Capitolo 9 | Be true to who you are

130 9 0
                                    

Soundtrack: We Came As Romans - The King Of Silence

Erano in una ventina, più o meno. Tutti vestiti interamente di nero, con dei cappucci calati sul volto a lasciare scoperte solo le labbra. Non si vedeva nemmeno uno di loro stare con le mani in mano: c'era chi raccoglieva vetri infranti, chi trasportava dei grandi sacchi neri sulle spalle, caricandoli poi nel rimorchio di un furgoncino. Ma la maggior parte di loro aveva degli stracci completamente rossi in mano.

Aidan, dal canto suo, se ne stava a debita distanza, non volendo intralciare il lavoro dei Minori.

Ad un certo punto gli si avvicinò un uomo imponente. Anche lui vestito come gli altri, solo che l'orlo del suo cappuccio era di colore bianco.

Hanno persino mandato uno dei piani alti, pensò Aidan spostando di nuovo lo sguardo verso la casa. Incredibile come un solo diavolo potesse creare un vero e proprio Inferno in un giorno solo. Tanto tempo per creare, mentre bastava così poco per distruggere tutto quanto.

Quando l'altro lo affiancò il ragazzo gonfiò involontariamente il petto, facendo poi scrocchiare il collo. Non gli erano mai piaciuti i Maggiori, che se ne stavano comodi a discutere in una stanza, mentre i loro sottoposti, quelli come lui, rischiavano la vita ogni giorno.

<<È stato trentatré, ormai non ci sono più dubbi>> affermò con tono grave, come se davvero fosse dispiaciuto per ciò che il demone aveva fatto. Era da tempo che succedevano incidenti del genere, e chissà perché capitavano sempre con un portatore di demone.

<<Ne parla come se fosse un semplice esperimento>> disse lui in risposta. Non erano molti quelli che ancora cercavano di difendere quelle persone che, di punto in bianco, si trovavano a dover collaborare con qualcosa che non conoscevano semplicemente per sopravvivere. Lui era uno di quelli, anche se preferiva tenere un profilo relativamente basso.

L'uomo si voltò verso di lui con fare minaccioso, nel tentativo di spaventarlo. Inutile dire che Aidan non diede segni di cedimento. <<Pensavo che fossimo stati chiari sull'argomento, Blacklake. Non sei nella posizione da poter discutere con un Maggiore.>> Detto questo fece per andarsene.

Aidan gli rivolse un'occhiataccia. Odiava quando lo chiamavano con il suo intero cognome, e inoltre non sopportava che qualcuno potesse mettergli i piedi in testa così facilmente. <<Se s'impicca però non è colpa mia...>> mormorò pacatamente.

Era successo tre anni prima: uno dei portatori di demone, credendo di essere un pericolo pubblico incontrastabile e trattato come un oggetto dal suo Guardiano, decise di legarsi una corda attorno al collo e poi al lampadario.

Quel fatale errore aveva causato la disfatta in un importante scontro, e la conseguente morte di migliaia di alleati.

Come punizione l'uomo che doveva prendersi cura del portatore venne esiliato dall'Associazione e dai territori da essa controllati, ma venne trovato misteriosamente morto prima che superasse i confini a sud.

Da allora quella storia era un tabù, e solo pochi membri avevano il coraggio di tirarla di nuovo fuori, soprattutto in presenza di un Maggiore.

L'uomo dovette fingere di non aver sentito, perché tese visibilmente i muscoli delle spalle, prima di andarsene definitivamente.

Aidan sollevò un angolo della bocca, pienamente soddisfatto di quella vittoria. Sapeva però che, presto o tardi, avrebbe pagato il prezzo di quelle frecciatine, perché nell'Associazione tutto doveva essere controllato scrupolosamente, in modo che niente superasse dei limiti imposti dai Maggiori stessi. Quali fossero questi limiti, solo loro potevano saperlo.

Daughter Of Flames (SOSPESO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora