potevo portare a termine quel compito così gravoso quando non sapevo NIENTE di me stessa?

Dopotutto, sarebbe improbabile essere sinceri verso qualcuno che potrebbe anche rivelarsi un serial killer, sempre con il coltello stretto in mano. Cosa che, in effetti, riassumeva a grandi linee ciò che io avevo fatto.

Trapassata dall'intenso sguardo di Aidan, ripensai alle parole di mia madre.

<<Prima che cominci, sappi solo che è molto difficile raccontartelo e che sono mortificata per quello che sto per dirti. Non volevo che le cose andassero così...>>

Io ero sbiancata di colpo. Pur non capendo bene di cosa stesse parlando, era qualcosa che aveva a che fare con me, e dal suo tono di voce doveva anche essere importante. <<Di cosa stai...>>

<<Come ben sai, sei stata adottata>> mi aveva interrotta.

<<Quindi c'entrano...>>

<<Tua madre, Inaya, era esattamente come te in questo momento. Anche lei doveva sopportare il tuo stesso peso, un demone che le stava torturando l'anima. Ecco, lei... aveva un corpo molto debole, e così morì dandoti alla luce...>>

Avevo afferrato più saldamente il cellulare con la mano. Millicent aveva appena cominciato, e io stavo già cadendo a pezzi. <<Cosa...>>

<<Tuo padre, sai... Noi eravamo molto legati a lui... A entrambi i tuoi genitori. Più volte ci offrimmo di dargli una mano con te, ma lui voleva farcela da solo, nonostante il dolore immenso per la scomparsa di...>> aveva tirato su con il naso, reprimendo a stento un singhiozzo. <<A un certo punto, però, non resse più il peso di tutte quelle responsabilità e cadde in depressione, rischiando di far del male a se stesso, ma anche a te.>>

<<Ma era mio padre...>> avevo mormorato incredula. Non riuscivo a credere che si potesse arrivare a tanto, ero sangue del suo sangue dopotutto.

<<Lo so, tesoro. Ma quando le persone perdono qualcuno o qualcosa di fondamentale nella loro vita, diventano imprevedibili e pericolose, perché possono fare di tutto per ritrovare un nuovo scopo, o per riprendersi quello passato>> mi aveva risposto. <<Ad ogni modo, alla fine tuo padre prese la decisione più sbagliata, e si tolse la vita...>>

Fu come ricevere un pugno nello stomaco. Anzi, ben più di uno. Io... ero un'assassina. Avevo ucciso entrambi i miei genitori semplicemente nascendo. Ero un pericolo in libertà. E ciò significava che... <<Quindi... voi due mi avete...>>

<<Ti abbiamo adottata perché eri sola al mondo, Inaya. Non avevi più nessuno, eppure avevi così tanta voglia di vivere che il solo guardarti era rinvigorente>> aveva detto addolcendo il tono. Mi ero immaginata che avesse sorriso al ricordo di una piccola me che gattonava impazzita da una parte all'altra del nostro salotto, coperta solo da un pannolino.

Daughter Of Flames (SOSPESO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora